Sunday, December 16, 2018

Ciao. Sono in ospedale s. Eugenio ove domattina saro operato per rottura femore dyaa 
Buonasera,

mio padre mi ha chiesto di avvertire i lettori dei suo blog che per qualche giorno sarà impossibilitato a postare articoli per problemi di salute. Riprenderà non appena starà meglio.

Grazie e saluti a tutti

Saturday, December 15, 2018

n. 72 NS (Nuova Serie) - dicembre 17 Lunedì - SS Modesto e Lazzaro - pensiamo positio -

Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1903: I fratelli Wright volano su un aereo di loro costruzione

 Detto francescano: Libro serrato - non fa letterato

Giulio Ossequente - Libro dei Prodigi: Nel Consolato di Marco Cornelio Ceteco e di Publio Sempronio Turidano, UC 548: 
In Roma furono visti 2 Soli, di notte ci fu luminosità come diurna ......

Recordatio Diari 1948 ... Intermezzo militare
.......... Dalla città sparano sulle vetrate della caserma ove corrispondono i gabinetti, così siamo costretti a evitarne l’uso o recarcisi camminando carponi. Oltretutto di sera le luci delle sale sono spente poiché costituirebbero un tiro a segno. Sono uccisi alcuni carabinieri della tenenza del Monte Amiata e poi qualche altro. A Siena, ai funerali o commemorazione, non ricordo, sono lanciate alcune bombe che procurano dei feriti (per fortuna erano le OTO). È in atto una rivolta controllata con difficoltà. Ci dicono che a Firenze e nord le cose vadano peggio, coi partigiani che hanno riesumato le armi e spadroneggiano in libertà. Siamo malvisti dalla popolazione e consegnati in caserma. Le volte che usciamo lo facciamo in gruppo, evitando zone popolari. Siamo in Italia o in terra nemica? E allora sembra si ricordino di noi, ex repubblichini, ex Wermacht, ex avanguardisti ecc. ecc. per formare dei nuclei d’intervento escludendone, salvo eccezioni, sia ex partigiani, sia i soldatini più sprovveduti. Sono così assegnato al trasporto di munizioni ed esplosivi da una polveriera immensa, invisibile in superficie, destinate a sedi militari, di carabinieri e polizia.  I camion caricano decine di quintali di proiettili, bombe, armi, candelotti. Basterebbe un nulla per far saltare tutto e tutti, paesi compresi. Le donne ci prendono a sassate e si sdraiano sulle strade per non farci passare, costringendoci a spostarle a forza.  In qualche caso il mezzo avanza senza frenare, facendole allontanare all’ultimo momento.  Ci gridano: “Un sparate a vostri fratelli” che tali non sembrano visto che sono loro a farlo.  Comunque i convogli di esplosivi, preceduti e seguiti da una forza decisa e spicciativa, non subiscono danni, pur se qualche tentativo di assalto c’è stato. Abbiamo l’ordine di difenderci, in caso di attacco. Gli ufficiali danno ordini chiari e ci comprendiamo perfettamente.  Le missioni sono molteplici. Ricordo che in una di queste ho dormito un paio d’ore in piedi poggiato contro un terrapieno. Siena, ove hanno base i nostri reparti, è occupata dai partigiani.  Una Domenica, a seguito di un comizio nella piazza centrale non autorizzato, giunge l'ordine di sfollare i manifestanti, qualora non avessero provveduto loro, possibilmente senza disordini.  Lo sgombero si attua con una manovra di espulsione dolce, cioè con una pressione sulla folla costante e progressiva. Noi militari, presenti nei bordi della piazza sin dal primo mattino, previo invito a sgomberare trasmessi con altoparlanti e vis a vis, attuiamo una spinta della massa verso l’esterno mediante una manovra tacco-punta-tacco e il fucile fermo in avanti (nonché cercando di convincere chi in contatto ad allontanarsi).  Non c’è modo di fermare la pressione perché dietro la prima fila ce ne sono altre che non si fermano. Avviene il miracolo, la folla defluisce nelle vie circostanti e la piazza si vuota.  Fosse intervenuta la Celere, pronta nei pressi, sarebbe stato un disastro.  Poi il caldo di Luglio, Togliatti che non muore e invita i suoi alla calma, Bartali che vince il Tour di Francia, oltre un po’ di riflessione, fa rientrare l’emergenza e posso dire che con settembre (ah i miei esami!) si torni alla normalità. Rientrati in caserma l’atteggiamento verso noi ex RSI migliora. Offrono ad alcuni di far parte di un reparto di paracadutisti a Pisa; io aderisco ma in un lancio prova da torre mi procuro una lussazione alla spalla che si farà sentire per anni. Accantonati così i parà sono assegnato alla PM, polizia militare. Inutile dire che gli interventi si accentrano specie nei cinema, in qualche posto ove si mangia e beve, e ancor più nelle due case di tolleranza senesi. Una volta andammo a Firenze a prelevare un soldato allontanatosi e coinvolto in una rissa in un bordello. ..... segue

