Venerdì 28 giugno 2018
L'Isola che non c'è inserto 1
Apro il testo con quattro Anteprime riunendo quanto ho già scritto sull'isola riferendomi alle esperienze psichico - oniriche avute prima delle mie dimissioni ospedaliere. Quindi esse faranno parte sia del blog sia del libro che nascerà dalle loro radici. Se le avete già lette potete bypassarle, considerate però che costituiscono l'avvio e la base di un'iniziativa novella che potrebbe farci riflettere e ragionare meglio.
Anteprima prima) L'avvio
Sono in un giardino all'inglese in cui fanno mostra di se' piante nostrane e di tutti i paesi. Delle alture artificiali accolgono più tipi di palme e di primordiali felci. In una di esse c'è alla base un modesto ingresso. Immette di certo in un vano per vasi, zappe, vanghe, carriole; per curiosità entro e non trovo alcun deposito, solo lo scavo prosegue in lieve discesa. Non esiste illuminazione. Proseguo aiutandomi nella semioscurità con le mani, ora destra ora sinistra, contro le pareti vicine. No, non c'è nulla d'interessante e decido di tornare. L'imboccatura però non la vedo più o la porta potrebbe essere stata chiusa. Oltretutto ho anche l'impressione di aver superato qualche bivio interno in quanto con una delle mani, la sinistra, ho avuto delle difficoltà nell'indirizzarmi per la sua parte.
Non si ha idea di come in queste condizioni si perda in un attimo ogni orientamento. Avanzo sempre con le mani sulla parete facendo magari qualche inutile giro sulla mia posizione, sono intimorito per come mi trovi e su una possibile soluzione, che pur ci sarà. Infine un chiarore seguito da un punto di luce: è l'uscita della lunga galleria. Non è una porta ma un anfratto che immette ove non so.
Lo raggiungo, esco e mi trovo sulla sponda sabbiosa di una verdeggiante riva marina. Non c'è nessuno attorno, l'assenza poi di chi mi attendevo per una vecchia promessa assistenziale mi conferma di essere sempre nei viventi e non di avere superato il confine che porta al tutto o al niente. Ho però l'impressione di essere osservato. Guardo meglio e noto che una figura anziana, senza età definita, indossante una tunica fino ai piedi, ieratica e solenne, è giunta silenziosamente a me vicina...."Benvenuto visitatore. Franciscus vero? Ti aspettavo e sapevo, sapevamo, che avresti sceltola via corretta nel labirinto in cui eri e che in futuro, se ci sarà, non ti ostacolerà più. Io sono EGAU e custodisco questo sito da centoottantasette anni" "Eminente Egau, allora non sono finito per il mondo da cui provengo e che ritenevo avere ormai abbandonato" "No, il tuo tempo è sempre valido, almeno per ora, ma verrà il momento, di cui sei ben conscio, e io sarò ad attenderti, lasciando l'apertura aperta, fintanto ci sarà un ritorno negato in quanto non la troverai più. Sappi che ti trovi nell "isola che non c'è" e volendo potresti collaborare ad un progetto di nuova vita, nuova speranza, umanità migliore. Per ora resta da dove provieni, il passaggio è dietro. Ci incontreremo di nuovo, questo è certo, lo so. C'è chi ti ha voluto e scelto, fermi il tuo arbitro e convincimento di accettare ciò che ti verrà proposto. Ave Franciscus" "Ave eminente Egau. Tornerò"
.. Vengo
Anteprima seconda) Misteri e simposi
Rieccomi venerando Egau, stavolta non ho trovato difficoltà nella lunga galleria buia e ho pensato, posto lo gradisca, di appellarti come "Maestro", certo che tu possa esserlo per me e altri dell'isola che pur ci saranno, e tanti altri fuori. ... Bene Franciscus, fai pure, e tu per me sarai Odir, è un livello che poi comprenderai se la tua presenza si consolidi ... Stavolta noto al limite della spianata sabbiosa diverse persone locali intente a fare o preparare qualcosa, ne chiedo al Maestro e lui precisa che giungeranno una ventina di ospiti "speciali" e ci si sta dando da fare per una accoglienza adeguata. Ci spostiamo e vedo diverse giovani, poco più che bambine, confezionare con fiori collane, bouquet, composizioni per tavoli e coroncine da appendere ovunque. Oltre loro, in alcuni grandi tavoli, più uomini - donne lavorano di cucina; indossano tuniche per le donne o camicioni - short se uomini, oltre ampi grembiali di lavoro. Il Maestro Egau chiede poi al capo-cuoco, che appello subito chef evitandomi nomi complicati, se tutto stia procedendo a dovere e ci presenta affermando che io sia quello di cui entrambi già sapevano molto o tutto, fatto è che mi considerino già uno dei loro. Poi lo Chef a