Settembre 05 - 2018 - Mercoledì - n - 2714 più 4 nuova serie - pensiamo positivo
Recordatio
Probabiliter
Consideratio
Non nattendersi appoggi di sorta
Ormai i 90 di mia moglie sono passati e la casa si è vuotata di parenti, amici, affini e, non bastassero, delle due candide cagnoline maltesi di mia figlia maggiore. E nel pour - parler delle tematiche affrontate ecco pure la cancellazione integrale del mio blog da parte di qualcuno privato o istituzionale per la qualemi ero illuso di ottenere un minimo di solidarietà dalle più che soddisfatte persone in qualche mido a me collegate. Te la sei cercata! Meno male che non t'abbiano arrestato! Che ti ha fatto mai questo Duce! Hai rotto per anni le balle a troppi, a tanti! Poi parlare di Hitler e nazi! Degli ebrei! Degli ariani! Esprimere dubbi su partigiani e resistenza! Interessarti a vangeli apocrifi e scritti di Lucifero|! Ben fatto come è stato, te lo sei meritato! per chiudere l'ingrato dire avrei dovuto fare ammenda e chiedere scusa e perdono a tutti e in tutto! Giammai e poi giammai! Haì la venalità che ti ha sempre pervaso o popolo italiano nella tua ondivaga considerazione di uomini e di tempi!!
Recordatio
Roma anno
zero
........ Le finestre di casa sono molto in
alto, irraggiungibili per me con qualsiasi sedia, figuriamoci col seggiolino
che mio padre mi ha acquistato o costruito. Esse sono precedute da un gradino
che utilizzo come sedile e tavolo per le mie molte occupazioni. Per quanto
concerne i pasti ho a disposizione un seggiolone, tazze per il latte e
minestrina, tovaglioli che dal collo scendono sulla pancia (bavaioli), qualche
posata di piccole dimensioni. Vestitini particolari non li rammento, ne avrò
avuti. Ho presenti invece i grembiulini e le culottes. Noi quattro, i genitori,
mio fratello ed io, occupiamo una stanza di quella piccola casa composta di
un'altra stanza più grande, di una cucina utilizzata anche come
ingresso-tinello, e un ”cesso”. Siamo al secondo piano di un palazzo popolare
con pianerottoli e scale strette, poco illuminate. Ho terrore del buio e le
persone che incontro sono di scarsi complimenti, anche sgarbate. A volte mi
aiuta a salire o scendere gli scalini, una signorina che abita accanto
(Santina), e sono accettato, forse tollerato, nella casa di un anziano
ciabattino, il Sor Pietro, al piano sottostante, ove lavora su un misero
deschetto, che tutti chiamano “pecione" considerati i miracoli fatti per
ridar vita a calzature più che usurate. Da una matura signora, amica di mia
madre (Concetta), ricevo a volte qualche mandorla, o noce, o una caramella alla
menta. I tempi delle gentilezze per noi bambini sono lontani. Il gabinetto,
allora chiamato "cesso", è posto all'interno della nostra camera. Non
posso chiamarlo bagno giacché vasca e bidet non ci sono, esistono solo un water
e un minuscolo lavandino con un rubinetto da cui esce un filo d'acqua. E' un
locale stretto e piccolo, illuminato fiocamente da una finestrina in alto senza
vetri e di sera da una lampada rossastra. Data l'età, soddisfo le occorrenze
in un vasetto arrangiandomi da solo o con l'aiuto della mamma; il tutto è così
funzionale che non concepisca altro modo per fare pipì o popò, perché non lo
usano tutti? Il nostro WC, uffa quanto ne parlo! anche se all'interno della
stanza, costituisce pur sempre un miglioramento rispetto molte case del
quartiere, che l’hanno in ballatoi esterni e in comune fra più famiglie.
