Sunday, September 15, 2019

Lunedì 10 settembre - Domenica 15 Settembre
sosta tecnica, revisionale e di PC
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Sunday, September 8, 2019


7 - 8 Settembre 2019. Sabato-Domenica, sosta blog e forum


9 settembre 2019 Lunedì

L'Isola che non c'è

Viaggio nel freddo -  edit 36

Eccomi aspirato da una corrente d'aria gelida che mi impacchetta nel suo interno e non immagino ove mi condurrà. Stalattiti e stalagmiti pendono o s'innalzano ovunque, pareti, soffitti, pavimenti tutti e sempre di ghiaccio della notte dei tempi . Questo trasporto turbinoso anomalo ha un attimo di sosta e ho modo di distendermi un poco, ne avevo bisogno, strano però, non percepisco alcuna rigida temperatura come dovrebbe essere visto il mio abbigliamento normale, non certo da monte Bianco! posso bere un  d'acqua da qualche sgocciolio d'attorno o da una piccola pozza sul punto di ghiacciarsi. Sono ritemprato dal modesto riposo e dall'aver potuto assumere un po d'acqua incredibilmente gradevole nella sua freddezza. Poi il tifone aspiratore riprendere il suo impeto approssimandosi a una meta per me sconosciuta. Devo dire che la sua forza si è rivelata altrettanto intelligente e delicata evitandomi un qualsiasi impatto con le miriadi di pinnacoli presenti dappertutto. Infine la luce biancastra flaccida, diffusa uniformemente da qualche fonte ignota generatrice inizia a espandersi e ampliarsi rafforzandosi  sino a giungere a un livello impossibile da tollerare per la vista. Il vento è ridotto e io mi trovo sospeso in questo abbaglio che mi costringe a chiudere entrambi le palpebre, inutile pensare di socchiuderle. Ove sono? all'interno o fuori il mondo ove regna l'algido perenne in ogni sua forma? Mi chiedo se  sono un corpo o un anima, uno spirito? mi trovo solo o il Maestro Egau è con me? e magari altri? Tutti quesiti che troveranno una soddisfacente riposta.    

Thursday, September 5, 2019

6 Settembre 2019 Venerdì

L'Isola che non c'è

Vertici e basi, geometria dell'eccelso  -  edit 34

.... Padre, ti sono riconoscente per avermi inviato il più elevato dei tuoi assistenti, Gabril, a aiutarmi e confrontarmi con Shatan, che ritiene d'avere ottenuta vittoria effimera non tanto su me, quanto su di me, quanto di Te Eccelso. Sono stato edotto per l'accaduto odierno che non rappresenta il Tuo volere ma il suo, il principe dell'oscuro e dell'inganno. Aiutami a far si che la Forza e Potenza racchiuse nell'Arca dell'Alleanza passino in me dalla mano di Gabril che stringe la mia, ciò non per uccidere alcuno come sarebbe stato avvenuto, quanto per dimostrare la Tua potenza e il loro errore per essersi posti al servizio dello spirito della discordia .... 
Ed ecco che sento pervadermi da un vorticoso flusso di energie plurime che cresce a dismisura. Si avvicinano due del palco dicendo: "andiamo" e nemmeno un tocco eccoli cadere come fulminati. Avranno modo di riprendersi, la forza da me chiesta non era per eliminare possibili e comuni nemici. Il culmine della potenza che è in me giunge all'apice e una raffica di folgori si abbattono sulla struttura infame. La mano destra stringe sempre Gabril ma percepisco delle presenze, attorno. Una in particolare è sulla sinistra:
.... Natan (il donato) nonché Odir (il prescelto), guardami e rammenta l'Eden in cui ti accolsi e conobbi, quello che definii l' "Isola che non c'è". Sono di nuovo io, il tuo eccellente Maestro Egau che sempre ti ha indirizzato, consigliato, apprezzato con i Vertici l'opera riuscita dell'aver pacificato e riunita la sterminata area afro-asiatica bagnata dal mare figlio del padre oceano esteso al di la delle colonne d'Ercole. Pure la folla ribollente di sdegno, stretta di sotto, stavolta non avrebbe consentito il prevalere della volontà dell'avversario contro cui siamo in perenne conflitto. Hai guardato i loro volti ora che l'Arca ti ha accettato, plasmato, aperti la mente e gli occhi? avrai notate quante presenze aliene, venusiane e altre, erano frammiste agli urlatori di sempre? Mai ti avrebbero abbandonato, mai ti avrebbero rilasciato alla mercé della plebaglia onnipresente e a un pugno di perfidi aguzzini ....
E' così che in un momento mi si vanificò la vista di tutti. La sparizione fu reciproca, anche la folla non vide più me. Ci fu chi gridò all'imbroglio, al miracolo, alla magia, alla scena preparata per confondere persone e idee, all'intervento del demonio. Mia madre Tamir (la Palma), raccolta in un angolo, piangeva sommessa circondata dalle sue e mie amiche più fedeli. Mi chiesi cosa fosse accaduto al mio precedente iter esistenziale. Riudii così bassa e decisa la voce amica di Gabril, l'entità creata fra le prime nelle schiere  che seguirono, la quale esprimeva il pensiero e gli indirizzi  del Vertice Massimo:
.... Natan-Odir, il prescelto donato, sono Gabril, la voce dell'Eccelso. Egli ha ben apprezzato il tuo intendimento di accettare la conclusione infame disposta non da Lui ma, sotto mentite spoglie, dallo spirito reietto di sempre. Ha rivisto in te l'Isacco e l'Abramo dei primordi e la fedeltà sempre palesata verso di Lui, nostro unico Vertice, che altro mai avremo. Rammenta le tavole di Mosè "Io sono il Signore di cui non si nominerà mai il nome e non se ne avrà mai alcun altro".  Prosegui pure la tua opera nella via che abbiamo ritenuta congeniale  a te, a Me, ai Vertici tutti. Il Maestro Egau, l'eccellente fra i Grandi Architetti Cosmici, sarà con te e ti esporrà le nostre decisioni e aspettative....

