Wednesday, June 26, 2019

Giovedì  27 giugno 2019

segue da L'ortica è infestante

 L'isola che non c'è - Parte dieci - 

..... Segue dalla numero nove.....

Il pranzo e le due cene dei venti ospiti andarono benissimo, sia per il gradimento dei cibi sia per l'idea di loro impostazione in menù ittico, menù carneo e menù nature. L'ambiente fu vivace, gradevole, disteso. A ogni ospite venne assegnata una giovane assistente sia per la minuta gestione conviviale, sia fisica con doccia calda assistita, sia di riposo nella sezione notte di una foresteria in legno che si occultava fra le piante. Ora azzardo dire qualcosa sui presenti. No! non erano turisti, giunsero di primo mattino sbucando dalla nebbiolina su uno scafo navetta di medie dimensioni. Venero abbracciati e baciati tutti dal Maestro e dal suo vice, un giovanotto con i suoi soli centodue anni. Lo chef mi riferì  che erano i componenti di un consesso di parte degli "Ega" (mentre l'aggiunta della U, cioè EGAU spettava solo al più anziano di età, di attività, di saggezza riconosciuta accettata). Si trattava di tutti uomini, le donne al loro livello mancavano. Diversi erano di età indubbiamente veneranda, gli altri di media età, restando che lo status mentale e fisiologico era al massimo per tutti. Erano forse degli immortali o dei semi-mortali? Indossavano la tunica grigia di Egau, con leggere varianti di lunghezza e confezione e con cinture in vita di colore diverso denotanti, può darsi, livelli di grado differenti. Contrariamente agli altri Egau non portava cintura. La giornata degli ospiti si svolse in due fasi, la maggiore visitando nell'isola più centri di attività, condotti e guidati da appositi addetti, la seconda riunendosi riservatamente nella grande capanna del Consiglio, attivata occorrendo sia per motivazioni interne sia esterne come questa volta che certamente non doveva essere la prima. La seduta paraparlamentare (posso chiamarla così?) dura fino quasi all'alba, qualche ora di sonno, qualcosa di caldo per il mattino e tutti a casa, dove?, usando lo stesso enigmatico vascello dell'arrivo. Maestro devo rientrare e il passaggio è sempre aperto. Porterò con me l'esperienza di questo incontro e tornerò, si che lo farò, per ora ti chiedo di darmi congedo. Fai pure Odir, considerando alcune cose. Stanotte nella nostra comunità abbiamo parlato anche di te e altri, sappiamo il possibile, tutto, sul passato, sull'oggi e .... sul futuro. Per quanto ti riguarda ci siamo immedesimati in te o sei tu che lo hai fatto per noi, forse; senza saperlo ma almeno intuendolo tu potresti essere uno di noi e noi te. Rientra pure, torna quando e se vuoi, io ti attendo pur se, lo so già, ci rivedremo presto. Devo parlarti molto, chiederti altrettanto, offrirti opportunità che potrebbero esserti congeniali. A presto Odir. Con questo rientro e forti dubbi sulla realtà e irrealtà chiudo quanto mi sono sentito di esternare sull'evento funesto del sedici dicembre duemiladiciotto, con le sue complicanze e conseguenze ancora in essere per alcune di esse. Temo di essere stato pesante e prolisso ma ciò che ho esposto è stato molto riduttivo sui travagli passati, pur se ho provato a ridurli a un minimale. Se c'è chi ha gradito il mio scritto nella sua positività e negatività non posso che esserne felice, se c'è chi lo ha trovato non gradevole sia certo che lo comprenderò. Tenterò ad ogni modo di proseguire il nostro pour parler provando a far nascere un fascicolo apposito, supportato dagli incontri futuri col Maestro Egau e dai miei intendimenti. Che titolo gli darò? semplice "L'Isola che non c'è" Peter Pan mi scuserà.


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