Sunday, September 15, 2019

Lunedì 10 settembre - Domenica 15 Settembre
sosta tecnica, revisionale e di PC
------------------------

Sunday, September 8, 2019


7 - 8 Settembre 2019. Sabato-Domenica, sosta blog e forum


9 settembre 2019 Lunedì

L'Isola che non c'è

Viaggio nel freddo -  edit 36

Eccomi aspirato da una corrente d'aria gelida che mi impacchetta nel suo interno e non immagino ove mi condurrà. Stalattiti e stalagmiti pendono o s'innalzano ovunque, pareti, soffitti, pavimenti tutti e sempre di ghiaccio della notte dei tempi . Questo trasporto turbinoso anomalo ha un attimo di sosta e ho modo di distendermi un poco, ne avevo bisogno, strano però, non percepisco alcuna rigida temperatura come dovrebbe essere visto il mio abbigliamento normale, non certo da monte Bianco! posso bere un  d'acqua da qualche sgocciolio d'attorno o da una piccola pozza sul punto di ghiacciarsi. Sono ritemprato dal modesto riposo e dall'aver potuto assumere un po d'acqua incredibilmente gradevole nella sua freddezza. Poi il tifone aspiratore riprendere il suo impeto approssimandosi a una meta per me sconosciuta. Devo dire che la sua forza si è rivelata altrettanto intelligente e delicata evitandomi un qualsiasi impatto con le miriadi di pinnacoli presenti dappertutto. Infine la luce biancastra flaccida, diffusa uniformemente da qualche fonte ignota generatrice inizia a espandersi e ampliarsi rafforzandosi  sino a giungere a un livello impossibile da tollerare per la vista. Il vento è ridotto e io mi trovo sospeso in questo abbaglio che mi costringe a chiudere entrambi le palpebre, inutile pensare di socchiuderle. Ove sono? all'interno o fuori il mondo ove regna l'algido perenne in ogni sua forma? Mi chiedo se  sono un corpo o un anima, uno spirito? mi trovo solo o il Maestro Egau è con me? e magari altri? Tutti quesiti che troveranno una soddisfacente riposta.    