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Sunday, September 1, 2019

2 Settembre 2019 Lunedì

L'Isola che non c'è

 Finis, e poi?   -   edit 33


L'astronave si è mossa lenta ma decisa. E' quasi sopra noi e la sua ombra ci colpisce come fosse un'eclissi di sole quasi totale. E' ben percepibile una vibrazione nell'atmosfera  mentre si ode un in tutta l'area un brusio penetrante e intenso, non di più. Poi eccola fermarsi senza che al momento avvenga qualcosa. 
Infine un fascio di luce parte dal basso del vascello e si evidenzia sul terreno, come fosse una possente colonna che sorregga l'imponente carico, da cui iniziano a visualizzarsi a terra molti elementi senza si noti come scendano. Forse dal centro del circolo di luce ove è presente una colonna minore, ma più vivida e vibrante.
Il Maestro Odir stupito osserva attento e, riflettendoci un po, dice che si tratti di alieni venusiani, che abbandonarono il pianeta splendente prima che la natura, le radiazioni, una grande catastrofe, lo rendessero invivibile, almeno per come noi intendiamo il termine. Dell'opera di civilizzazione e colonizzazione da parte del venusiani ne avevo già un barlume di conoscenza per la grande mole di scritture, reperti, tracce, racconti, leggende che nei tempi remoti coinvolsero l'America centrale e del sud e sembrerebbe una loro derivazione esisteva pure nella mitica Atlantide.
In questo periodo ho preso anche atto, edotto dal Maestro Egau, che importanti colonie marziane sono anch'esse presenti nel cosmo e soprattutto, ciò mi lasciò stupefatto, di più centri alieni che alieni non lo sono proprio in quanto composti da umani che lasciarono la terra decine di migliaia di anni or sono, in parte anche rientrati e conviventi fra noi.

Di tempo ne passa parecchio senza che altro si verifichi finché le luci dell'astronave, e della colonna che che da esso diparte si intensificano consistentemente, è la nostra ora e in un attimo, avvolti dal loro fluido, ci troviamo in una sala argentea enorme con gli strani alieni attorno, senza casco, dalla testa abbondante, silenti e attenti che ci osservano coi loro grandi occhi. 

.... Esimio Odir, prescelto dalla nascita e prima ancora, io sono la voce del Vertice, la voce di chi grida nel deserto, di chi ha sofferto, implorato, ringraziato, vinto, perduto. Io sono la voce del principio che vede, dispone non si mostra, non sarebbe altrimenti unico e plurimo. Io sono l'urlo della gioia, del dolore, della giustizia, che riunisce ciò che coinvolge gli eletti e i derelitti della terra ....
.... Ti conosco bene Odir il prescelto, ti ho seguito per una vita e più volte ti ho dato lo sprone proteggendoti da difficoltà impreviste o cercate, anche molto gravi, e tu sai di cosa stia dicendo, tu però non conosci me, hai solo intuito la mia presenza e hai sempre affermato che un giorno avresti voluto conoscermi, eccomi Odir, io son qui e non di più. Ed è rivolto a te di persona il messaggio odierno .... 
.... China il capo di fronte all'idea e al volere del Sommo Unico e Eterno, Creatore del Cielo, della Terra, della Vita. Io fui fra coloro che dall'inizio lo servirono, sono l'unico cui è concesso esprimere il suo dire, a parlare in sua vece, anche ora che Egli è con noi e pure non lo vedrai si trova sul Trono a te di fronte.... 
.... E' è Lui che si è degnato incontrarti dopo il trascorso del periodo formulata dal grande Pitagora di duecentodieci anni dalla tua bisavola Sarah, discendente della tribù di Levi. Ciò ritenemmo non porre a tua conoscenza e facemmo che non venisse esternato agli avi del tuo genitore, i nostri intendimenti erano multipli e complessi e, giorno verrà, che ne sarai edotto pure tu.....

Ciò detto torna repentino in un baleno il chiarore di cento Soli che mi fa perdere ogni senso, stabilità, equilibrio, vista, parole, tutte cose eliminate, non facenti più parte di me. Anche la mente è offuscata da un rigoglio di lampi immani, da spirali eteree che ho l'impressione mi gettino ovunque, mentre resta il soffio di un unico contatto con questo innaturale status esistenziale. Percepisco flebilmente, ma chiaramente, ciò che si dice e mi si dice, pur se con sprazzi necessitanti per acquisire una loro logica e un loro collegamento:

.... Io il Massimo, Io il Grande, Io il Supremo, in un villaggio dell'odierna Siria ho scelto una pura vergine immacolata degna del mio sguardo, della mia considerazione, cui ho inviato il mio messaggero Gabril come testimone del mio verbo ....
.... Il suo nome è Tamar (Palma), la stessa che si chinò e protesse Maria e il figlio quando, prima della morte di Erode,  disposi si trasferissero in Egitto ....
.... e su Lei ho ritenuto lasciare traccia del mio alito, del mio spirito ....
.... da Lei verrà un figlio e entrambi lasceranno traccia nel mondo e nei tempi ....
.... figlio che riporterà i diletti Siriani e le comunità confratelle che li circondano in un'era di pace, giustizia, affinità e fratellanza e ciò in mio nome e  di Ibrahim, il progenitore di loro tutti ....
.... Odir, ti sei fatto notare dai Massimi Vertici e da me per l'opera egregia svolta in un Eden che non c'è, pur affiancato dal Grande Maestro Egau, un Eminente fra i Grandi Architetti dell'Universo. E sei tu di nuovo il mio prescelto per l'opera che condurrai con determinazione, ne ho certezza, e sarai il mio prescelto per testimoniare le mie volontà, se lo riterrò, in altre parti del pianeta Terra ....
.... Il nome che assumerai sarà Natan - Odir, il Prescelto loro donato. E' ciò che dispongo per i miei figli di Siria ... 


Altrove, nel contempo:

.... Ave o Tamar, piena di grazia ...
.... Il Signore è con te ....
.... Tu sei benedetta fra le donne ....
.... E benedetto sia il frutto ....
.... Del seno tuo Natan ....

come posso adempiere la volontà del mio Signore? non ho conosciuto contatto di uomo in me!


Tamar, ciò che non è possibile agli uomini  lo è per Dio, egli santificherà il tuo seno e ti conserverà come la più pura fra le madri dell'Asia siriaca! 


alcuni mesi e poi ...

.... Tu scendi dalle stelle ....
.... o Re del cielo ....