Probabiliter Soggiorni nelle Vallate. Positivi senza se e ma
Ho detto delle mie estati da bambino e ragazzetto, le quali, se non erro, giunsero addirittura ai dieci anni consecutivi di accoglienza sia nel centro Italia sia, un paio di volte, nel remoto trentino, in Val Gardena, oltre, addirittura, nella Zara a noi frontaliera, enclave d’Italia in terre slave. Non torno sulle estati di Ostia, Anzio, Terracina, le più frequenti e vicine ove, oltre il soggiorno organizzato dalla GIL per i balilla, usufruii anche di quelli della Società di lavoro di mio padre, pure loro, in verità, blandamente fascisti, malgrado la presenza di alcune suore che davano al tutto un tocco papalino, il che non guastava dati i tempi ove Padreterno, Papa e Duce dovevano andare d’accordo. Dei soggiorni trentini dico di quello in Val Gardena, il più serioso, ove fummo accolti in tende ordinate tali un accampamento da prima guerra mondiale, in un pianoro circondato da monti imponenti, almeno per noi ragazzi capitolini, avvezzi a vivere a trenta metri d’altezza sul mare, guastato però d un paio di edifici moderni per colonie stile Littorio.  Altra volta ci sistemarono in una scuola, adattata per l’estate alle vacanze, frequentata maggiormente da balilla gelsomini, comprendenti magari i figli del Duce o altri top.   Le attività furono pressoché identiche ma vogliamo mettere l’usare a volte gavette e gavettini e il riposare sotto tendoni che, pur ben ancorati, sembrava a volte che fossero strappati dai venti ululanti e portati via? Come il distendersi su virili brande alla Marco Aurelio e non in deprimenti lettini e materassi da seminario?  A questi aggiungo la settimana Zaratina, di cui di speciale non ricordo nulla, col solito edificio GIL, soliti lettini, cortile con bandiera, soliti esercizi, più il mal di mare da e per l’Italia, niente di più dei soggiorni nostrani di Ostia o Anzio.    Comunque torno allo ieri come fosse oggi.  La partenza per la Val Gardena è confermata, andremo attrezzati con zaino, copertina arrotolata, gavetta, borraccia e moschetto, se a volte dovessimo difendere di nuovo i confini d’Italia. Ci sentiremo importanti verso chi andrà nelle solite colonie banali, con visite genitoriali e distribuzione dei giornaletti Il Balilla e Corriere dei Piccoli, oltre le preghierine alla Patria e il perenne Saluto al Duce.  No, quest’anno saranno vacanze per ragazzi con le balle. Tanto per cominciare rompiamo l’anima al quartiere sfilando nelle vie con la fanfara in testa, che in piazza Ragusa, Piazza Lodi, Villa Fiorelli, si esibisce in concertini all’aperto, con miriadi di ragazzine innamorate di quei giovanetti orgogliosi.  Infine la partenza carichi di tutto l’utile e ancor più dell’inutile, con musici e tamburi. Viaggio lungo e palloso in treno, mitigato dalle cavolate inventate li per li, per fare casino. Un cambio, qualche assistenza dalle Giovani Italiane di terra coi soliti sfilatini e mortadella, acqua e limone per le borracce, e arrivo in zona Trento ove, utilizzando qualche autocarro della guerra finita da poco, con gomme piene e sobbalzi da rompere il sedere (Fiat 18BL), ci conducono a destinazione ove, tanto troviamo pronta per noi una manifestazione ufficiale di accoglienza da parte di una unità locale, con alza bandiera, discorso del comandante che nessuno segue, tanto parla di Duce,  peggio per il Podestà di non so quale paese, il quale, oltre dire del Duce, tenta pure di imitarlo in modi e voce. Infine un cappellano in divisa militare dice pure lui qualcosa di Duce e niente di Papa. Segue l’assegnazione delle tende e posti, visita a docce e gabinetti esterni (interni alla scuola? Sia mai!).  Del soggiorno ricordo un insieme di eventi maggiori o minori, come la perenne sfida con altri balilla, a noi prossimi, in esercizi ginnici o di pericolosa cretinità, che noi, le lenze dell’Appio Tuscolano, vincevamo senza difficoltà. Aggiungo i percorsi a piedi sino alle basi e sui versanti delle montagne ancora con tracce di neve, canti a non finire, vitto mai contestato, con base pasta al pomodoro,  zuppe, spezzatino, patate, mele. Dolci nulla, salvo quando a metà turno ci visitarono un paio di Federali locali. Il mattino caffè - latte e fettone di pane scuro, poi gare musicali fra due fanfare GIL con la nostra indubbiamente migliore (mi pareva, ma era vero!), per i suoi strumenti di più tipi, mentre l’altra aveva trombe a uno o tre tasti. Comunque anche loro erano in gamba  Ho presente quando ci portarono al Castello di Trento, nel cui cortile impiccarono Cesare Battisti e Fabio Filzi, con bordate di “figli di mignotta” rivolte al boia Lang e ai suoi aiutanti, presenti in alcune gigantografie murali, in cui si parlava più di Battisti e quasi nulla di Filzi (di famiglia israelita. Mah!) In altre visite ruspanti visionammo trincee, reticolati, caverne di comandi nostri o nemici, e una fortezza austriaca le cui bocche da fuoco erano rivolte verso l’Italia, più depositi di cannoni, mortai, bombarde, nostre o preda bellica, da intimorire solo a guardarle. Andò bene pure per il cinema serale, con visione all’aperto dell’eterno Scarpe al Sole, uno dedicato alla marcia su Roma e primo fascismo, altro sull’impero italico. Dalle proiezioni era escluso, non sempre, ciò che avremmo gradito di più, qualche bel Topolino, Ridolini, Charlot.   Quanto alle giovani italiane nemmeno l’ombra, pur se ospitate in complessi viciniori, poco meglio andò con le ragazzette locali, gentili, timorose, riservate. Ci furono pure degli incidenti, come un balilla che in un’escursione, non rispettando il divieto di accedere in siti pochi conosciuti, ci andò ugualmente, finendo in un dirupo e rompendosi un braccio, oltre un bel po’ la testa. Corsa in ospedale e ritorno con lui incerottato, ingessato, e volto da eroe omerico, con la fila di cameratini per apporre la firma  sul gesso dell’avambraccio.  Minorità furono qualche distorsione di caviglie, il morso di un cane bersagliato dai nostri sassi, mali di stomaco per ingozzamenti oltre i limiti, una visita medica a me per difficoltà di respiro, forse per l’altezza sui mille (stesso disturbo che ebbi a Anzio), nessuna noia dalle temute vipere che, dicevano, essere nascoste specie sotto i massi  e nei rovi.  Infine fra alza e abbassa bandiera, saluto al Duce, preghiere sbuffate, faticacce affrontate stoicamente, tutto termina e rieccoci a Roma, ove giungeremo tali reduci Cesariani dalle guerre galliche. Di nuovo sfilata per le vie e pronti per la scuola, ricordando fra noi e con altriu, l’excursus trascorso quali balilla maturi e virili, di cui ovviamente molto era vero, molto immaginato, tanto inventato. Dopo completato la mini panoramica delle mie - nostre estati di prima giovinezza, mi viene il pensiero al come trascorrano gli stessi periodi i giovani d’oggi. Senza per ora risposte. Non sanno cosa si sono persi

