Monday, November 19, 2018

n° 44 NS (Nuova Serie) Marterdì 20 Nvembre - SS Bengno e ottavio - Pensiamo positivo

N° 44 NS (Nuova Serie) Marted' 20 novembre. Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, con n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), esso è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1996: Muore lo scrittore siciliano Leonardo Sciasca
Detto di frati francescani:  A chi vuol legare il mondo la corda si rompe
Ugo Bernasconi: Se non hai trovato ancora chi t'ami è evidente che l'amore non è dentro di te 

Probabiliter   Ecco gli Yanke
Poi nella notte del 4 Giugno, ritiratisi gli ultimi tedeschi, sentiamo lontani brontolii di tuono, qualcosa di grosso si muove nella periferia, nella notte avviene anche un contatto con pattuglie USA. Di primo mattino c’è chi urla: “In via Appia sono arrivati gli americani!”. Ecco la spiegazione dei brontolii che percepivamo come tuoni lontani. Corro anch’io e giungo a lato di un immenso fiume di soldati sia a piedi (pochi), sia su autocarri, camionette, carri armati, motocicli, che procedono in una fila della quale non se ne intuisce né l’inizio, né la fine. Il tripudio della gente è indescrivibile. I militari lanciano di continuo manciate di chewing - gum, caramelle, cioccolate. Passano dei mezzi con bandiere italiane, sono carabinieri, salto su uno di essi il cui autista chiede di portarlo in una caserma del centro. Poi in giro per la città Penso amaramente come avremmo potuto vincere la guerra, bisogna aver visto sfilare la quinta armata USA combattente, non quella da parata, per capire chi siano gli americani prima e i inglesi-francesi poi. La giornata è bella e i carabinieri ci cedono parte delle loro razioni, che non pensavo così ricche. Per la prima volta mangio un’intera scatola di salsicciotti. Nei giri effettuati, dovendo farsi notare il più possibile, c’è chi a noi ragazzi (se n’è aggiunto qualche altro) ci prendono per partigiani. Ne sono quasi offeso anche perché, salvo qualche attentato funesto in città, essi non si sono mai visti né hanno trovato approvazione. Finita l’ubriacatura giornaliera, torno a casa stanco ma contento. Non perché gli americani siano a Roma poiché non si possono ancora immaginarne gli sviluppi futuri, quanto perché si chiude un periodo angoscioso, d’incubo, di fame, che bisogna solo aver conosciuto di persona. Per finire nella notte le sirene dell’allarme aereo ululano per l’ultima volta, poi andranno a riposo. Velivoli della Luftwaffe sorvolano la città senza lancio di bombe. Con questa parte e con la precedente chiudo la panoramica del periodo più impegnativo della mia vita. Poteva accadere più di quanto si è susseguito nei due semestri dal Luglio 1943 al Giugno 1944? Non credo.E’ passata la bufera ma è trascorsa anche la mia gioventù, e indietro non posso tornare.Per ora io sono uno il quale si auspica che la vita non sia solo quella passata, pur riconoscendo che le cose potevano andarmi molto peggio. Anche questa parte è trarttata, più in dettaglio nel volume Fiaccole Gioventù Termino accennando a un atto finora omesso, che avrei voluto e potuto tacere. Avendo scelto però di esporre ciò di cui sono stato partecipe o testimone, non posso evitare di accennare che una persona a me cara, tale e più che un fratello, potrei essere anch'io, non escluso, in questo turbinoso 1945, abbia tentato il suicidio, e per tentato non intendo pensato, ma attuato. Solo il fato, o un protettore speciale, ha fatto fallire l’atto. Motivi? Albergano sempre in noi. Non volevo dirne ma dovevo. La tempesta però è passata e sono grato alla vita che riprende. La sera che dormo di nuovo a casa, prima di addormentarmi dico: Duce, ma che c.zzo ti è venuto in mente di dichiarare guerra pure all'America? Eppure Balbo e Grandi ti avevano avvertito di non fare il gradasso, a valere anche per inglesi, francesi e addirittuta i russi attaccati da quel coglione di Hitler per il quale, non bastasse, hai mezzo distrutta una Armata italiana. No, la guerra da te dichiarata a tutto il mondo non te la posso perdonare, pur se ti stimo e amo per il tanto da te attuato prima e purtroppo tutto annullato dall'immane tragedia in cui ci hai coinvolti.