Pochi decenni e a seguire:

Padre se puoi allontana da me questa tribolazione!
segno di Kain impresso nella fronte allontana da me mani perverse

e il portello sul pianale è pronto a spalancarsi per inghiottire un corpo e una corda

ma Natan ode un flash nella sua mente .......
.... Natan il donato, sei sempre l'Odir il prescelto, sei sempre un neo Egau, rammentalo, non devi accettare questa infamia, il tuo cuore e le tua coscienza sono puri, basta subire offese. Le tue facoltà ti consentono ciò, attivale, ne hai la chiave, io Gabril, della prima creazione, sono qui accanto e non consentirò che Shatan compia un'altra opera malefica. Che termini l'epoca degli olocausti, delle ingiustizie estreme, dei sacrifici invani, reagisci, reagiamo assieme, hai il mio aiuto, hai con te la forza, la potenza cosmica, hai con te l'approvazione dei vertici tutti ....



Il dramma non finisce e prosegue con  un barlume di speranza per tutto e tutti.

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Tuesday, August 27, 2019

Da Lunedì 25 agosto a Domenica 1 settembre 2019

settimana di ferie per il blog e il forum

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Sunday, August 25, 2019

Sabato e Domenica 23 - 24 agosto 2019

sosta blog e forum

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Wednesday, August 21, 2019

Mercoledì 21  agosto 2019

L'Isola che non c'è

Ab Ovo  -  Duemilasette, iniziò il dramma  -   edit 32


I due volumi "Campo di ortiche" e "L'isola che non c'è" sembravano per ora terminati. Subiranno ovviamente le dovute revisioni, correzioni, integrazioni che non ne straviseranno il contenuto. Campo di ortiche parte con l'infausto 17 luglio Venerdì del 2015, tempo di ferie, (e c'è chi dice che il 17 e il Venerdì non portino sfortuna) continuando poi con il 16 dicembre 2018, alle porte del Natale. Furono due cadute-incidenti impietose, per me e mia moglie la prima, solo personale la seconda, di quelle che lasciano un segno tale da poter essere devastanti o letali cui si aggiungono, come sempre, più complicazioni. 
Però per la correttezza di questo iter malefico ho notato mancare l'inizio, la genesi, che generò poi il tutto. Infatti il calvario che mi ha, ci ha colpiti, era iniziato effettivamente il 10 luglio del 2007, durante le vacanze calabre nella villa di mia figlia sull'Aspromonte Silano (Rossano). Eravamo io e Diana con due sorelle salamandre e mariti succubi. Mia moglie, dopo dieci e più ore passate incoscientemente sotto il Sole di Calabria con 45° - 50° all'ombra e più, malgrado i miei ripetuti inviti a rientrare e dopo tre giorni che la radio locale invitava anziani e bambini a usufruire della spiaggia soltanto nelle prime ore mattutine o serali (inutile mitigare i suoi raggi con un banale ombrellino o una leggera cannicciata). Ed ecco che finalmente rientrati lei cada stecchita in terra, in un lago di sangue uscente copioso dalla tempia destra. Il disastro fisico è evidente. E' viva? è morta? sta per lasciarci? E' bianca come il latte, gli occhi sono fissi, il respiro non c'è, altrettanto il polso. Siamo pure soli. una delle coppie si era attardata altrove, l'altra ha il marito che di fronte all'evento è semplicemente scappato, sparito, dove è non si sa. Mia cognata "la salamandra", la maggiore responsabile di questa cottura di corpi e di cervelli, è sul piazzale antistante l'ingresso a gridare "aiuto! aiutateci!" rivolto a chi non so, visto che la prima villetta, per ora disabitata, è a quattro-cinquecento metri. Restano con me un tubista di paese e il figlio minore che avevano appena terminato un lavoretto idraulico (col papà che chiama immediatamente una ambulanza). Mi convinco, Diana non c'è più, e ricordo le parole di mia figlia medico: Papà se ti trovi in emergenza e di mezzo c'è un morto, chiunque sia, non entrare in panico e considera il corpo non come fosse un ex-umano, ma una cosa, niente di più! Allora via panico e disperazione, solo determinazione a provare di rianimarla. Risento il polso, nulla, così per il respiro. Mi pongo a cavalcioni su lei e giù colpi sulla cassa toracica con le mani a pugno per riattivare se possibile il cuore. Nulla di nulla. provo la respirazione bocca a bocca prolungata, inutile. Infine, estrema ratio, ho un'idea, tanto perso per perso non danneggio alcunché; chiamo il tubista e gli dico: .... "fammi avere tramite tuo figlio quanti più secchi d'acqua puoi e passameli, dalla cucina al soggiorno sono pochi passi, iul secchio è accanto il lavandino" .... 
Si avvia così una doccia continua e forzata, ogni secchio viene svuotato a colpo sul capo di Diana mentre è già pronto il successivo. Con l'acqua che finisce sul pavimento, il tanto sangue uscito e continua a farlo, siamo immersi in una specie di lago rosso. Dieci secchiate e nulla di nulla, quindici, nulla, attorno la ventina lei ha un singulto tracheale per del liquido che ha ostacolato il condotto aereo. Urlo: "E' viva! è viva!" non tocchiamola, l'ambulanza è già chiamata. (impiegherà più di un'ora per trovarci, si era persa nel viottoli dell'Aspromonte). Poi penoso ricovero all'Ospedale della cittadina che non commento, con mia figlia medico che dalla Lombardia predispone per un ricovero urgente a Varese, ove giungeremo dall'aeroporto di Vibo Valentia con l'Alitalia che ci facilita in cento modi. Dall'Ospedale lombardo avremo conferma di ciò temuto. che Diana avesse subito un ictus cerebrale dei non peggiori, pur sempre un ictus che lascerà il segno. Infatti da allora, tornata apparentemente alla normalità, lei inizierà a cadere inaspettatamente in casa e fuori, sempre in maniera rovinosa vista la caduta di faccia e il suo non proteggersi con mani, avambracci braccia. Al Pronto Soccorso dell'Ospedale romano Sant'Eugenio eravamo ormai noti e per tre volte venni chiamato, una dal Primario del P.S., due dal posto di Polizia Ospedaliero, onde accertarsi non fossi io l'eroe delle violenze sul suo volto e naso. Poi le cose gradatamente peggiorarono ed eccoci al 17 luglio 2015 (ahi!), che toccò il culmine da cui ne uscimmo malamente, per mia moglie con ecchimosi, storture e una mente ancor più disturbata, dopo un tentativo di farla finita da un nostro balcone e io che, per salvarla (ce la feci un'altra volta), mi trovai con tre costole rotte, una lacerazione di cinque centimetri del muscolo bicipede, oltre due vertebre gravemente offese dalla caduta di spalle (D12 e L4), con mia moglie al di sopra e la spina dorsale che impattò sulla barra metallica di chiusura della finestra del saloncino (stesse vertebre che pochi mesi dopo collassarono con dolori e conseguenze immaginabili). Ne nacque un libro "Campo di Ortiche", che oggi si arricchisce doverosamente di una ulteriore pagina di apertura, quella dell'anno 2007, oltreché della seconda parte finale concernente il mio incidente del 16 dicembre 2018 in cui, un po in conseguenza del tutto, mi procurai una poli-frattura del femore sinistro e una emorragia interna che sembrava inarrestabile (combattuta in modi vari ma soprattutto con 10 sacche di sangue, l'intero mio, con quel che ne derivò, inclusi otto mesi di ricoveri vari e un mio spaziare semi-onirico in un diverso livello esistenziale da cui nascerà l'Isola che non c'è, seconda parte di Campi di ortiche. Anni dal 2007 al 2019, ben ventidue che io, mia moglie, tutti i miei, ne restammo colpiti, frastornati e, perché non dirlo, anche un alquanto impoveriti come finanze.


