Tuesday, July 9, 2019

Mercoledì 10 luglio 2019 


L'Isola che non c'è

 La mia presenza - Inserto 8

Di tempo ne è passato e mi sono abituato all'isola come fosse da sempre la mia base esistenziale. Molto prima mi trovavo in una realtà caotica, affollata, pregna di problemi fisici, economici, morali, spirituali dalla cui combinazione ne veniva uno status complicato, agitato, non una vita vera e positiva come dovrebbe essere, impegnata, costruttiva di qualcosa, anche con attimi più o meno fugaci di quiete, riflessione, introspezione del proprio animo.
I ricordi dell'essermi trovato altrove, forse altra dimensione, sono sempre più evanescenti e vaghi. Avevo una moglie colpita nella sua anzianità elevata da scompenso cerebrale difficile da gestire e impossibile da curare. Dove sei ora Diana? avevo tre figli e tre nipotine, anzi quattro. Rita, Silvia, Alberto, figli miei, com'è la vostra vita? vi ricordate di me? Dalia, Stella, nipoti tali figlie mie, potendo cercherei di starvi vicino, mi avete dimenticato? e tu Aurora che rallegrasti il nostro mondo e le nostre età quanto sei cresciuta senza che ti abbia potuto seguire? non ti dimentico certo Arianna, rammento i nostri incontri e i tuoi diciotto anni, sei sempre quella spensierata e felice dei miei ricordi? Comunque in questa isola che non c'è forse non ci sono nemmeno io, pur se tutto ciò che mi prende, circonda, avvicina è per me reale e concreto. Mi trovo forse in un Limbo particolare? in un Eden i cui Vertici, per me ancora ignoti, tentano una nuova Genesi? In qualsiasi condizione io sia c'è che mi trovi colmo di intendimento all'operare, al fare, al pensare. 
La realtà è oggi per me l'irreale, il mondo è quello che non c'è, eppure c'è, ci sono, ci siamo entrambi.
.... Buona giornata Grande Egau, stamane ho passato una fase di meditazione. Ha potuto sentire l'inno al Sole che Le dissi avrei preparato? E' solo un arrangiamento, i veri autori Orazio e Puccini hanno il merito del testo e della musica. Per me, visto che in origine era dedicato alla mia città d'una volta, Roma, si è trattato solo di trasformarlo in elegia non rivolta a altri, ma proprio e solo a lui, il Sole, che consideriamo un nostro fratello. Esso recita:

Sole che sorgi            --         Libero e giocondo  
sulle marine  tue  --               nostre fatali
Sole tu non vedrai       --       alcuna cosa al mondo
maggior del Sole     --          maggior del Sole
       
segue  .....................

Il testo prosegue ma questa è la parte ricorrente che utilizzeremo noi tutti per elevare al sole, mattino e sera, un pensiero di riconoscenza, non di culto, per quanto di vitale ci è donato suo tramite. Ti avevo accennato qualcosa su questo nostro pseudo inno (in effetti non lo è) e non eri certo contrario. Ti prego Maestro di farmi conoscere ora il tuo pensiero e autorizzarmi a costituire e istruire una Schola-Cantorum che, rivolgendosi a Lui, ci avvii e chiuda la giornata degnamente ..... 
.... Odir, ne avevo già anticipato l'ascolto e gradito il testo. Ti autorizzo a che la tua idea abbia sviluppo secondo i tuoi, miei e nostri desideri. Procedi pure ....