Probabiliter L’Italia sceglie, il 1946, scelta giusta?
Proseguo nella storia di settanta  anni orsono, che ancora non può definirsi tale in quanto è meglio sia superato il secolo. Ho già parlato degli anni venti–quaranta, ora mi  dedico a tempi successivi. Partendo dalla fine della Repubblica e morte del Duce, cioè idel 1945, ho trattato un pò del 46 con la scelta monarchia   -   repubblica, del 47 col trattato di pace e la divisione socialista, del 48 con l’attentato a Togliatti e l’Italia alla Democrazia Cristiana, e poi degli anni della ricostruzione, del boom economico, di Trieste italiana, del 68 e via, oltre di qualche nostra azione forse improvvida e inconcludente svolte negli anni di “piombo” infine delle e brigate rosse, dell’89 col crollo URSS e satelliti, e infine ecco ieri, con tutti noi protagonisti. Dovrei dire, ma non lo faccio, di Berlusconi, TV, Lega, A.N., Casini, D’Alema, Prodi, Napolitano. Essi rappresentano persone e eventi che ognuno può seguire nelle fonti ovunque disponibili. Ho cercato d’essere accettabilmente imparziale, non velenoso e ho ben precisato che riconosco e accetto il sistema oggi vigente Essendo poi il mio lavoro di memoria da ciò ne deriva che possa esser incorso in qualche disguido non determinante ai fini proposti, di trasmettere cioè sensazioni e conoscenze che ci coinvolsero e non cavillosità ininfluenti. Ciò premesso faccio un passo indietro e parlo della prima parte del 1948. Della seconda, che include il mio servizio militare e l’attentato a Togliatti, ne ho scritto altrove.  Allora: Si svolgeranno in Aprile le prime votazioni politiche per la Camera dei Deputati e il Senato. La situazione è tesa. Comunisti e socialisti si sono uniti nel “Fronte Popolare”, emulo degli analoghi francesi e spagnoli, intenzionato a fare l’en   -   plain dei voti e assumere il potere in Italia, malgrado gli accordi di Yalta. I frontisti hanno il sentore di farcela con tranquillità, anzi ne sono sicuri, pur se non esistono i sondaggi di oggi.  Io sono “uscito” dall’impegno socialista richiesto dai miei per appoggiare Saragat e già mi si ordina altro: ”abbiamo pensato a lei, e ad altri, per svolgere un’azione di assistenza politica immediata. Dovrà inserirsi nel servizio propaganda della Democrazia Cristiana e contribuire a gestire l’accordo di collaborazione al voto appena concluso con la destra e formazioni simili, cioè col Movimento Sociale (ai primordi), monarchici, liberali, qualunquisti, altri, che hanno deciso di spingere aderenti e simpatizzanti a votare la DC come baluardo anticomunista. L’abbiamo destinata alla sezione fra le maggiori di Roma, l’Appio   -   Latino, il cui segretario dott. XX è dei nostri, così il vice”. ….Rispondo: “Insomma mi state facendo sputtanare. Sapete come la penso, da dove provengo e voi? Mi destinate inizialmente alla prima DC, poi al nucleo socialista, infine riecco la DC d’oggi che mi piace poco, pur se stimo De Gasperi e qualcuno dei suoi”…  …”non si preoccupi, passate le elezioni sarà libero di fare come vuole. Si ricordi che nel 1944 decidemmo l’appoggio ai popolari di Sturzo come “blocco nazionale”, c’era anche lei, ricorderà, ma ciò non durerà per sempre. Penso che queste elezioni siano le ultime a impegnarci a far fronte comune, poi se la vedranno da soli (non sarà così, giungeremo sino al 53   -   54). Il dott. XX è già informato, si presenti, l’attende”….  Così rieccomi nella DC. Vado in Sezione. C’è il Segretario, un sardo tosto, alcuni consiglieri e iscritti e curiosi. …”buonasera dottore sono a disposizione, per il partito sappia che ho la tessera DC del 1944”.  …” Monsignore e il Dottor X ci hanno parlato di lei e dato un appunto. Comprenderà che abbiamo avuto perplessità (ipocrita! fingeva per gli altri); lei viene infatti dal partito socialista, dal quale si è dimesso e da una imbarazzante militanza nazi   -   fascista. E’ sicuro della sua nuova adesione, che abbiamo accettata solo per chi l’ha perorata?”…  Decido di affrontare il problema coi presenti, dott. XX compreso, e gli parlo dell’accordo 1944, quando loro non si sognavano di fare i “demo” di adesso, gli preciso che diedi collaborazione anche allora e, se vorranno vincere le elezioni, dovranno accettare i voti di cristiani, massoni, atei, ebrei, tutti. Insomma sono lì per fare qualcosa come il mio Capo, e più in su, hanno chiesto a me e altri. Devo essere stato convincente e mi viene conferito l’incarico di gestire i “rapporti esterni”, cioè mi interesserò, senza aria curiale, dei contatti coi giovani del neonato Movimento Sociale e vari altri gruppi, compresi monarchici e gianniniani (qualunquisti). Così la sezione vedrà per un certo periodo strani e indaffarati giovanotti riunirsi, ritirare manifesti, materiale promozionale, gadget, liste di persone, istituti, società. Organizzo più volte spuntini con altri che hanno la mia mansione, sicuro che nell’immenso Appio   -   Latino si possa combinare un bel pò di positivo. Affiggiamo manifesti in luoghi di lavoro, vie, piazze, perfino sui soffitti e nei bagni degli stabilimenti e in quelli pubblici, organizziamo comizietti volanti, secondo la tecnica frontista. visitiamo chiese, scuole, Istituti e società, spiegando perché, per chi e come votare. Mobilitiamo madri e nonne e le trasformiamo in agit   -   prop DC. Quello che faccio e facciamo, ovviamente gratis, si ripete nelle altre parti di Roma, del Lazio, d’Italia. Ci saranno anche scazzottature e, a volte, ci si difende pure bene (ci scapperà un morto, Gervasio Federici). I rossi continuano a dirci che è fatica sprecata, tanto vinceranno loro, come per la repubblica. Arriva infine il 18 Aprile. Stavolta voto anch’io. Ci sono per la seconda volta anche le donne. Quasi da non credere, contro le aspettative pessimistiche il fronte popolare è ridimensionato drasticamente e i social-comunisti ne escono battuti, infuriati, pericolosi.   La DC prende più del 48% dei voti e la maggioranza assoluta degli eletti. Potrebbe governare da sola ma lo farà con la collaborazione dei socialdemocratici, repubblicani, liberali e altre forze moderate. Il MSI no! ne è escluso, anche se i suoi voti sono serviti. E’ e resterà in quarantena, al di fuori del famigerato “Arco Costituzionale” ideato da comunisti e democristiani (De Mita?). Ci vorranno anni e trasformazioni dure affinché esso venga sdoganato, mai del tutto. Così De Gasperi, l’uomo che nel 1946, in clima resistenziale, ebbe l’ardire di escludere i social-comunisti dal governo (un coraggio alla Mussolini, anche di più, lo ammetto) seguiterà a guidare l’Italia fino al 1953. Poi sarà estromesso dagli infidi sinistrorsi e ci morirà di crepacuore. La sua fine vedrà il termine di ogni nostro appoggio esterno. In questa lotta che conducemmo contro il Fronte Popolare, fortissimo al Nord e forte al centro, meno al Sud,  io pensai più volte al Duce e cosa mi avrebbe consigliato per l’Italia. Gli spiegai che De Gasperi era uno statista con le balle, dal polso di ferro e non condizionabile, che lui oltretutto già conosceva tanto che, dopo averlo messo in galera,  gli consentì la protezione vaticana. De Gasperi ci fece promesse mantenute di equità e tranquillità per coloro coinvolti nel regime, di cui qualcuna, con la collaborazione di altro DC, Zoli,  riguardò la sepoltura del Duce. In seguito, fino alla morte, De Gasperi sarà l’unico statista affidabile dell’Italia. Della DC del dopo, oggi  “Margherita” o altro, confluita nel Partito Democratico, non parlo, spero solo torni ad essere quella seria del 1945. 