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Tuesday, August 20, 2019

Martedì 20  agosto 2019

L'Isola che non c'è

 Finis, e poi?   -   edit 31


L'astronave si è mossa lenta ma decisa. E' quasi sopra noi e la sua ombra ci colpisce come fosse un'eclissi di sole quasi totale. E' ben percepibile una vibrazione nell'atmosfera  mentre si ode un in tutta l'area un brusio penetrante e intenso, non di più. Poi eccola fermarsi senza che al momento avvenga qualcosa. 
Infine un fascio di luce parte dal basso del vascello e si evidenzia sul terreno, come fosse una possente colonna che sorregga l'imponente carico, da cui iniziano a visualizzarsi a terra molti elementi senza si noti come scendano. Forse dal centro del circolo di luce ove è presente una colonna minore, ma più vivida e vibrante.
Il Maestro Odir stupito osserva attento e, riflettendoci un po, dice che si tratti di alieni venusiani, che abbandonarono il pianeta splendente prima che la natura, le radiazioni, una grande catastrofe, lo rendessero invivibile, almeno per come noi intendiamo il termine. Dell'opera di civilizzazione e colonizzazione da parte del venusiani ne avevo già un barlume di conoscenza per la grande mole di scritture, reperti, tracce, racconti, leggende che nei tempi remoti coinvolsero l'America centrale e del sud e sembrerebbe una loro derivazione esisteva pure nella mitica Atlantide.
In questo periodo ho preso anche atto, edotto dal Maestro Egau, che importanti colonie marziane sono anch'esse presenti nel cosmo e soprattutto, ciò mi lasciò stupefatto, di più centri alieni che alieni non lo sono proprio in quanto composti da umani che lasciarono la terra decine di migliaia di anni or sono, in parte anche rientrati e conviventi fra noi.

Di tempo ne passa parecchio senza che altro si verifichi finché le luci dell'astronave, e della colonna che che da esso diparte si intensificano consistentemente, è la nostra ora e in un attimo, avvolti dal loro fluido, ci troviamo in una sala argentea enorme con gli strani alieni attorno, senza casco, dalla testa abbondante, silenti e attenti che ci osservano coi loro grandi occhi. 

.... Esimio Odir, prescelto dalla nascita e prima ancora, io sono la voce del Vertice, la voce di chi grida nel deserto, di chi ha sofferto, implorato, ringraziato, vinto, perduto. Io sono la voce del principio che vede, dispone non si mostra, non sarebbe altrimenti unico e plurimo. Io sono l'urlo della gioia, del dolore, della giustizia, che riunisce ciò che coinvolge gli eletti e i derelitti della terra ....
.... Ti conosco bene Odir il prescelto, ti ho seguito per una vita e più volte ti ho dato lo sprone proteggendoti da difficoltà impreviste o cercate, anche molto gravi, e tu sai di cosa stia dicendo, tu però non conosci me, hai solo intuito la mia presenza e hai sempre affermato che un giorno avresti voluto conoscermi, eccomi Odir, io son qui e non di più. Ed è rivolto a te di persona il messaggio odierno .... 
.... China il capo di fronte all'idea e al volere del Sommo Unico e Eterno, Creatore del Cielo, della Terra, della Vita. Io fui fra coloro che dall'inizio lo servirono, sono l'unico cui è concesso esprimere il suo dire, a parlare in sua vece, anche ora che Egli è con noi e pure non lo vedrai si trova sul Trono a te di fronte.... 
.... E' è Lui che si è degnato incontrarti dopo il trascorso del periodo formulata dal grande Pitagora di duecentodieci anni dalla tua bisavola Sarah, discendente della tribù di Levi. Ciò ritenemmo non porre a tua conoscenza e facemmo che non venisse esternato agli avi del tuo genitore, i nostri intendimenti erano multipli e complessi e, giorno verrà, che ne sarai edotto pure tu.....

Ciò detto torna repentino in un baleno il chiarore di cento Soli che mi fa perdere ogni senso, stabilità, equilibrio, vista, parole, tutte cose eliminate, non facenti più parte di me. Anche la mente è offuscata da un rigoglio di lampi immani, da spirali eteree che ho l'impressione mi gettino ovunque, mentre resta il soffio di un unico contatto con questo innaturale status esistenziale. Percepisco flebilmente, ma chiaramente, ciò che si dice e mi si dice, pur se con sprazzi necessitanti per acquisire una loro logica e un loro collegamento:

.... Io il Massimo, Io il Grande, Io il Supremo, in un villaggio dell'odierna Siria ho scelto una pura vergine immacolata degna del mio sguardo, della mia considerazione, cui ho inviato il mio messaggero Gabril come testimone del mio verbo ....
.... Il suo nome è Tamar (Palma), la stessa che si chinò e protesse Maria e il figlio quando, prima della morte di Erode,  disposi si trasferissero in Egitto ....
.... e su Lei ho ritenuto lasciare traccia del mio alito, del mio spirito ....
.... da Lei verrà un figlio e entrambi lasceranno traccia nel mondo e nei tempi ....
.... figlio che riporterà i diletti Siriani e le comunità confratelle che li circondano in un'era di pace, giustizia, affinità e fratellanza e ciò in mio nome e  di Ibrahim, il progenitore di loro tutti ....
.... Odir, ti sei fatto notare dai Massimi Vertici e da me per l'opera egregia svolta in un Eden che non c'è, pur affiancato dal Grande Maestro Egau, un Eminente fra i Grandi Architetti dell'Universo. E sei tu di nuovo il mio prescelto per l'opera che condurrai con determinazione, ne ho certezza, e sarai il mio prescelto per testimoniare le mie volontà, se lo riterrò, in altre parti del pianeta Terra ....
.... Il nome che assumerai sarà Natan - Odir, il Prescelto loro donato. E' ciò che dispongo per i miei figli di Siria ... 


Altrove, nel contempo:

.... Ave o Tamar, piena di grazia ...
.... Il Signore è con te ....
.... Tu sei benedetta fra le donne ....
.... E benedetto sia il frutto ....
.... Del seno tuo Natan ....

come posso adempiere la volontà del mio Signore? non ho conosciuto contatto di uomo in me!


Tamar, ciò che non è possibile agli uomini  lo è per Dio, egli santificherà il tuo seno e ti conserverà come la più pura fra le madri di Siria! 


alcuni mesi e poi ...

.... Tu scendi dalle stelle ....
.... o Re del cielo ....

Pochi decenni e a seguire:

Padre se puoi allontana da me questa tribolazione!

e il portello sul pianale è pronto a spalancarsi per inghiottire un corpo e una corda

ma in un flash nella mente di Natan si ode .......
.... Natan, sei sempre l'Odir il prescelto, sei sempre un neo Egau, rammentalo, non devi accettare questa infamia, il tuo cuore e le tua coscienza sono puri, basta subire offese e non reagire. Le tue facoltà ti consentono ciò, attivale, ne hai la chiave, io Gabril, della prima creazione, sono qui, accanto a te e non consentirò che Shatan compia un'altra opera malefica. Basta con l'epoca degli olocausti, delle ingiustizie estreme, dei sacrifici invani, reagisci, reagiamo assieme, hai il mio aiuto, hai con te la forza, la potenza cosmica, hai con te l'approvazione dei vertici tutti ....



Il dramma non finisce e prosegue con  un barlume di speranza per tutto e tutti.

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Sunday, August 18, 2019

Lunedì 19  agosto 2019

L'Isola che non c'è

 L'epilogo  -   edit 30

Io Odir e il Maestro Egau siamo in attesa di qualcosa di importante, che cosa? lo sapremo presto in quanto la navicella sull'orizzonte, fronte a noi, è chiaramente in attività, come attendesse un segnale, una autorizzazione a procedere sulla traccia avviata il giorno precedente. Ho il sentore che lo sviluppo di oggi concerna me e non altri e che il Maestro Egau ne sappia ben più di quanto possa immaginare. Di sorprese nel soggiorno sulla "Isola che non c'è" ne ho avute diverse e quella in arrivo potrebbe essere la maggiore d'ogni altra. Il disco all'orizzonte continua a spostarsi con movimenti lenti, il contrario di quelli repentini e fulminei consueti. Poi sparisce, non c'è più. Ma ecco profilarsi al suo posto un vascello enorme se visto in proporzione col precedente. Il Maestro Egau è assorto, pare parlotti con qualcuno via mentis mentre il grande Kosmo-conchiglia si approssima sempre più fermandosi sul bordo del costruendo kosmo-dromo, a un'altezza ridotta, sui due-trecento metri, generando un'ombra immensa al di sotto. Nessun cenno di landing. l'aspetto imponente è completato da un cerchio di luce, come fosse Saturno. Un possente ronzio accompagna il suo esserci ed i movimenti. In un attimo un compatto fascio di luce eccolo collega la  base col suolo ove, ai margini, si notano diverse figure umane o umanoidi di cui una parte è immobile, tali sorvegliassero un importante monumento, altre indaffarate invece in un andirivieni che solo loro sanno perché  svolto e in cosa consista. Io, Odir il Prescelto e il Maestro Egau siamo accostati l'un l'altro, soli su una parvenza di altura, stagliandoci sull'orizzonte retrostante; abbiamo le braccia rivolte al cielo con le palme delle mani aperte. 
Voce interna mi dice: .... occhi chiusi, potresti danneggiarli .... 
Nel contempo dalla parte anteriore della nave spaziale si apre un portellone e una via retta di luce accecante parte da essa e termina ai nostri piedi. Un rigoglio finale ci accoglie, ci ingloba, ci stordisce e ... ci troviamo  all'interno dell'astronave.Ripristino la vista e siamo al centro di una grande stanza circolare. Vedo il Maestro tranquillo, forse non è la prima volta di un tale suo coinvolgimento, apparentemente sprovvista di ogni attrezzatura. Io mi trovo in uno stato di pluralità di emozioni e sentimenti. Timore, paura, appagamento, attesa sono contemporaneamente in me mentre la voce interna consueta mi dice di tenermi pronto, a che cosa?  passa del tempo (quanto? un attimo, mesi, anni?) poi tutto piomba nel buio. E' una oscurità difficile da definire, talmente priva di ogni possibile riferimento da farmi pensare al buio assoluto cosmico, esistenziale, ancestrale. Poi fulmineo ecco scatenarsi un bagliore talmente potente e duraturo da paragonarlo a più Soli ardenti in contemporanea. Provo a chiudere gli occhi ma è impossibile attenuare in maniera sensibile l'immane potenza. Sono colpito da più sbandamenti, svenimenti, cadute reali o immaginate. I miei piedi non toccano più terra, faccio parte di un turbine incontrollabile il quale non so dove mi porterà. Penso con un barlume di coscienza residuo di essere al di fuori di ogni livello e dimensione esistenziale o no. Anch'io divengo parte di questo scatenamento, di questa tromba d'aria che tutto assorbe, rimescola e modifica. Poi un relativo fermo di queste condizioni irreali e la luce, gradatamente, scende a livelli più sopportabili. Quanto calore o freddo nulla di variante serio, era tenue prima e tale è rimasta. Sono al centro della sala d'inizio. Il Maestro Egau non è più con me .Sento avvicinarsi concreto, impellente, un qualcosa di inspiegabile, che stavolta dovrò affrontare  solo, senza figure consigliere o di intermediazione.