Considerato poi il numero dei presenti in casa e le loro esigenze ci sarà pur
stato un bell’andirivieni, senza però me ne sia mai accorto. Per me è un locale
misterioso di cui ho avuto sempre timore e dal quale mi tenevo lontano. E come
dimenticare la volta che l'ho aperto trovandomi di fronte l’abbondante sedere
della nonna? Per quanto abbia tentato di
ricordare non mi sovviene ove dormissi; del trovarmi in letto con mia madre lo
rammento, dell'utilizzo di altro lettino o culla la memoria non mi assiste,
forse non li avrò avuti. Altre cose che rivedo in casa sono luci debolissime,
una pignatta di miele che mi somministrano nelle colazioni e merende, posta su
uno scaffale al di fuori delle mie incursioni, oltre cestini di fichi freschi provenienti
dall'orto di mio padre, sistemati sotto il tavolo della cucina, che sono la
disperazione delle mie manine appiccicose e la lingua rasposa per quelli
mangiati con la buccia. Finora ho parlato di cose e fatti. Le persone la cui
traccia è più viva le ho riservate per ultime onde potermi esprimere meglio. La
presenza completa e appagante è per me quella di mia madre. Lei è me ed io sono
lei, e per questo che non ne rammenterò in seguito, e con dispiacere, i
lineamenti giovanili. La sento come persona talmente logica da memorizzarne solo
le fattezze più recenti, quelle da anziana (ciò avviene in noi tutti, che
perdiamo il ricordo dell’aspetto da bambini). A volte, osservando ritratti e
foto, tento di immaginarla giovane e piena di vita, inutile! Tale aspetto mi
sfugge e ho presente solo l’immagine debilitata dell'ultimo periodo avanzato negli
anni. Di lei conservo ancor oggi la sensazione di un aroma particolare, non un
profumo, impensabile per le famiglie operaie di allora, bensì un misto di pulito,
bucato, fresco, e della sua persona, discreto e inconfondibile. Da mia madre ho acquisito una
comunanza di animo e sicurezza che non mi ha più lasciato. Ho avuto con lei un rapporto di
perenne affetto e, ciò che più conta, non ne ho un solo ricordo spiacevole. Gli
sono grato per l'amore e la comprensione elargitemi, le preghiere insegnatemi,
la disponibilità ad ascoltare i miei problemini, i suoi rari rimproveri,
qualche sculaccione ricevuto e meritato. In questi primi anni, pur se non è
bello ammetterlo, odio il sapone da bucato che si usa in casa anche per me (non
l'acqua e il lavarmi). Quanto è repellente il sapone giallo o verde della mia
infanzia, carico di sostanze caustiche e di odore nauseante col quale, oltre i
panni, si lavano tutti, bambini compresi. A nulla vale l'invito che io stringa
le palpebre, quando è usato su di me, penetra implacabile all’interno e attacca
i miei occhi. E com’è viscido sulla pelle e
penetrante il suo odore! Niente a vedere con quelli da toilette che useremo
anni dopo. Quando poi ritengono sia sudicio più del solito, cosa frequente, mi
puliscono sia col sapone, sia stropicciandomi con soda o pomice, usate allora
in casa. Mio padre lo rammento meno, non sono
nell'età in cui possa apprezzarne la persona e la presenza. Per me è un
riferimento più da temere che amare. E' di scarsi complimenti, alquanto
burbero, di mani facili. Di lui ho vaghi ricordi di fatica e lavoro. Saprò poi
che è meccanico in una società ferroviaria e ha fatto degli studi tecnici. Lo
vedo in casa di sera, a volte sobbarcato da canestri di verdura e frutta
raccolte in un piccolo orto, distante un paio di chilometri, che egli e mia
nonna coltivano assieme a orticultori circostanti. Solo in seguito compresi, in
parte, il suo impegno affinché, nei limiti del possibile, non ci mancasse il
necessario. A proposito del suo orto lo vedo scavare per giorni un pozzo profondo
due - tre metri con piccone e badile, immerso nell'acqua fino all’inguine. A
seguito di quel lavoro massacrante (e altri simili) subirà poi vari e perenni
malanni. Sull'area dell'orto e di quelli circostanti, sita lateralmente al
cimitero del Verano, passa oggi la Via Tiburtina raddoppiata, nonché sorgono edifici
universitari e commerciali. Tutto è stato inglobato dalla città moderna.
Lo squillo delle venti
(Fatti di cui ora si può dire. I miei capi Top
sono nell'al di la)
Già, che è mai un
telefono che squilla, specie oggi che essi, fissi, cellulari e cento altre
diavolerie li hanno pure i gatti? Eppure un tempo il telefono fisso (dei
cellulari nemmeno l’idea) non si trovava in tutte le case, anzi erano più
quelle sprovviste. Nei miei anni di entusiasmo, magari poco razionale e
responsabile, prima e dopo sposato, ho già detto che feci parte di un team
coperto tendente al nero, sia di ex fascio sia di tonache (non sottovalutarle
mai).Bene, ci furono
parecchie missioni ove fui – fummo impiegati d’inizio come mano d’opera, magari
qualificata, con altri gradi che decidevano e disponevano interventi non sempre soft. Il mio Superiore
d’inizio, un intermediario in gamba, gestiva eccellentemente noi giovani di