Thursday, September 5, 2019

6 Settembre 2019 Venerdì

L'Isola che non c'è

Vertici e basi, geometria dell'eccelso  -  edit 34

.... Padre, ti sono riconoscente per avermi inviato il più elevato dei tuoi assistenti, Gabril, a aiutarmi e confrontarmi con Shatan, che ritiene d'avere ottenuta vittoria effimera non tanto su me, quanto su di me, quanto di Te Eccelso. Sono stato edotto per l'accaduto odierno che non rappresenta il Tuo volere ma il suo, il principe dell'oscuro e dell'inganno. Aiutami a far si che la Forza e Potenza racchiuse nell'Arca dell'Alleanza passino in me dalla mano di Gabril che stringe la mia, ciò non per uccidere alcuno come sarebbe stato avvenuto, quanto per dimostrare la Tua potenza e il loro errore per essersi posti al servizio dello spirito della discordia .... 
Ed ecco che sento pervadermi da un vorticoso flusso di energie plurime che cresce a dismisura. Si avvicinano due del palco dicendo: "andiamo" e nemmeno un tocco eccoli cadere come fulminati. Avranno modo di riprendersi, la forza da me chiesta non era per eliminare possibili e comuni nemici. Il culmine della potenza che è in me giunge all'apice e una raffica di folgori si abbattono sulla struttura infame. La mano destra stringe sempre Gabril ma percepisco delle presenze, attorno. Una in particolare è sulla sinistra:
.... Natan (il donato) nonché Odir (il prescelto), guardami e rammenta l'Eden in cui ti accolsi e conobbi, quello che definii l' "Isola che non c'è". Sono di nuovo io, il tuo eccellente Maestro Egau che sempre ti ha indirizzato, consigliato, apprezzato con i Vertici l'opera riuscita dell'aver pacificato e riunita la sterminata area afro-asiatica bagnata dal mare figlio del padre oceano esteso al di la delle colonne d'Ercole. Pure la folla ribollente di sdegno, stretta di sotto, stavolta non avrebbe consentito il prevalere della volontà dell'avversario contro cui siamo in perenne conflitto. Hai guardato i loro volti ora che l'Arca ti ha accettato, plasmato, aperti la mente e gli occhi? avrai notate quante presenze aliene, venusiane e altre, erano frammiste agli urlatori di sempre? Mai ti avrebbero abbandonato, mai ti avrebbero rilasciato alla mercé della plebaglia onnipresente e a un pugno di perfidi aguzzini ....
E' così che in un momento mi si vanificò la vista di tutti. La sparizione fu reciproca, anche la folla non vide più me. Ci fu chi gridò all'imbroglio, al miracolo, alla magia, alla scena preparata per confondere persone e idee, all'intervento del demonio. Mia madre Tamir (la Palma), raccolta in un angolo, piangeva sommessa circondata dalle sue e mie amiche più fedeli. Mi chiesi cosa fosse accaduto al mio precedente iter esistenziale. Riudii così bassa e decisa la voce amica di Gabril, l'entità creata fra le prime nelle schiere  che seguirono, la quale esprimeva il pensiero e gli indirizzi  del Vertice Massimo:
.... Natan-Odir, il prescelto donato, sono Gabril, la voce dell'Eccelso. Egli ha ben apprezzato il tuo intendimento di accettare la conclusione infame disposta non da Lui ma, sotto mentite spoglie, dallo spirito reietto di sempre. Ha rivisto in te l'Isacco e l'Abramo dei primordi e la fedeltà sempre palesata verso di Lui, nostro unico Vertice, che altro mai avremo. Rammenta le tavole di Mosè "Io sono il Signore di cui non si nominerà mai il nome e non se ne avrà mai alcun altro".  Prosegui pure la tua opera nella via che abbiamo ritenuta congeniale  a te, a Me, ai Vertici tutti. Il Maestro Egau, l'eccellente fra i Grandi Architetti Cosmici, sarà con te e ti esporrà le nostre decisioni e aspettative....

----------------------------------------- 
....   

Sunday, September 1, 2019

2 Settembre 2019 Lunedì

L'Isola che non c'è

 Finis, e poi?   -   edit 33


L'astronave si è mossa lenta ma decisa. E' quasi sopra noi e la sua ombra ci colpisce come fosse un'eclissi di sole quasi totale. E' ben percepibile una vibrazione nell'atmosfera  mentre si ode un in tutta l'area un brusio penetrante e intenso, non di più. Poi eccola fermarsi senza che al momento avvenga qualcosa. 
Infine un fascio di luce parte dal basso del vascello e si evidenzia sul terreno, come fosse una possente colonna che sorregga l'imponente carico, da cui iniziano a visualizzarsi a terra molti elementi senza si noti come scendano. Forse dal centro del circolo di luce ove è presente una colonna minore, ma più vivida e vibrante.
Il Maestro Odir stupito osserva attento e, riflettendoci un po, dice che si tratti di alieni venusiani, che abbandonarono il pianeta splendente prima che la natura, le radiazioni, una grande catastrofe, lo rendessero invivibile, almeno per come noi intendiamo il termine. Dell'opera di civilizzazione e colonizzazione da parte del venusiani ne avevo già un barlume di conoscenza per la grande mole di scritture, reperti, tracce, racconti, leggende che nei tempi remoti coinvolsero l'America centrale e del sud e sembrerebbe una loro derivazione esisteva pure nella mitica Atlantide.
In questo periodo ho preso anche atto, edotto dal Maestro Egau, che importanti colonie marziane sono anch'esse presenti nel cosmo e soprattutto, ciò mi lasciò stupefatto, di più centri alieni che alieni non lo sono proprio in quanto composti da umani che lasciarono la terra decine di migliaia di anni or sono, in parte anche rientrati e conviventi fra noi.

Di tempo ne passa parecchio senza che altro si verifichi finché le luci dell'astronave, e della colonna che che da esso diparte si intensificano consistentemente, è la nostra ora e in un attimo, avvolti dal loro fluido, ci troviamo in una sala argentea enorme con gli strani alieni attorno, senza casco, dalla testa abbondante, silenti e attenti che ci osservano coi loro grandi occhi. 