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Thursday, August 15, 2019

Venerdì 16  agosto 2019

L'Isola che non c'è

L'epilogo fa capolino  -   edit 29

... Prescelto Odir, tu e pochi altri lo foste fin dalla nascita e forse prima. Ritengo che l'incontro possa concernere noi si, ma in particolare te, ovviamente ne so qualcosa ma preferisco resti riservata. Comunque questa notte, se dovesse passare senza chiamarci, cerca di fare un bilancio di te sull'arcipelago e trarne opportune induzioni e deduzioni. E' possibile ti venga chiesto della tua esperienza isolana e incontrare de visu l'Architetto Massimo fra gli architetti dell'Universo che giustificano il nostro cosmo. Ne ho parlato con Ju Ping il quale, lo avrai compreso anche tu, è una figura molto importante, è un Egau di primo livello addetto col suo cargo enigmatico (c'è? non c'è) a rifornire perennemente i nostri centri che non ci sono, una irrealtà paragonabile, volendo metricamente, a quella presente parallelamente a noi ....
.... Si Maestro Egau, anche io avevo pensato che fossi chiamato a qualcosa di più impegnativo e importante, ignorando però in che ciò possa consistere. Così questa notte, breve o no possa essere, voglio fare con Lei un excursus del mio trovarmi nell'isola, allargandolo alle quattro sorelle ad essa prossime, per vedere se il fare nel campo materiale, morale spirituale abbia dato risultati concreti ....
.... Vedi Prescelto Odir, è bene tu sappia di essere stato inserito volutamente in una irrealtà priva ancora da ogni intervento modificativo. C'era e c'è chi desiderava vedere e valutare un tuo intervento e, penso, tu abbia risposto alle aspettative ricevendo per ciò il sigillo frontale del Grande Kain, il protettore del mondo naturalistico, della coltivazione, della lavorazione del ferro, delle costruzioni nonché l'appoggio, in occasioni a te conosciute o no, del Grande Tubal, maestro eminente nelle fusioni metallifere ....
.... Si grande Egau, ma per ogni azione compiuta, oltre gli interventi dai nostri Eminenti e Massimi, ho sempre avuto il tuo appoggio, consiglio, aiuto, protezione che hanno facilitato e permesso l'operare. Così fu per l'arte bianca, che oggi vede presenti un molino, un pastificio, un panificio coi loro connessi e occupati scevri da ogni imposizione gravosa di lavoro e impegno, così è per il fiorente centro di produzione stuoie e tappeti e per filande e telai generanti tessuti pregiati e ricercati. Altrettanto per l'iniziativa agricola, con raccolto cerealicolo duplice e coltivazione d'ogni ben di Dio, oltre il tanto che la natura già ci offre, condotto da lavoranti meticolosi, responsabili. A ciò si affianca un mini centro lattiero-caseario ancora agli albori, ma con produzione già in atto pur se limitata. ....
..... Rammenta poi Eccelso Maestro il sorgere di decorosi edifici, del Centro metallifero, officinale e di falegnameria che ci hanno resi autosufficienti in molte casistiche, primis nelle costruzioni. E l'impegno applicato nella istruzione ove, lo ammetto, le mie simpatie, non l'opera, furono indirizzate agli studi classici ritenuti, forse a torto,  preminenti sugli altri indirizzi liceali? E la salute degli ospiti, e restanti autoctoni, oggi tutelata nel modo migliore, che poniamo pure a disposizioni di altri centri a noi simili? e l'opera incredibilmente positiva della Prescelta Odir Marzia proveniente dal mondo stavolta reale? non dimenticando lo sviluppo delle cure con fiori, piante, radici, estratti dei nostri giardini? Altrettanto per la tutela subacquea dei nostri ragazzi raccoglitori di perle, oggi attrezzati con sussidi che hanno drasticamente ridotto gli impieghi delle camere isobariche? .... 
.... E che dire dell'assemblea generale, un parlamentino agile, rispondente, proficuo per tutti che ha avallato, e avalla, uno status esistenziale e comportamentale ineccepibile e tranquillo, consentendo di mandare a quel paese, almeno fino a oggi, giustizia civile, penale, codici e codicilli d'ogni tipo, privilegiando Lei, Grande Egau, come moderatore monocratico assiso sul seggio sotto la quercia della collina?  Mi sento di aggiungere l'assenza di ogni tipo di moneta fra i presenti dell'isola, inutile e dannosa, lasciando la finanza generale a sua e nostra disposizione?....
.... Quante altre cose potremmo aggiungere Eminente Maestro ma la maggiore, che più mi ha soddisfatto, è stato il rifiuto a impostare o peggio imporre ogni religione, considerando Sole, Luna, Stelle come fratelli, sorelle, amici, non altro, rispettati e graditi con nostro inno al Sole, pur se non farina del mio sacco.  ....
.... Prescelto Odir, cessiamo e attendiamo, come vedi qualcosa sta evolvendosi. Il Disco ha cambiato posizione e ha acceso le luci. Attendiamo ....

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Wednesday, August 14, 2019

Giovedì 15 agosto 2019 sosta del blog. 
Onoriamo così le FERIAE dell'imperatore Augusto, sfrenate, licenziose, irriverenti come tutte quelle dell'antica Roma. Il Papato tentò inutilmente, più e più volte, di abolirle poi, non essendoci riuscito, pensò bene di dedicare il giorno quindici di agosto, Ferragosto, apice di un periodo più lungo, alla Assunzione in cielo della Madonna. Variante che francamente non so quanto sia stata compresa e applicata, come ignoro se i precedenti baccanali impudici siano riusciti a eliminarli.

