Wednesday, December 12, 2018

n. 68 NS (Nuova Serie) - dicembre 13 Giovedì - . Giovanna Chantal e ricorrenza Santa Vergine di Guadalupe - pensiamo positivo -

Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1996: Orrore di tutti per l'attentato di ieri alla Stazione FFS di Bologna

Deto francescano: I libri si riprendono - senza farti arrossire

Giulio Ossequente - Libro dei prodigi: Nel 2° consolato di Publio Tuberto e di Agrippa Menemio Lunato UC 251: Per lungo tempo nella notte romana furono visti ardere nel cielo oggetti infiammati dalla forma di lance da combattimento ..... 

Recordatio Intermezzo militare 
Si avvicina il periodo di leva. Mi reco al distretto per avere notizie sulla partecipazione al corso ufficiali di complemento. Qui mi comunicano che la domanda non può essere accolta poiché per il 1948 forse non ci saranno. Se voglio, in considerazione degli studi universitari, potrei chiedere il rinvio di un anno. Motivano le difficoltà col rientro degli ufficiali dalla prigionia, specie dei non collaboratori dai campi dell’India e Russia. Aggiungono pure che, dati i precedenti RSI e Wermacht, il corso, ci sia o no, me lo debba proprio scordare. Sull’ipotesi del rinvio sento il parere del mio direttore il quale mi consiglia di svolgere il servizio, e mi conferma che al rientro sarò assunto in amministrazione, ove si ha bisogno di qualche elemento e non  vorrebbe che, a causa dei tempi lunghi, si scelgano persone diverse. Decido per l’assolvimento. Parto alla metà del 1948 e sono destinato al CAR di Siena, non senza riempirmi prima di pulci e pidocchi nel parcheggio notturno in un lercio padiglione della stazione di Orte (io e gli altri siamo poi “bonificati”, previa sommaria auto depilazione, con il DDT irroratoci utilizzando pompe manuali). A Siena trovo come istruttore un caporalmaggiore amico della GIL; ciò mi rende più agevole l’inserimento nella nuova vita. Egli è di un anno maggiore e sarà congedato a breve. Stringo poi amicizia con un commilitone umbro, di un paio d’anni più di me, che ha usufruito di due rinvii universitari e poi ha interrotto il break in quanto il padre, nome importante nell’aviazione, era stato coinvolto in qualcosa di giudiziario, forse epurazione, mettendo la famiglia in difficoltà. Il feeling nasce giacché è stato volontario nella Decima ed è sopravvissuto al crollo RSI. Vista la classe di nascita di noi tutti, anno più – anno meno, sono numerose le reclute che fecero parte della Repubblica Sociale, o del  Regno del Sud, o dei gruppi partigiani. Al CAR sanno ogni cosa di noi e nelle schede ci sono appunti sulle precedenti situazioni. L’amico istruttore mi riferisce che sulla mia è spillato un foglietto con: “Diplomato e universitario”, “Tecnico di molino”; “prestato servizio con RSI e Wermacht”. Sono la conseguenza di una sintesi del mio status che dovetti precisare con l’inutile domanda dei corsi ufficiali, rispondendo a un questionario verificato dai carabinieri. E’ sciocco dirlo, ma proprio la nota sulla Wermacht mi porrà in maggiore considerazione. Pensano chissà abbia combinato. Per me evito dire che svolsi servizio nella sussistenza e non in unità combattenti. Tramite l’amico umbro verrò poi a conoscenza che i corsi ufficiali nel 1948 furono tenuti, sia pur ridotti e che, con disposizioni superiori, pare ne siano stati esclusi i coinvolti con la RSI., peggio se con i tedeschi, e scarso entusiasmo per i partigiani. Allora decido, visto che non mi hanno voluto come ufficiale, di rifiutare ogni nomina, così, pur universitario, resterò soldato. Parlo con il mio tenente e gli dico che vorrei sostenere qualche esame a settembre. Egli mi concede l’uso di un magazzino ove, nelle ore libere, studio ad alta voce passeggiando (è il mio metodo) e promette che, se ancora al CAR, mi faciliterà con un permesso extra.

