Tuesday, August 13, 2019

Mercoledì 14  agosto 2019

L'Isola che non c'è

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Non ero pronto a un incontro tale quello che si concreterà fra poco. Avevo sempre accettato quando ero nell'altra dimensione l'esistenza del cosiddetti "Dischi Volanti" e di uno di essi ne ebbi e ne avemmo una visione mattutina inconfondibile e chiarissima nel cielo terso sovrastante la cittadina del nord ove vivevo, il quale si esibì per più minuti compiendo miracoli aeronautici di spostamento simultaneo allontanandosi poi  per un terzo dell'orizzonte a una velocità da paura, inimmaginabile. Altro contatto fu quando un corpo rotondo o discoide traversò il basso orizzonte in un baleno, senza deviare, traversando una striscia di centottanta gradi, metà di una circonferenza, lasciandosi dietro una vistosa scia gassosa che poi svanì. In questo caso però poteva trattarsi del rientro in atmosfera di un relitto spaziale, schiantatosi in qualche luogo dimenticato o in mare, pertanto non lo considero come un possibile contatto UFO (Unknown Flyng Object). Casi minori, incerti, dubbi, li ho tralasciati.
La navicella spaziale è sopra di noi, quota bassissima, una trentina di metri, ed è immobile, ha un diametro sui venti metri, ruota lenta su se stessa, ha un insieme circolare di luci di posizione policrome accese. Per quanto si notai non esiste alcuna protuberanza esterna, tutto è levigato, lucente, come alluminio e lucente (dico ciò per somiglianza visiva, non tecnica, di certo trattasi di metallo ben diverso. Un cerchio di raggi perpendicolari la collegano al suolo come fosse adagiata su un cuscino apposito. Infine dai bordi laterali scendono lente quattro articolazioni di atterraggio, senza che il disco per il momento ne faccia uso.
Il Maestro Egau è accanto me e osserva attento la scena insolita. Mi dice che a bordo dovrebbe trovarsi, o arriverà, il vertice massimo addetto alla disseminazione cosmica della vita. In ciò si ripete, me ne aveva fatto già cenno in precedenza, quando l'UFO era ancora irrealtà. 
Tutto il cantiere per il Kosmodromo è fermo, curioso e vigile, sono poi presenti ai lati dell'Off-Limit molti ospiti attenti e curiosi. .
Infine con un leggero balzo in basso la navicella tocca terra e qualche minuto dopo si apre un passaggio da cui scende, assiso in un seggiolino, una figura alquanto simile a noi nel generale, però con evidenti particolarità nei dettagli. Indossa una tuta bianca complicata che ricorda più  quelle da lavoro che per ricerche cosmiche. Scarpe pesanti e grandi guanti completano il vestiario. L'astro-pilota non ha casco, o se lo aveva ha preferito lasciarlo a bordo. Del corpo posso dire che noto un viso non estraneo al mio mondo di prima, però lo sviluppo cranico, il frontale e il posteriore , sono chiaramente più sviluppati dei nostri. Così per gli occhi, che mi paiono senza ciglia e sopracciglia, il naso leggermente più ridotto, la bocca più scarna quanto a labbra. Ciò non toglie che la sua testa richiami più o meno quelle dell'umanità a noi parallela. 
Completano busto, braccia e gambe apparentemente meno sviluppate rispetto un capo di tutto rispetto.
L'essere alieno, come chiamarlo? guarda il Maestro Egau e me accennando un verso del viso (un sorriso?) e alza la mano destra a palma aperta, come facevo io un abisso di passato fa quando indossavo una sciatta camicetta nera. Egau e io rispondiamo e allora l'astronauta voce piatta, monotona, metallica:
.... Fratelli dell'arcipelago che non c'è, fratelli che nell'isola cinque accoglierà la base per una delle nostre fasi di ritorno. il conduttore della base spaziale cui tutti i nostri vascelli fanno riferimento vi invia il suo saluto per l'incontro odierno, preceduto da quelli che movimentarono i cieli undicimila-trecento anni terrestri or sono con la scomparsa di Atlas e i suoi sessanta milioni di uomini-Dei. Sostate vicino noi e attendete. Il Vertice Massimo che ha a cuore gli umani sarà fra noi e sarà suo gradimento incontrare entrambi voi, grande Egau assieme a te Prescelto Odir. Io, capo della squadra di volo e navigazione che mi sovrasta provvederò a avvertirvi della disponibilità del Vertice eccelso. ....
Di nuovo mani destre alzate in forma di fratellanza, poi torna e sale il seggiolino, il nostro interlocutore scompare con l'apertura che si richiude, le gambe del mezzo che si rialzano. Anche il vascello spaziale e si rialza stazionando a un centinaio di metri d'altezza. E noi tutti in attesa degli sviluppi che ben presto verranno.


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