Tuesday, August 13, 2019

Mercoledì 14  agosto 2019

L'Isola che non c'è

Contatti e altro  -   edit 28

Non ero pronto a un incontro tale quello che si concreterà fra poco. Avevo sempre accettato quando ero nell'altra dimensione l'esistenza del cosiddetti "Dischi Volanti" e di uno di essi ne ebbi e ne avemmo una visione mattutina inconfondibile e chiarissima nel cielo terso sovrastante la cittadina del nord ove vivevo, il quale si esibì per più minuti compiendo miracoli aeronautici di spostamento simultaneo allontanandosi poi  per un terzo dell'orizzonte a una velocità da paura, inimmaginabile. Altro contatto fu quando un corpo rotondo o discoide traversò il basso orizzonte in un baleno, senza deviare, traversando una striscia di centottanta gradi, metà di una circonferenza, lasciandosi dietro una vistosa scia gassosa che poi svanì. In questo caso però poteva trattarsi del rientro in atmosfera di un relitto spaziale, schiantatosi in qualche luogo dimenticato o in mare, pertanto non lo considero come un possibile contatto UFO (Unknown Flyng Object). Casi minori, incerti, dubbi, li ho tralasciati.
La navicella spaziale è sopra di noi, quota bassissima, una trentina di metri, ed è immobile, ha un diametro sui venti metri, ruota lenta su se stessa, ha un insieme circolare di luci di posizione policrome accese. Per quanto si notai non esiste alcuna protuberanza esterna, tutto è levigato, lucente, come alluminio e lucente (dico ciò per somiglianza visiva, non tecnica, di certo trattasi di metallo ben diverso. Un cerchio di raggi perpendicolari la collegano al suolo come fosse adagiata su un cuscino apposito. Infine dai bordi laterali scendono lente quattro articolazioni di atterraggio, senza che il disco per il momento ne faccia uso.
Il Maestro Egau è accanto me e osserva attento la scena insolita. Mi dice che a bordo dovrebbe trovarsi, o arriverà, il vertice massimo addetto alla disseminazione cosmica della vita. In ciò si ripete, me ne aveva fatto già cenno in precedenza, quando l'UFO era ancora irrealtà. 
Tutto il cantiere per il Kosmodromo è fermo, curioso e vigile, sono poi presenti ai lati dell'Off-Limit molti ospiti attenti e curiosi. .
Infine con un leggero balzo in basso la navicella tocca terra e qualche minuto dopo si apre un passaggio da cui scende, assiso in un seggiolino, una figura alquanto simile a noi nel generale, però con evidenti particolarità nei dettagli. Indossa una tuta bianca complicata che ricorda più  quelle da lavoro che per ricerche cosmiche. Scarpe pesanti e grandi guanti completano il vestiario. L'astro-pilota non ha casco, o se lo aveva ha preferito lasciarlo a bordo. Del corpo posso dire che noto un viso non estraneo al mio mondo di prima, però lo sviluppo cranico, il frontale e il posteriore , sono chiaramente più sviluppati dei nostri. Così per gli occhi, che mi paiono senza ciglia e sopracciglia, il naso leggermente più ridotto, la bocca più scarna quanto a labbra. Ciò non toglie che la sua testa richiami più o meno quelle dell'umanità a noi parallela. 
Completano busto, braccia e gambe apparentemente meno sviluppate rispetto un capo di tutto rispetto.
L'essere alieno, come chiamarlo? guarda il Maestro Egau e me accennando un verso del viso (un sorriso?) e alza la mano destra a palma aperta, come facevo io un abisso di passato fa quando indossavo una sciatta camicetta nera. Egau e io rispondiamo e allora l'astronauta voce piatta, monotona, metallica:
.... Fratelli dell'arcipelago che non c'è, fratelli che nell'isola cinque accoglierà la base per una delle nostre fasi di ritorno. il conduttore della base spaziale cui tutti i nostri vascelli fanno riferimento vi invia il suo saluto per l'incontro odierno, preceduto da quelli che movimentarono i cieli undicimila-trecento anni terrestri or sono con la scomparsa di Atlas e i suoi sessanta milioni di uomini-Dei. Sostate vicino noi e attendete. Il Vertice Massimo che ha a cuore gli umani sarà fra noi e sarà suo gradimento incontrare entrambi voi, grande Egau assieme a te Prescelto Odir. Io, capo della squadra di volo e navigazione che mi sovrasta provvederò a avvertirvi della disponibilità del Vertice eccelso. ....
Di nuovo mani destre alzate in forma di fratellanza, poi torna e sale il seggiolino, il nostro interlocutore scompare con l'apertura che si richiude, le gambe del mezzo che si rialzano. Anche il vascello spaziale e si rialza stazionando a un centinaio di metri d'altezza. E noi tutti in attesa degli sviluppi che ben presto verranno.