Probabiliter  -  Praecognitio  -  Che c’è in noi? (prima di due parti)
La nostra mente è una realtà poco conosciuta. Vado alla mia età giovanile. Erano lontani i tempi in cui affronterò studi psicologici che dischiuderanno modestamente le ante della mia finestra sull’immensità esistenziale umana. Ebbene, in questa età, circa quindici anni, ero colpito da un sogno che si susseguiva spesso, ovviamente non tutti i giorni, e mi lasciava il mattino provato e teso. Il turbamento onirico mi vedeva scendere in un cunicolo, fino al trovarmi in una galleria apparentemente infinita, illuminata da poche lampade a olio e una parvenza di chiarore aleggiante d’intorno, come un accenno di alba o ultima luce serale. Io m’inoltravo nel condotto il quale nelle pareti dirimpettaie presentava file di loculi vuoti, in attesa di futuri occupanti. Più m’inoltravo e più quest’assenza di occupazione diminuiva, fino a che essi, tutti e sempre scoperti, accoglievano corpi non posso dire in buone condizioni. Sul tutto imperava un odore ripugnante. Il terrore era accentuato dalla consapevolezza che dietro di me ci fosse una entità forse non amica, di cui percepivo un contatto che mi riempiva la bocca di saliva elettrica. E nel sonno non volevo e potevo voltarmi. Mi si presentava allora una via d’uscita da una fessura in alto, raggiungibile da una frana con angolazione accentuata. Salivo per trovarmi nel mezzo di un cimitero il quale, se non fosse per l’essere all’aperto, sarebbe stato più angosciante della realtà ipogea. Infatti, mentre il malefico olezzo si accentuava, forse per le deposizioni recenti, ne seguiva che i piedi sprofondassero in un magma composito che in alcuni punti raggiungeva addirittura il polpaccio, percependo che pure il terreno sottostante fosse una specie di fanghiglia ripugnante. Infine ne uscivo avviandomi verso prati fioriti e mi destavo turbato, rammaricandomi di non aver sognato una bella ragazza. Eppure, dati i tempi, si andava a riposare presto e con lo stomaco semivuoto, quindi nessuna costipazione dannosa. Ciò che mi preoccupava era il ripetersi di questa visione. Ci fu qualcuno edotto in studi psicoanalitici che si sbizzarrì a convincermi che le divagazioni fossero a sfondo sessuale perché per Freud il sognare uno spazio chiuso, una galleria, un antro, era un chiaro simbolo d’immersione nel mondo vaginale ancestrale, accompagnato oltretutto da salme e dal tanfo, simboli anch’essi di sessualità prepotente, così per la presenza retrostante, anch’essa parvenza di un universo opposto al maschile. Il calpestare campi di humus vischioso avrebbe poi rappresentato il desiderio inconscio di essere inglobato in un sesso enigmatico, appagante, per trovare una conclusione col sopraggiungere di prati vasti, ubertosi, fioriti. Fu quella l’epoca che decisi di mandare a quel paese Freud, le sue teorie, i suoi interpreti più ortodossi, rivolgendo l’interesse a altri discepoli meno coinvolti nelle sue sessuofobie (Jung e Adler). Bene, questo sogno gradualmente si attenuò, fino a eclissarsi, mai del tutto. Ma, come fosse una precognizione, mi ritroverò presto coinvolto in esperienze di cui l’ultima, della quale parlerò in chiusura, mi riporterà indietro di settanta anni. Vado in ordine. Inizio, sin da ragazzo, con alcuni coetanei, a bazzicare grotte e cunicoli che a Roma non mancano, ciò per desiderio d’avventura, d’ignoto, di curiosità. 

Consideratio Socialità
In un consesso asociale come l'odierno ove in troppi, non dico tutti, pensano solo a se stessi e al prezioso IPhone ultimo modello, dal costo spropositato, perennemente incollato al loro naso pure in fasi di amoreggiamento o necessità biologiche, ho apprezzato due iniziative prese nel quartiere. Nel nostro mercato aperto-coperto (chi lo visita capirà perché lo definisca così) nelle sere dei Sabati e delle Domeniche esso si trasforma in due amplissimi ristoranti, uno tutto pesce freschissimo acquistato al banco ittico del mattino e cucinato nel box accanto, altro dedicato alla pizzeria tradizionale, carne e cucina romana, non pesce a evitare duplicazioni e concorrenza. Tutto fra i box in parte aperti con l'offerta di loro specialità. C'è anche musica e a volte addirittura un'orchestrina folk. Non dico la maxi affluenza, il gradimento, la gioia di stare assieme, il parlare, salutarsi, ritrovarsi. La seconda iniziativa è che, sempre dal mercato tramite i suoi promotori, si sia deciso di indire una ulteriore Notte Bianca (non è la prima) in cui, oltre l'iniziativa ristorazione, saranno aperti i box di vendita come fosse un mattino speciale. A complemento del tutto c'è che dal Lunedì al Venerdì è stato riservato un angolino d'ingresso ove si trovano alcuni tavoli e sedie per chi voglia sostare un pò, bersi una birra o mangiarsi un panino, fermo il frenetico andrivieni degli acquisti. Bravo Comitato di Quartiere e di Mercato, un vivo elogio per queste iniziative di comunanza che riescono pure a limitare (di poco) l'uso dei supertecnologici IPhone. E' tutto dire!


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