Consideratio Previdenza e previsione
Ho seguito in TV un servizio sui milioni di alberi abbattuti nel Trentino e altre zone dai recenmti cataclismi che hanno coinvolto tutta l'Italia, ma specialmente alcune aree del nord. I commenti aggiuntivi spno stati del tipo che il prezzo del legname crollerà, che ci faremo ora con tanti fusti giacenti in terra, che si potranno gestire che solo per una  parte, che molti andranno rovinati per l'abbandono, l'incuria, l'umidità, e così via, da riempire una pagina di motivazioni al negativo. A volte i problemi complicati potrebbero avere soluzioni semplici. Avendo ben conosciuto il settore del legno lavorato e trasformato in casette nelle catastrofità naturali degli anni 80, con buona parte del nord, Rovereto in primis, occupate in questa opera di trasformazione. Così eccomi pensare a quanto sarebbe bello se tutta la parte pensata come perduta, o la maggiore di essa, finisse in alcune entità di lavorazione che le convertano in pannellature abitative da conservare in magazzini adeguati le quali, come si trattasse di un Lego o un Meccano, siano possibili da compattare in soluzioni di ricovero più o meno emergenziale qualora necessario e opportuno. Basterebbero pochi incentivi e agevolazioni materiali e fiscali, oltre la cessione a costo solo figurativo dei tronchi ceduti, per avviare un'azione di previdenza e previsione. Si sprecano tanti soldi pubblici, questi invece non lo sarebbero affatto e costituirebbero un enorme salvadenaio per i momenti grigi che pur sempre giungeranno. O l'idea è troppo semplice? o è troppo complicata? comunqie essa sia è certamente possibile da affrontare.