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Monday, August 12, 2019

Martedì 13  agosto 2019

L'Isola che non c'è

Contatti   -   edit 27

Sull'isola è un periodo di piena attività, chi più, chi meno, ha qualcosa da fare, senza comunque eccedere nella propria disponibilità visto l'indirizzo isolano della preminenza della quiete e della tranquillità. Visto che pure l'Eminente Egau è anch'egli su questa comune ne resta che solo io sono impegnato per dodici ore, anche quattordici e più, visti i cantieri in essere e la necessità che i lavori siano seguiti al meglio. La mia vita con le due assistenti Edera e Perla, ora vere mogli di fatto e di diritto dopo l'approvazione dell'unione e la benedizione ricevute dal maestro Egau procede splendidamente. I miei angeli custodi non hanno variato di nulla nel comportamento assistenziale e protettivo, anzi lo hanno intensificato maggiormente sia per la loro presenza sia per la dedizione. Sono due cugine di pari età o quasi, figlie di due sorelle, chiare di carnagione, voci sempre tenui con più similarità, capelli tesi l'una neri, l'altra poco più chiari. Non hanno problema per essersi entrambe legate a me e rifiutano con decisione i due minialloggi abbinati alla mia casa che vorrei disporgli, Solo uno è sufficiente considerando pure che la maggior parte del tempo lo passino da me o con me. Sono straordinarie nell'abbracciarmi, nel baciarmi, nell'accompagnarsi nel mio giaciglio con riservatezza e discrezione, sia di modi che espressiva. Se non fosse per gli aspetti conseguenti a esserci innamorate, con ciò che ne viene, le considererei tali figlie. Mi chiedo anche, più volte, ove possa trovarsi oggi la mia moglie della vita terrena, quella del passato insomma (qui il tempo di prima non esiste, poco? tanto? tantissimo?) penso però che, alla fin fine, anch'essa potrebbe essere soddisfatta della mia attuale posizione.
Sento che il Maestro Egau mi chiama, deve essere importante:
.... Prescelto Odir è in arrivo un nostro vascello dalla profondità cosmica, non è una astronave ma solo una parte derivata di essa. Di norma imbarcano cinque elementi di equipaggio. Ne ho avuta appena notizia e occorre tu vada a controllare la presenza di una superficie idonea nel Kosmodromo che, pur coi suoi lavori in corso, qualche adeguato angolo deve averlo lasciato. ....
Userò il nostro piccolo elicottero acquistato in tempi recenti per spostamenti zonali o locali e per qualche emergenza che di solito non abbiamo.
.... provvedi pure che la mia lancia a motore, con i tre di equipaggio, sia a disposizione immediata, partirò subito per l'isola cinque ....
Mi alzo col piccolo apparecchio e punto deciso sulla cinque preavvertendo l'arrivo prima di sorpassare l'isola quattro. Discesa buona e subito alcuni dirigenti corrono verso me.
.... Eminente Odir, abbiamo predisposto l'area che avete chiesto e il molo ove attraccherà il Sommo Egau Siamo a conoscenza dell'arrivo della navicella e da poco abbiamo fronte a noi un qualcosa di immobile che non ci risponde, in attesa di che non sappiamo. ....
.... presto lo sapremo ingegnere, accendete tutte le luci del cantiere e della vostra area landing, date luce intermittente, basterà ....
Ciò fatto anche il punto lontano inizia a inviare lampi di luce e poi si muove. Ecco, in un attimo è sopra noi, lucente, metallico, di medie dimensioni, avvolto da un chiarore innaturale, silenzioso. sono giunti visitatori da dove? per parte di chi? da quali dimensioni? da quali tempi? 
Frattanto è approdata la lancia del Maestro Egau e attendiamo gli sviluppi.

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Sunday, August 11, 2019

Lunedì 12 agosto 2019

L'Isola che non c'è

Affari di cuore   -   edit 26

Per me, contrariamente  a altri o magari a tutti, c'è stato, c'è, ci sarà sempre l'affaccendarsi, lo sbrigarsi, la fretta, il correre, il fare degli ultimi minuti dopo quattordici ore e più dedicate al problemi dell'isola. Per fortuna la mia applicazione è stata sempre alleviata dalle mie stupende collaboratrici, Edera e Perla che, con grazia, dolcezza e fermezza mi sequestrano un'oretta per un bagno caldo, massaggio e crema vivificante sul corpo. Così è anche per il pranzo o il caffè spesso dimenticati. Circa l'orario, connesso anche al mio rifiuto beneficiare di una  sosta pomeridiana esse, dopo le dodici ore (che più volte passano a quattordici o quindici per motivi emergenziali)  sempre silenziose, sorridenti, decise, vengano .... a prelevarmi in qualsiasi luogo ove mi trovi similmente alla mia mamma che mai cessò di prendermi a scuola finché finissi le medie. Da quel momento ero succubo dei loro sorrisi, accortezze, gentilezze, cure. Il risultato fu che, oltre a mancarmi durante lo svolgimento del lavoro, io presi una cotta irrefrenabile, sonora, né per l'una né per l'altra, né per Edera né per Perla ma per entrambi indivise, come se Edera-Perla fossero un unico giunco rigoglioso di fiume. Loro accettarono ciò naturalmente, senza problema alcuno, con la passione e il diletto concesso da un mondo che purtroppo non c'è. Come si fa a parlare di amore in una realtà inesistente? Fu questa una variante che d'inizio pensai non mi toccasse, eppure sbagliavo, tutto si ripeteva come nella dimensione di prima, tutto si replicava, si rinnovava. Fui malato per un certo periodo e alternativamente una di loro si curava di me, dormiva nel mio grande alloggio semivuoto e poi, con un fruscio impercettibile, la sentivo a volte accanto con un compassato e silenzioso ardore, pur sempre ardore. Ciò si ripeté con entrambe finché ne venne che una sera le feci sedere accanto a me e le dissi, senza sotterfugi inutili che io, Odir il futuro Egau, mi ero innamorato follemente di entrambe, non divise, sarebbe crollato tutto il mondo che gli avevo creato attorno. Sorrisero, dissero che lo avevano ben notato e aspettavano solo il momento per una giusta esternazione e ... mi baciarono delicatamente bocca, mani, fronte (ahi il male che mi fece il segno di Kain!). 
.... Maestro Egau, devo intrattenerla su un argomento personale, posso?
.... C'è che oltre il mio fare mi sia innamorato come uno studente sedicenne e vorrei sentire il suo pensiero circa la possibilità che ciò posa avvenire in questa isola che non c'è e sia compatibile con i livelli che i Vertici Massini mi hanno conferito ....
.... Prescelto Odir, ti pare che io non sappia già quanto stai dicendo? è uno sprazzo di diversa gioventù che ti pervade, ci pervade, è il segno della vita presente in ogni dove, che esista o meno, è una nota tua di rispetto per me, di gentilezza e cortesia che condivido pienamente, se è questo che attendevi prendi atto del mio compiacimento e approvazione ....
.... Maestro Egau, un problema comunque c'è e non è da poco, io non sono innamorato di una delle nostre ragazze che mi assegnaste per collaborazione e assistenza, Edera e Perla, ma di entrambe, senza scelta o simpatia singola esse sono divenute il complemento indispensabile alla mia vita e questo mio affetto, se possibile, vorrei elargirlo loro insieme nel modo come esse lo faranno per me ...
.... Prescelto Odir, mi vedi sorridere, ma anche ciò era a mia piena conoscenza e probabilmente nei nostri piani. Nelle pochissime norme comportamentali dell'isola dell'amore perenne, dell'isola che non c'è, ti risulta che esistano norme le quali vietino più unioni fra uomo-donna o fra donna-uomo? non ci sono infatti, tutto è regolato dalla convinzione di non alterare equilibri naturalistici singoli e collettivi e comunque dalla mia approvazione espressa dal seggio sotto la quercia della collina. Prosegui pure Odir e se la comunità di questa diversa realtà si arricchisse di una vita da te donatagli che ciò ben sia, ti benedico Odir ....

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