Monday, July 22, 2019

Lunedì 22 luglio 2019

L'Isola che non c'è

I Signori degli inferi - Inserto 15

Il grande Tubal si alzò lento. Era di figura imponente, imperiosa, ciò si notava ancora di più di quando assiso nel  trono forgiato nelle officine di Efesto. Tese la mano verso il Maestro Egau, appena un accenno, non di più e egli si approssimò riverente.
.... Grande Egau che in centottantasette dei vostri anni hai creato le premesse e porterai a compimento la preparazione della base cosmica per le nostre astronavi e il grande ritorno dei ventiseimila terrestri che da settantamila anni or sono lasciarono la terra. Essi hanno avuto modo di riaffacciarsi in condizioni particolari e precarie, incontrandosi con una umanità tornata alla barbarie, ignoranza, egoismo, pazzia singola, caos sociale. Li guiderà chi già  una volta tentò una loro redenzione. Stavolta saranno con Lui uno stuolo di nostri eminenti Egau, Te fra i primi, coadiuvandolo nell'opera di giustizia, di amore, di rettitudine ....
.... grande Tubal, grande Kain, sono stato sempre l'esecutore attento dei vostri desiderata e ho avuto anche l'onore di essere vostro consigliere, mi chiedo però come proseguire nella mia azione quando non residuano molti anni dal superamento dei duecentocinquanta previsti per il conferimento di una carica di Egau e io penso che il grande ritorno non possa avvenire prima del mio lasso temporale di soli sessantatré anni ....
.... Eminente Egau, è Kain che parla (restando assiso). Mi sei stato positivo e fedele sia col tuo fare da me suggerito, sia per quello a te riferibile, sai bene che nella nostra realtà il tempo non esiste. Ti annuncio che con l'approntamento del Cosmodromo il tuo termine terrestre finisce e entrerai nel novero dei vertici collaboranti con il GAU massimo e unico, il Grande Architetto dell'Universo. Non sarai più un Esimio. Preparati al cambio e provvedi per una adeguata sostituzione per la quale ti ho già inviato uno da me Prescelto, un Odir, che possa degnamente sostituirti ....
.... Mi inchino ai vostri voleri o Kain, semidio nato da Eblis e Eva, e per Te Tubal, rivivificatore della immensa fusione bronzo-aurea del tempio di Salomone, attuata dal Maestro Hiram e rovinata dai prezzolati del Grande Re. Sono pronto a affrontare i nuovi impegni e il nuovo operare con vostra discrezione di tempi e  luoghi, Mi sia concesso di ritirarmi. ....
Uno sguardo del grande Kain mi invita a approssimarmi
.... Odir, il Prescelto su mia indicazione e proposta, è molto che ti seguo e ho gradito gli studi, pensieri, tuoi convincimenti sull'eccelso Eblis, l'Angelo della luce, padre mio e di coloro dediti al fuoco creatore e innovatore, alla natura, alle costruzioni, alle opere di mano e di mente. Ho gradito il tuo rifiuto di deificare il Sole e considerarlo un fratello. La tentazione di farlo fu tanta ma tu non vi cadesti come l'Aken Aton il Tut egizi. Gli Dei Odir siamo noi e il fuoco, il Sole sono solo una delle espressioni della nostra potenza. Ho gradito l'inno che hai proposto per il Sole che ho disposto divenga unico per tutte le nostre relative realtà. Per questo e altro, anche del futuro che verrà e che noi vediamo non sei più un prescelto Odir ma un Egau all'inizio del percorso in cui ti formerà l'eccelso Maestro al quale ti abbiamo affidato. Approssimati che io possa lasciare un segno che in ogni dove ti qualificherà per ciò che sei e quale sia la forza tua fattrice e protettrice....
 Mi approssimo e ecco Kain poggiare il pollice destro sul dischetto d'oro presente sulla mia fronte. Da esso entra una folgore nella mente, ho attimi di smarrimento, forse cado e sono sorretto, mi riprendo e osservo un mondo d'attorno in forma totalmente diversa da prima, pur se era il medesimo. Devo esserne degno e lo dimostrerò.
.... Odir, ma ora anche un iniziale Egau, sappi che chi ti ha sorretto nel tuo mancamento è stato il grande Hiram, il costruttore del tempio di Salomone, il prediletto della regina di Saba, il padre di Menelik l'etiope, cui hai dedicato molto del tuo pensiero e ricerca. Eccolo, ti vuole abbracciare ...
.... Eccelsi Kain, Tubal, Hiram, mi prostro al vostro cospetto e gradirei che la Compagnia Trombe suoni per intero l'inno al Sole, e il coro lo canti, non limitatamente al motivo di base ...
Mi giro appena, un segno ben compreso dal direttore del complesso e: 


Sole fratello, a te sul nostro suolo,
dove eterno verdeggia il sacro alloro,
a te, nostra fortezza e nostro orgoglio,
ascende il coro.

Sole eccelso! Ci sfavilli in fronte
mandi i tuoi raggi sulla nuova storia;
fulgida in opra, all'ultimo orizzonte
sta la Vittoria.

Sole che sorgi libero e giocondo 
sui colli tuoi nostri fatali
Sole amico non vedrai cosa al mondo 
maggior del Sole, maggior del Sole!

Per il cielo è un volo di tripudio
e la pace oggi vige in ogni dove:
il vessillo svetta sul cantiere,
su l'ufficio,  su l’officina.

Proteggi riposo e fatica nostra
che si rinnovan per virtù d’amore,
la giovinezza florida e prorompente
l’antica età che muore.

 Sole che sorgi libero e giocondo 
sui colli tuoi nostri fatali
Sole amico non vedrai cosa al mondo 
maggior del Sole, maggior del Sole!


(il mio ringraziamento al poeta romano Orazio e al musicista Giacomo Puccini, cui chiedo a entrambi di tollerare il mio ruvido rimaneggiamento del testo e della musica. Scusatemi)
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