.... Esimio Odir, prescelto dalla nascita e prima ancora, io sono la voce del Vertice, la voce di chi grida nel deserto, di chi ha sofferto, implorato, ringraziato, vinto, perduto. Io sono la voce del principio che vede, dispone non si mostra, non sarebbe altrimenti unico e plurimo. Io sono l'urlo della gioia, del dolore, della giustizia, che riunisce ciò che coinvolge gli eletti e i derelitti della terra ....
.... Ti conosco bene Odir il prescelto, ti ho seguito per una vita e più volte ti ho dato lo sprone proteggendoti da difficoltà impreviste o cercate, anche molto gravi, e tu sai di cosa stia dicendo, tu però non conosci me, hai solo intuito la mia presenza e hai sempre affermato che un giorno avresti voluto conoscermi, eccomi Odir, io son qui e non di più. Ed è rivolto a te di persona il messaggio odierno .... 
.... China il capo di fronte all'idea e al volere del Sommo Unico e Eterno, Creatore del Cielo, della Terra, della Vita. Io fui fra coloro che dall'inizio lo servirono, sono l'unico cui è concesso esprimere il suo dire, a parlare in sua vece, anche ora che Egli è con noi e pure non lo vedrai si trova sul Trono a te di fronte.... 
.... E' è Lui che si è degnato incontrarti dopo il trascorso del periodo formulata dal grande Pitagora di duecentodieci anni dalla tua bisavola Sarah, discendente della tribù di Levi. Ciò ritenemmo non porre a tua conoscenza e facemmo che non venisse esternato agli avi del tuo genitore, i nostri intendimenti erano multipli e complessi e, giorno verrà, che ne sarai edotto pure tu.....

Ciò detto torna repentino in un baleno il chiarore di cento Soli che mi fa perdere ogni senso, stabilità, equilibrio, vista, parole, tutte cose eliminate, non facenti più parte di me. Anche la mente è offuscata da un rigoglio di lampi immani, da spirali eteree che ho l'impressione mi gettino ovunque, mentre resta il soffio di un unico contatto con questo innaturale status esistenziale. Percepisco flebilmente, ma chiaramente, ciò che si dice e mi si dice, pur se con sprazzi necessitanti per acquisire una loro logica e un loro collegamento:

.... Io il Massimo, Io il Grande, Io il Supremo, in un villaggio dell'odierna Siria ho scelto una pura vergine immacolata degna del mio sguardo, della mia considerazione, cui ho inviato il mio messaggero Gabril come testimone del mio verbo ....
.... Il suo nome è Tamar (Palma), la stessa che si chinò e protesse Maria e il figlio quando, prima della morte di Erode,  disposi si trasferissero in Egitto ....
.... e su Lei ho ritenuto lasciare traccia del mio alito, del mio spirito ....
.... da Lei verrà un figlio e entrambi lasceranno traccia nel mondo e nei tempi ....
.... figlio che riporterà i diletti Siriani e le comunità confratelle che li circondano in un'era di pace, giustizia, affinità e fratellanza e ciò in mio nome e  di Ibrahim, il progenitore di loro tutti ....
.... Odir, ti sei fatto notare dai Massimi Vertici e da me per l'opera egregia svolta in un Eden che non c'è, pur affiancato dal Grande Maestro Egau, un Eminente fra i Grandi Architetti dell'Universo. E sei tu di nuovo il mio prescelto per l'opera che condurrai con determinazione, ne ho certezza, e sarai il mio prescelto per testimoniare le mie volontà, se lo riterrò, in altre parti del pianeta Terra ....
.... Il nome che assumerai sarà Natan - Odir, il Prescelto loro donato. E' ciò che dispongo per i miei figli di Siria ... 


Altrove, nel contempo:

.... Ave o Tamar, piena di grazia ...
.... Il Signore è con te ....
.... Tu sei benedetta fra le donne ....
.... E benedetto sia il frutto ....
.... Del seno tuo Natan ....

come posso adempiere la volontà del mio Signore? non ho conosciuto contatto di uomo in me!