me ... L'eminente Egau oggi voleva parlarti ma l'arrivo di un gruppo particolare, in parte imprevisto, ci ha oltremodo assorbito, lo farà la prossima volta, volevo chiederti però consiglio e collaborazione sui menù, cosa che volevo fare nella prima tua visita ... Non ho difficoltà a dedicargli la mia attenzione per ben figurare con questi visitatori di riguardo (chi erano? forse Capi del circondario e altrove?). Questi oltre il soggiorno avrebbero consumato due cene e un pranzo, più le colazioni ai tavoli, decidiamo così per tre menù diversi, il primo serale a base di pesce locale, per il possibile non pesante. il pranzo carneo sodo, la cena sui prodotti agricoli del luogo, cioè un pasto "nature" che avrebbe forse alleggerito i precedenti. Tutte le portate in porzioni moderate, poco più che un assaggio visto il loro numero alquanto ampio. Stiliamo così la "carte" della prima cena che passerà poi al calligrafo per una adeguata presentazione e descrizione. L'avvio comprende un flute di prosecco d'inizio più tartine con burro e cavis (caviale dell'isola) oltre una tablette vitrea con ostriche e cozze gratinate, a seguire spaghetti a piramide con aragosta o astice, orata in crosta, polipi, calamari e seppie, cacciucco alla livornese, poi fritto di piccole triglie e moscardini. Una insalatina di primizie con aceto balsamico precede il finis composto da un umido di pisellini verdi con vongole veraci sgusciate. Si completa con fichi d'India freschi, rossi e sbucciati e altra frutta dell'isola, papaia, ananas, mango, datteri, banane raccolta in capienti contenitori a disposizione dei commensali. Dessert con mirtilli, lamponi, ribes, fragoline, cui si affianca una coppa di panna Pane e pizza speciali per tutti, vino bianco top con bollicine. Ecco perché ho suggerito dosi sul minimale, lontane dalle nostrane che avrebbero poi posto la digestione in difficoltà.
Anteprima terza Convivi e reminiscenze
Allora Chef passiamo al pranzo basato sulla carne. Ecco così nascere un menu che avrebbe inorridito vegetariani e vegani. Aprono un flute di prosecco, tartine al burro con patè di fegato d'oca più un carpaccio di vitello dell'isola abbattuto con titubanza (era previsto un tempo successivo) e metodo umanitario, non offendendo la solita gola. Seguono fettuccine fresche al ragù bolognese sommerse da una nuvola di Parmigiano doc. Poi uno stinchetto al forno disossato e una buona porzione di girello accompagnato da insalata con pomodorini mignon, cetriolini, cipollette e aceto balsamico. Niente fiorentine, avrebbero monopolizzato il pasto. Ed ecco il clou del giorno, il carrello dei bolliti arricchiti dagli apporti delle sode mostarde cremonesi. Ovviamente nulla a vedere col classico "lesso" casalingo, generante brodi più o meno sapidi con residui carnei filacciosi e insapori. No, il bollito specie se veneto e di Conegliano, è un'arte culinaria di pregio la cui conclusione si evidenzia in un carrello in cui sono distese sapientemente le carni scelte per la bollitura, bovine, avicole rapprese nei loro brodi concentrati, accompagnate dalla piccante mostarda di frutta lucente nel suo splendore la quale solo nel "bollito" esprime il meglio di se. E' questa una portata che meriterebbe essere l'unica di un simposio impegnativo. Si chiuderà con un piatto bi-conca, una con fagioli e cotenne di maiale, l'altra con fave verdi e trippa bovina. Frutta e dessert più o meno tali la prima cena con l'aggiunta di stupendi fichi d'India del posto, freschi e sbucciati, si propone inoltre un assaggio di caciocavallo, specialità dell'isola, ed altri formaggi graditi, sempre autoctoni, scelti da più taglieri disposti in tavola. Vino rosso e corposo. Pizza calda per tutti.
Passiamo così al menù della cena che chiuderà il soggiorno degli ospiti illustri (saprò poi chi siano). Abbiamo optato per un pasto "chilometro zero" che equilibri al meglio i due precedenti. Apriremo col Prosecco e con tartine e burro cosparse di abbondanti fettine di tartufo nero. A seguire funghi porcini e rose di carciofo sottolio di qualità. Poi bavette al pesto genovese doc. Si prosegue con asparagi bianchi-verdi accompagnati da uova in camicia e una pioggia di reggiano. Completeremo con una eccellente parmigiana di melanzane e insalata mista ristoratrice. Poi più qualità di formaggi, di frutta e dessert. Vini bianchi abboccati e secchi accompagneranno i commensali che disporranno pure di fragrante pizza calda invece di pane.