buona volontà, pregni di fede, passione e condivisione per il fare spicciativo,
oltre di ex neri, di qualche ecclesiastico con le palle. Il mio lavoro era in
una grossa industria alimentare di proprietà vaticana, non sorgevano quindi
difficoltà per assentarsi in caso di impiego concordato, o richiesto da canali
diversi, viste le commistioni plurime di interessi e persone. Bene, per incarichi di più giorni non c’era
problema, il nostro gruppetto, pochi e buoni, veniva preparato con calma,
mentre per genitori e famiglie, secondo le età, o mogli agitate per i pochi
sposati, le motivazioni erano di svolgere missioni organizzativo -
commerciali, pur se esse ben capivano che nel tutto covava qualcosa di
affatto chiaro. Tutto iniziò nel 1945
- 46 con uno sviluppo continuo,
specie nei 60–70. In questo periodo si moltiplicarono incarichi che duravano
spesso un solo giorno, un mordi e fuggi che non si doveva notare. Di norma, non
sempre, era per presenza a cortei, manifestazioni, cerimonie, come supporter,
controllo, contrasto, servizi ordine. Così ecco che alle venti, minuto più,
minuto meno, squillava il telefono e giungeva la disposizione di essere pronti
per un treno attorno la mezzanotte, terza classe, anonimato massimo, ciò con la
consapevolezza che, salvo imprevisti, l’incarico si sarebbe stato ritorno in
giornata o mattino successivo. A volte, che per imprevisti vari i giorni
divenivano di più, niente albergo né ristoranti, solo soluzioni amiche o
razioni tipo parà. Di alcuni interventi ne ho detto negli inserti del forum e
in Ragazzi di Portoria. Ricordo che all’arrivo dello squillo delle venti mia
moglie cambiava colore e io a inventarmi cose ormai vetuste circa una necessità
societaria imprevista, con impatti che si sommarono a iosa e lei che più volte
mi disse sarebbe stato meglio avessi sposato il Duce o il Papa, pur restando
sempre la colonna di casa. Ritengo però si rendesse conto di avere un compagno
di vita attivo per lui, gli altri e lei stessa, non come i tanti sprofondati
dinanzi le TV che iniziavano a mostrarsi nelle case, o a pensare come unico
scopo di vita ai soliti quattro P, Pallone, Pancia, Pensione, Pisella
(scusate). Solo a conclusione c’è chi ci pone una quinta P, Pax eterna. Mi
minacciò più volte di fare le valigie e andarsene (non le fece), affrontare il
mio direttore, notoriamente dei nostri, e anche il Top esterno, lo chiamo
Ceccarini, nome molto vicino all’effettivo, i cui interventi erano i più tosti
per tutti. Col tempo le mansioni variarono e la mano d’opera, come l’ho
definita, si trasferì ai più giovani mentre noi senior acquisimmo posizioni di
maggior rilievo (raggiunsi le due e le tre stelle).
Infine i capi
massimi, uno alla volta, se ne andarono, ci fu l’ondata brigatista, uccisero il
presidente Moro e con questo evento eccomi in congedo, riposo, sonno, pur
sempre guardingo per lo squillo delle venti. All’atto di scioglierci, almeno
per il mio minigruppo (ignoro altri) ciascuno assunse l’impegno di ricordare in
qualche forma e modo i nostri anni, uomini, le vicissitudini trascorse. Io
scelsi d’inizio una linea d’incontri e un edit ruspante poi, con l’avvento
informatico, di usare tale mezzo per cercare di far permanere tracce altrimenti
ignorate (lo ripeto, con un paio di milioni e più di entrate nei miei blog e
forum). Come linea fai da te editoriale ho scritto e stampato più libri di cui almeno cinquecento
sono stati distribuiti gratuitamente a parenti, amici, amici degli amici,
conoscenti, vari. La fedeltà a una idea, a un principio, un uomo, si dimostra
anche così e nel mio piccolo penso di aver mantenuto l’impegno assunto, così
per gli amici nei canali di supporto da essi scelti. E’ passata una vita ma se
dovessero telefonarmi alle venti, poco più, poco meno, riecco in me l’allarme e
la traccia dell’allerta di cinquanta anni or sono.
Non nattendersi appoggi di sorta
Ormai i 90 di mia moglie sono passati e la casa si è vuotata di parenti, amici, affini e, non bastassero, delle due candide cagnoline maltesi di mia figlia maggiore. E nel pour - parler delle tematiche affrontate ecco pure la cancellazione integrale del mio blog da parte di qualcuno privato o istituzionale per la qualemi ero illuso di ottenere un minimo di solidarietà dalle più che soddisfatte persone in qualche mido a me collegate. Te la sei cercata! Meno male che non t'abbiano arrestato! Che ti ha fatto mai questo Duce! Hai rotto per anni le balle a troppi, a tanti! Poi parlare di Hitler e nazi! Degli ebrei! Degli ariani! Esprimere dubbi su partigiani e resistenza! Interessarti a vangeli apocrifi e scritti di Lucifero|! Ben fatto come è stato, te lo sei meritato! per chiudere l'ingrato dire avrei dovuto fare ammenda e chiedere scusa e perdono a tutti e in tutto! Giammai e poi giammai! Haì la venalità che ti ha sempre pervaso o popolo italiano nella tua ondivaga considerazione di uomini e di tempi!!