Tamar, ciò che non è possibile agli uomini  lo è per Dio, egli santificherà il tuo seno e ti conserverà come la più pura fra le madri dell'Asia siriaca! 


alcuni mesi e poi ...

.... Tu scendi dalle stelle ....
.... o Re del cielo ....

Pochi decenni e a seguire:

Padre se puoi allontana da me questa tribolazione!
segno di Kain impresso nella fronte allontana da me mani perverse

e il portello sul pianale è pronto a spalancarsi per inghiottire un corpo e una corda

ma Natan ode un flash nella sua mente .......
.... Natan il donato, sei sempre l'Odir il prescelto, sei sempre un neo Egau, rammentalo, non devi accettare questa infamia, il tuo cuore e le tua coscienza sono puri, basta subire offese. Le tue facoltà ti consentono ciò, attivale, ne hai la chiave, io Gabril, della prima creazione, sono qui accanto e non consentirò che Shatan compia un'altra opera malefica. Che termini l'epoca degli olocausti, delle ingiustizie estreme, dei sacrifici invani, reagisci, reagiamo assieme, hai il mio aiuto, hai con te la forza, la potenza cosmica, hai con te l'approvazione dei vertici tutti ....



Il dramma non finisce e prosegue con  un barlume di speranza per tutto e tutti.