Così terminano le nostre fatiche e, di certo, tutto andrà per il meglio. L'invito a partecipare è pure per me, con l'interesse e curiosità riferiti all'impatto con un mondo ancora sconosciuto. Sono sempre meravigliato al notare la presenza in loco (li avevo già intravisti) di due enormi vasi vitrei, uno con funghi porcini e l'altro con carciofini sottolio di pregio particolare, gli stessi che fecero mostra sui tavoli di una cena di molti anni or sono con amici, direttori, dirigenti finanziari ed assicurativi, promossa nella sua villa romana dal dottor Mario Bessi proprietario della "Sovrana Assicurazioni" dove il vaso di funghi era proprio di fronte mentre quello dei carciofi, sempre prossimo, si trovava in altro tavolo. Miracoli della mente, dei ricordi, del conscio e inconscio.
Anteprima quattro) Consessi e contatti
Il pranzo e le due cene dei venti ospiti andarono benissimo, sia per il gradimento dei cibi sia per l'idea di loro impostazione in menù ittico, menù carneo e menù nature. L'ambiente fu vivace, gradevole, disteso. A ogni ospite venne assegnata una giovane assistente sia per la minuta gestione conviviale sia fisica con doccia calda assistita, sia di riposo nella sezione notte di una foresteria in legno che si occultava fra le piante. Ora azzardo dire qualcosa sui presenti. No! non erano turisti, giunsero di primo mattino sbucando dalla nebbiolina su uno scafo navetta di medie dimensioni. Venero abbracciati e baciati tutti tre volte (guance e fronte) dal Maestro e dal suo vice, un giovanotto con i suoi soli centodue anni. Lo chef mi riferì che erano i componenti di un consesso di parte degli "Ega" (mentre l'aggiunta della U, cioè EGAU spettava solo ai più anziani di età, di attività, di saggezza riconosciuta accettata). Si trattava di uomini, le donne al loro livello mancavano. Diversi erano indubbiamente venerandi, gli altri di media età, restando che lo status mentale e fisiologico era al massimo Si trattava. forse di immortali o semi-mortali? Indossavano la tunica grigia di Egau, con leggere varianti di lunghezza e confezione e cinture in vita di colore diverso denotanti, può darsi, livelli di grado differenti. Contrariamente agli altri Egau non portava cintura. La giornata degli ospiti si svolse in due fasi, la maggiore visitando nell'isola più centri di attività, condotti e guidati da appositi addetti, la seconda riunendosi riservatamente nella grande capanna del Consiglio, attivata sia per motivazioni interne sia esterne come questa volta che certamente non doveva essere la prima. La seduta paraparlamentare (posso chiamarla così?) durò fino all'alba, qualche ora di sonno, qualcosa di caldo per il mattino e tutti a casa, dove?, usando lo stesso enigmatico vascello dell'arrivo. Maestro devo rientrare e il passaggio è sempre aperto. Porterò con me l'esperienza di questo incontro e tornerò, si che lo farò, per ora ti chiedo di darmi congedo. Fai pure Odir, considerando alcune cose. Stanotte nella nostra comunità abbiamo parlato anche di te e altri, sappiamo il possibile, tutto, sul passato, sull'oggi e .... sul futuro. Per quanto ti riguarda ci siamo immedesimati in te o sei tu che lo hai fatto per noi; senza saperlo ma almeno intuendolo tu potresti essere uno di noi e noi te. Rientra pure, torna quando e se vuoi, io ti attendo pur se, lo so già, ci rivedremo presto. Devo parlarti molto, chiederti altrettanto, offrirti opportunità che potrebbero esserti congeniali. A presto Odir. Con questo rientro e forti dubbi sulla realtà e irrealtà chiudo quanto mi sono sentito di esternare sull'evento funesto del sedici dicembre duemiladiciotto, con le sue complicanze e conseguenze ancora in essere per alcune di esse. Temo di essere stato pesante e prolisso ma ciò che ho esposto è stato molto riduttivo sui travagli passati, pur se ho provato a ridurli a un minimale. Se c'è chi ha gradito il mio scritto nella sua positività e negatività non posso che esserne felice, se c'è chi lo ha trovato non gradevole sia certo che lo comprenderò. Tenterò ad ogni modo di proseguire il nostro pour parler provando a far nascere un fascicolo apposito, supportato dagli incontri futuri col Maestro Egau e dai miei intendimenti. Che titolo gli darò? semplice "L'Isola che non c'è" Peter Pan mi scuserà.
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