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n. 70 e n. 71 ND (Nuova Serie) - Sa bato 15 e Domenica 16 dicembre 2018 - SS Valeriano, Adelaide, Massimino, Adone - pensiamo positivo -

Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

15 12 1989: Muore a Mosca il fisico Andrej Sakharov
16 12 1773: Inizia la guerra d'indipendenza americana

detto di frati: Il gelo con la brina - son fratello e cugina
Detto di frati: Lingua ciarliera fa presto carriera

Italo Tavolato: I poeti della Domenica, i lavoratori della sensibilità ù
Italo Tavolato: Un giorno udii questa sentenza, bisogna essere prolissi

Sabato 15 e Domenica 16 sosta del Forum e del Blog

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Thursday, December 13, 2018

n. 69 NS (Nuova Serie - dicembre 14 2018 Venerdì - San Giovanni della Croce - pensiamo positivo -

Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1955: L'Italia è ammessa all'ONU (Organizzazione Nazioni Unite) 

Pensiero francescano: Il ricco non sa mai chi gli sia amico

Giulio Ossequente - Il Libro dei Prodigi:   ...... sotto il regno di Tarquinio il Superbo, UC 242, un serpe grande uscito di sotto una colonna lignea, non solo spaventò e mise in fuga coloro che si trovavano nel palazzo reale, ma anche colpì e terrorizzò lo stesso re .... 