Consideratio. Pensioni, riflessioni e prese d'atto. 
Oggi il tema pensioni è più che d'attualità. Studi, proposte, età, contributi, finestre, quota 100 si susseguono ininterrottamente. Così mi sono impegnato in un modesta ricerca, cioè un pensionato medio, con milleduecento Euro netti mensili, che abbia lavorato 40 anni ininterrottamente e abbia più o meno la mia età cucca, 90 o poco meno-più,, visto che il padreterno non l'ha ancora raccolto, ha incassato a tutt'oggi l'equivalente di circa un milione di Euro, cioè due miliardi delle vecchie Lire. E non ho parlato di pensioni più elevate, spettanti a chi per livello e stipendio sia inglobato in una settoristica più elevata ove gli incassi non sono più un milione, ma il doppio, il triplo e qualcuno di più. Ciò mi ha coinvolto nei pensieri conseguenti che si sono presentati. Oggi quelli che raggiungono gli 80, 90, anche 100 sono fortunastamente sempre di più. Nella mia infanzia e gioventù i pensionati difficilmente superavano i 70-75 e un sessantenne era già un vecchio mentre oggi è un ragazzo di una certa età. La vita si è oltremodo allungata per uomini e donne e è cambiasto il mondo del lavoro, spostatosi in settori specializzati di qualità e non più di quantità,  anche per la mano d'opera, come una volta. E allora? faccio presto a parlare io a quota 91 e già sistemato, pur penalizzato dall'INPS con l'abolizione pluriennale delle rivalutazioni annuali ma, pur attirandomi fiumi di antipatie, vedo un futuro con pensioni a 70 - 75 anni e poi chissà, così per i loro importi dei quali i conti odierni mi hanno fatto impallidire. Alla fin fine mi immagino a medio termine una pensione unica di Stato, con importi limitati e fissi, pari circa a una minima odierna, integrata per i volenterosi con analoghe previdenze del settore privato.