------------------------------------

Tuesday, August 27, 2019

Da Lunedì 25 agosto a Domenica 1 settembre 2019

settimana di ferie per il blog e il forum

--------------------

Sunday, August 25, 2019

Sabato e Domenica 23 - 24 agosto 2019

sosta blog e forum

------------------------

Wednesday, August 21, 2019

Mercoledì 21  agosto 2019

L'Isola che non c'è

Ab Ovo  -  Duemilasette, iniziò il dramma  -   edit 32


I due volumi "Campo di ortiche" e "L'isola che non c'è" sembravano per ora terminati. Subiranno ovviamente le dovute revisioni, correzioni, integrazioni che non ne straviseranno il contenuto. Campo di ortiche parte con l'infausto 17 luglio Venerdì del 2015, tempo di ferie, (e c'è chi dice che il 17 e il Venerdì non portino sfortuna) continuando poi con il 16 dicembre 2018, alle porte del Natale. Furono due cadute-incidenti impietose, per me e mia moglie la prima, solo personale la seconda, di quelle che lasciano un segno tale da poter essere devastanti o letali cui si aggiungono, come sempre, più complicazioni. 
Però per la correttezza di questo iter malefico ho notato mancare l'inizio, la genesi, che generò poi il tutto. Infatti il calvario che mi ha, ci ha colpiti, era iniziato effettivamente il 10 luglio del 2007, durante le vacanze calabre nella villa di mia figlia sull'Aspromonte Silano (Rossano). Eravamo io e Diana con due sorelle salamandre e mariti succubi. Mia moglie, dopo dieci e più ore passate incoscientemente sotto il Sole di Calabria con 45° - 50° all'ombra e più, malgrado i miei ripetuti inviti a rientrare e dopo tre giorni che la radio locale invitava anziani e bambini a usufruire della spiaggia soltanto nelle prime ore mattutine o serali (inutile mitigare i suoi raggi con un banale ombrellino o una leggera cannicciata). Ed ecco che finalmente rientrati lei cada stecchita in terra, in un lago di sangue uscente copioso dalla tempia destra. Il disastro fisico è evidente. E' viva? è morta? sta per lasciarci? E' bianca come il latte, gli occhi sono fissi, il respiro non c'è, altrettanto il polso. Siamo pure soli. una delle coppie si era attardata altrove, l'altra ha il marito che di fronte all'evento è semplicemente scappato, sparito, dove è non si sa. Mia cognata "la salamandra", la maggiore responsabile di questa cottura di corpi e di cervelli, è sul piazzale antistante l'ingresso a gridare "aiuto! aiutateci!" rivolto a chi non so, visto che la prima villetta, per ora disabitata, è a quattro-cinquecento metri. Restano con me un tubista di paese e il figlio minore che avevano appena terminato un lavoretto idraulico (col papà che chiama immediatamente una ambulanza). Mi convinco, Diana non c'è più, e ricordo le parole di mia figlia medico: Papà se ti trovi in emergenza e di mezzo c'è un morto, chiunque sia, non entrare in panico e considera il corpo non come fosse un ex-umano, ma una cosa, niente di più! Allora via panico e disperazione, solo determinazione a provare di rianimarla. Risento il polso, nulla, così per il respiro. Mi pongo a cavalcioni su lei e giù colpi sulla cassa toracica con le mani a pugno per riattivare se possibile il cuore. Nulla di nulla. provo la respirazione bocca a bocca prolungata, inutile. Infine, estrema ratio, ho un'idea, tanto perso per perso non danneggio alcunché; chiamo il tubista e gli dico: .... "fammi avere tramite tuo figlio quanti più secchi d'acqua puoi e passameli, dalla cucina al soggiorno sono pochi passi, iul secchio è accanto il lavandino" .... 
Si avvia così una doccia continua e forzata, ogni secchio viene svuotato a colpo sul capo di Diana mentre è già pronto il successivo. Con l'acqua che finisce sul pavimento, il tanto sangue uscito e continua a farlo, siamo immersi in una specie di lago rosso. Dieci secchiate e nulla di nulla, quindici, nulla, attorno la ventina lei ha un singulto tracheale per del liquido che ha ostacolato il condotto aereo. Urlo: "E' viva! è viva!" non tocchiamola, l'ambulanza è già chiamata. (impiegherà più di un'ora per trovarci, si era persa nel viottoli dell'Aspromonte). Poi penoso ricovero all'Ospedale della cittadina che non commento, con mia figlia medico che dalla Lombardia predispone per un ricovero urgente a Varese, ove giungeremo dall'aeroporto di Vibo Valentia con l'Alitalia che ci facilita in cento modi. Dall'Ospedale lombardo avremo conferma di ciò temuto. che Diana avesse subito un ictus cerebrale dei non peggiori, pur sempre un ictus che lascerà il segno. Infatti da allora, tornata apparentemente alla normalità, lei inizierà a cadere inaspettatamente in casa e fuori, sempre in maniera rovinosa vista la caduta di faccia e il suo non proteggersi con mani, avambracci braccia. Al Pronto Soccorso dell'Ospedale romano Sant'Eugenio eravamo ormai noti e per tre volte venni chiamato, una dal Primario del P.S., due dal posto di Polizia Ospedaliero, onde accertarsi non fossi io l'eroe delle violenze sul suo volto e naso. Poi le cose gradatamente peggiorarono ed eccoci al 17 luglio 2015 (ahi!), che toccò il culmine da cui ne uscimmo malamente, per mia moglie con ecchimosi, storture e una mente ancor più disturbata, dopo un tentativo di farla finita da un nostro balcone e io che, per salvarla (ce la feci un'altra volta), mi trovai con tre costole rotte, una lacerazione di cinque centimetri del muscolo bicipede, oltre due vertebre gravemente offese dalla caduta di spalle (D12 e L4), con mia moglie al di sopra e la spina dorsale che impattò sulla barra metallica di chiusura della finestra del saloncino (stesse vertebre che pochi mesi dopo collassarono con dolori e conseguenze immaginabili). Ne nacque un libro "Campo di Ortiche", che oggi si arricchisce doverosamente di una ulteriore pagina di apertura, quella dell'anno 2007, oltreché della seconda parte finale concernente il mio incidente del 16 dicembre 2018 in cui, un po in conseguenza del tutto, mi procurai una poli-frattura del femore sinistro e una emorragia interna che sembrava inarrestabile (combattuta in modi vari ma soprattutto con 10 sacche di sangue, l'intero mio, con quel che ne derivò, inclusi otto mesi di ricoveri vari e un mio spaziare semi-onirico in un diverso livello esistenziale da cui nascerà l'Isola che non c'è, seconda parte di Campi di ortiche. Anni dal 2007 al 2019, ben ventidue che io, mia moglie, tutti i miei, ne restammo colpiti, frastornati e, perché non dirlo, anche un alquanto impoveriti come finanze.


---------------------------------