Recordatio Intermezzo militare (parte due ... segue) 
.......... La formazione è dura e qualificante. Per molti di noi però, ex avanguardisti, ex repubblichini, ex partigiani e altri ex, non è poi un granché d’impegno. Fanno eccezione tante reclute del sud che con la GIL, RSI, resistenza, hanno avuto poco a fare, salvo eccezioni. Più volte ho modo di costatare l’arretratezza di questi ragazzi. L’analfabetismo è da paura (non basta scarabocchiare la firma o scrivere qualche parola per non essere considerati tali). Per loro un accettabile italiano non esiste, il senso dello Stato c’è e non c’è, lo stimolo a farsi giustizia è sempre presente, anche in caserma, ove ognuno nasconde un pauroso coltello, ufficialmente “coltellino”. Mi riferiscono cose allucinanti in fatto di regolamenti di conti, donne, rapimenti, fuitine, e molti hanno avuto rapporti con bestie, pecore, asine, vitelle. Mi chiedo che d’Italia sia questa, alla metà del ventesimo secolo, dopo ventanni di Duce! Come arma personale si ha il fucile inglese Enfield, che ha il mio apprezzamento. Il calcio è sostituibile con altri di due-tre lunghezze per rapportarlo all’altezza dei soldati e la precisione, se ben curato, è altissima. Divengo tiratore scelto sui cento e duecento metri. Mi fanno tenerezza i reparti che hanno ancora i 91 della prima e seconda guerra mondiale che, per i piccolini, sembrano sovente alti quasi quanto loro. Saranno anch’essi precisi e affidabili (ci uccideranno Kennedy), ma la differenza con l’Enfield c’è. Utilizzo il mortaio Brixia, il mitragliatore Bren e la mitragliatrice Breda, tutti niente male, il MAB Beretta, come assalto, che a 50 metri difficilmente è letale (mi viene far paragoni con le machine-pistole tedesche e simili alleate). Maneggio e lancio bombette OTO che fanno rumore o poco più. In un’esercitazione una recluta nel lanciarla se la fa sfuggire quando tende il braccio, mandandola a finire nella fila retro in attesa del lancio, procurando qualche ferito non grave (fosse stata una pigna tedesca o inglese ci sarebbero stati dei morti). In più esercitazioni porto notevoli carichi e in tali casi torna a farsi sentire la fitta inguinale che mi beccai sul lavoro. In caserma, specie all’inizio, molti di noi sono oggetti di pesanti scherzi da parte dei più anziani ma, a differenza di quanto si pensi, se presi con spirito aperto, senza vittimismo con i superiori e famiglia (guai a far ciò!), essi non sono affatto traumatizzanti. Ricordo quando la Sanità inviò in caserma degli scatoloni di profilattici, distribuiti ai soldati con la nettissima maggioranza di quelli del sud che sapevano sì e no cosa fossero o li consideravano oggetto da prostitute, non da uomini. Comunque per qualche serata le finestre della caserma si riempirono di palloncini gonfiati ritirati il mattino per evitare punizioni. Mai fare però i conti senza l’oste. Un’improvvisa emergenza pone tutti in allarme, il mio studio s’interrompe, di permessi non se ne parla più e gli esami saltano. Alla metà di Luglio un pazzoide (Pallante) spara a Palmiro Togliatti, il capo dei comunisti italiani, e quasi l’ammazza. L’Italia rossa insorge. La Toscana, ove mi trovo, è dal dopoguerra ghibellina, accidiosa, cattiva, come nei secoli della sua storia (in precedenza lo era altrettanto come “fascista”). 