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4 comments:

rugiada said...

Buongiorno Francesco. Roberto. Ariel e tutti!
E' vero che l'aspettativa di vita è allungata e i costi INPS aumentati, ma siamo sicuri che i nostri figli e nipoti percepiranno una pensione? Io vedo la situazione pensioni non nera ma grigia lascio un margine di speranza ai miei dubbi.
Buona giornata a tutti.

Francesco said...

Si Mary'S, fai bene a vederla grigia e non nera, ma il grigio è già un tono del nero. Io credo, personalmente e magari sbagliandomi, che l'INPS si trasformerà in un enorma Ente di Stato che finirà per erogare a tutti indistintamente un minimo fisso stabilito secondo condizioni e tempi, di importo non eclatante, cioè certamente basso. La previdenza privata, per chi vuole e chi potrà pagarsela, integrerà questo.Sbaglierò ma credo che la via di una assistenza di Stato anziché chiamarla pensione, non sia da accantonare nel futuro prossimo o avanzato. Ciao

Roberto said...

Ciao Francesco, Maristella, Ariel e tutti. Ogni volta che leggo, sento o vedo l'entrata delle truppe americane a Roma resto sempre perplesso dal tripudio e dall'accoglienza a braccia aperte dei cittadini, come se non ci fossero stati bombardamenti, lutti, congiunti caduti al fronte uccisi dai nuovi alleati. Capisco la fame, la paura delle bombe e quant'altro, ma tutta quella gioia... Era troppo mostrare un silenzioso e dignitoso silenzio in onore di tutti i defunti, come in quella famosa scritta su un muro diroccato dalle bombe che recitava "Nun volemo né tedeschi né americani. Lasciatece piagne in pace".... Lo so, io parlo senza esserci stato in mezzo, ma non posso non pensare a mia madre diciassettenne che, ai lati della strada piena di camion e tank americani in transito, non prese nulla di tutto il ben di Dio che i soldati gettavano dall'alto in terra perché, per dirla con le sue parole, "avrei dovuto inchinarmi"...

Francesco said...

Ciao Roberto. La guerra all'America! una iattura che ci distrusse, non dico farci perdere la guerra perché con inglesi e russi l'avremmo comunque persa.L'armata del generale Clark sfilò per tre giorni sulla via Appia e non dico sulla Casilina - Tiburtina, pur se in tono minore e con presenza maggiore di truppe alleate e coloniali. Dicono che Clark già sapesse dello sbarco in Normandia che avvenne immediatamente dopo e fece il possibile affinché fosse preceduto dall'occupazione di Roma. Il popolo, l'ho detto, impazzì di gioia per vari motivi, primo fra tutti considerava che la guerra, almeno per Roma, era finita irreversibilmente, poi c'è che il conflitto con francesi e inglesi, giusto o no, era sentito e anche partecipato, con l'America ciò non si verificava. Quante volte setii dire "ma che ci hanno fatto gli USA, il Brasile e altri, terre ove oltretutto vivevano sedici milioni di italiani e col nostro sud che aveva più o meno tutte le famiglie con almeno un congiunto emigrato. Bombe a parte, che vanno considerate anche loro, c'è che l'Italia, sempre sollecita a cavolate, dichiarò guerra a USA e collegati addirittura con tre ore di anticipo dalla Germania, con Hitler che non era affatto entusiasta dell'iniziativa, forzataci dal Giappone. Ma il Giappone non avrebbe potuto pretendere l'appoggio in quanto fu lui ad attaccare la flotta USA a Pearl Harbour senza che il loro ambasciatore riuscisse a consegnare la dichiarazione di guerra. Gli americano in Italia Roberto ritrovarono una moltitudine di famiglie di origine, al Sud specialmente, centro e nord non escluse. Gli italo-americani erano tantissimi e parlavano ancora un pò della lingua dei padri o nonni. Mettici pure che la dovizia dei mezzi militari in primis e alimenari poi, in quantità per allora indescrivibili, fecero il resto per la reazione positiva di milioni di italiani ridotti alla fame nera, alla miseria, alla povertà. Io amo poco l'America, l'ho sempre detto e lo confermo, ma pragmaticamente non posso non consentire con quanto sopra. Tua mamma e le sorelle di certo non si sono chinate ai nuovi padroni (pensa fossero stati i russi) però non si contavano i mezzi che avevano accolto stuoli di ragazze festanti. Io, in un momento di loro sosta, parlai con un carabiniere italiano autista di un camion con parecchi commilitono con bandiere che mi chiese di accompagnarlo a una loro caserma (Via Legnano? in verità non ricordo bene) poi aggiunse, non entusiasta, che era finita male in quanto così non si poteva più andare avanti, e io gli diedi ragione.