Probabiliter Via Rasella Marzo 44 (realtà misconosciuta)
Fu infausto quel ventitre di Marzo. Un attentato gap uccise a Roma trentatre tedeschi, altoatesini del battaglione “Bozen” (Bolzano), cioè già italiani o che tali sarebbero tornati, facenti parte non di reparti combattenti, bensì della polizia territoriale addetta ai servizi in uffici cittadini, in virtù anche del loro bilinguismo. I militi, salvo i comandanti, non erano armati Con loro morirono alcuni italiani e un ragazzo presenti nei paraggi. Su questo evento e la rappresaglia germanica alle fosse Ardeatine, trecentotrentacinque eliminati, ne ho già detto Torno sull’argomento giacché l’esecutore materiale dell’attentato è morto novantenne pochi giorni prima di questa Pasqua 2012. Con lui, al tempo, erano Alfio Marchini e Carla Capponi, che conobbi, mentre Franco Calamandrei, distanziato, diede il segnale ai finti netturbini di accendere la miccia dell’ordigno occultato in un carretto per immondizie e poi fuggire. Non è chiaro se sia stata lanciata qualche bomba a mano da parte di alcuni altri dell’attentato. Le conseguenze le sappiamo. Il sacrario sull’Ardeatina le ricorda sia oggi, sia per il futuro. Visitai le cave alla fine del 1944 primi 1945, e lo spettacolo di questa strage era angosciante. Si doveva e poteva evitare. Dicono sia a Bolzano un analogo remind per i caduti austro-italici. Se esiste, m’informerò, potrei andare a scambiare due parole con questi nostri anomali fratelli. Lo staff del CLN che dispose l’operazione comprendeva anche Giorgio Amendola e altri comunisti, Paolo Bonomi e, parrebbe, De Gasperi (di ciò ho dubbi concreti). C’è chi tira in ballo pure le simpatie resistenziali del cardinale Montini, futuro Paolo VI, anche di ciò ho perplessità. Due mesi ancora, 4 Giugno, con gli americani a Roma, lo stesso attentatore ucciderà a Roma, in via delle Tre Cannelle, il Tenente della Finanza Giorgio Maria Barbarisi, membro del Comitato Liberazione, reo d’avere strappato o contestato un manifesto oltraggiante il re Vittorio Emanuele III. Ebbi modo d’incontrarlo già deceduto, o forse no, e trovarlo al cimitero Verano. Ne ho parlato. L’attentatore-uccisore divenne poi medico, ed io ho espresso più volte l’intendimento che avrei preferito morire che accettare sue prestazioni. Ora questi è nell’al di là, spero accolto dallo stuolo degli esecuzionati da Kappler che, lui e altri, hanno sulla coscienza. Fu un duro impenitente come resistenziale, comunista, estremista. Mi auguro, ma non credo, non si sia pentito in extremis di qualcosa, e magari si sia confessato cristianamente prima del trapasso, potrebbe, per i preti, essersi salvato, mentre uno stuolo di vittime trovarsi negli inferi. Ciò fosse ne verrebbe un bell’insegnamento di vita. Per fortuna le leggi del cielo potrebbero essere diverse dalle nostre di comodo, create per favorire ipocrisie e ignoranze. Completo notando che solo due anni prima di via Rasella questo eroe resistenziale, e altri, fosse un fervente del Littorio facente parte dei GUF (Gruppi Universitari Fascisti). Una foto che ho lo mostra nell’esercizio del suo entusiasmo. Non ho voluto fare il suo nome e non ho ripetuto la poesia Stella d’inferi. Pure per lui non odio ma nessuna scusante, alibi o perdono. 

Consideratio Ricordi di bassa qualità (forse) 
Dell'Inghilterra e di Londra in particolare conservo rimembranze classiche da me definite di nobile livello, come dimenticare la Torre di Londra, Westminister, il Tower Bridge, le Cattedrali, la Magna Carta, le Tombe reali, Stoneheng, il Britisch Museum, la Stele di Rosetta, Bath, aggiungo Harrods e il Palazzo dei Lloyds con cui collaborai. Bene, scendo di livello e prendo atto che uno dei migliori ricordi è di natura indubbiamente popolare, plebea. Dopo una dovuta visita a Portobello trovai nelle vicinanze un bel locale, sul rustico apparente ove, accompagnato da un'eccellente birra, consumai (consumammo) uno stupendo Fish and Chips, servitomi su un vassoio di legno tanto era ben preparato, abbondante e enorme il pesce fritto, non so, o non ricordo quale esso fosse (merluzzo?), c'è però che nella sua modestia di prodotto e di conto tutt'oggi, dopo parecchio tempo, lo rammento come fosse stata una consumazione di ieri, di oggi. Il ricordo mi è stato rinfrescato nella mente leggendo che un noto e rustico fish and chips ha raggiunto e superato un milione di clienti annui.  

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Wednesday, December 12, 2018

n. 68 NS (Nuova Serie) - dicembre 13 Giovedì - . Giovanna Chantal e ricorrenza Santa Vergine di Guadalupe - pensiamo positivo -

Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1996: Orrore di tutti per l'attentato di ieri alla Stazione FFS di Bologna

Deto francescano: I libri si riprendono - senza farti arrossire

Giulio Ossequente - Libro dei prodigi: Nel 2° consolato di Publio Tuberto e di Agrippa Menemio Lunato UC 251: Per lungo tempo nella notte romana furono visti ardere nel cielo oggetti infiammati dalla forma di lance da combattimento ..... 

Recordatio Intermezzo militare 
Si avvicina il periodo di leva. Mi reco al distretto per avere notizie sulla partecipazione al corso ufficiali di complemento. Qui mi comunicano che la domanda non può essere accolta poiché per il 1948 forse non ci saranno. Se voglio, in considerazione degli studi universitari, potrei chiedere il rinvio di un anno. Motivano le difficoltà col rientro degli ufficiali dalla prigionia, specie dei non collaboratori dai campi dell’India e Russia. Aggiungono pure che, dati i precedenti RSI e Wermacht, il corso, ci sia o no, me lo debba proprio scordare. Sull’ipotesi del rinvio sento il parere del mio direttore il quale mi consiglia di svolgere il servizio, e mi conferma che al rientro sarò assunto in amministrazione, ove si ha bisogno di qualche elemento e non  vorrebbe che, a causa dei tempi lunghi, si scelgano persone diverse. Decido per l’assolvimento. Parto alla metà del 1948 e sono destinato al CAR di Siena, non senza riempirmi prima di pulci e pidocchi nel parcheggio notturno in un lercio padiglione della stazione di Orte (io e gli altri siamo poi “bonificati”, previa sommaria auto depilazione, con il DDT irroratoci utilizzando pompe manuali). A Siena trovo come istruttore un caporalmaggiore amico della GIL; ciò mi rende più agevole l’inserimento nella nuova vita. Egli è di un anno maggiore e sarà congedato a breve. Stringo poi amicizia con un commilitone umbro, di un paio d’anni più di me, che ha usufruito di due rinvii universitari e poi ha interrotto il break in quanto il padre, nome importante nell’aviazione, era stato coinvolto in qualcosa di giudiziario, forse epurazione, mettendo la famiglia in difficoltà. Il feeling nasce giacché è stato volontario nella Decima ed è sopravvissuto al crollo RSI. Vista la classe di nascita di noi tutti, anno più – anno meno, sono numerose le reclute che fecero parte della Repubblica Sociale, o del  Regno del Sud, o dei gruppi partigiani. Al CAR sanno ogni cosa di noi e nelle schede ci sono appunti sulle precedenti situazioni. L’amico istruttore mi riferisce che sulla mia è spillato un foglietto con: “Diplomato e universitario”, “Tecnico di molino”; “prestato servizio con RSI e Wermacht”. Sono la conseguenza di una sintesi del mio status che dovetti precisare con l’inutile domanda dei corsi ufficiali, rispondendo a un questionario verificato dai carabinieri. E’ sciocco dirlo, ma proprio la nota sulla Wermacht mi porrà in maggiore considerazione. Pensano chissà abbia combinato. Per me evito dire che svolsi servizio nella sussistenza e non in unità combattenti. Tramite l’amico umbro verrò poi a conoscenza che i corsi ufficiali nel 1948 furono tenuti, sia pur ridotti e che, con disposizioni superiori, pare ne siano stati esclusi i coinvolti con la RSI., peggio se con i tedeschi, e scarso entusiasmo per i partigiani. Allora decido, visto che non mi hanno voluto come ufficiale, di rifiutare ogni nomina, così, pur universitario, resterò soldato. Parlo con il mio tenente e gli dico che vorrei sostenere qualche esame a settembre. Egli mi concede l’uso di un magazzino ove, nelle ore libere, studio ad alta voce passeggiando (è il mio metodo) e promette che, se ancora al CAR, mi faciliterà con un permesso extra.

Probabiliter  -  Praecognitio  -  Che c’è in noi? (prima di due parti)
La nostra mente è una realtà poco conosciuta. Vado alla mia età giovanile. Erano lontani i tempi in cui affronterò studi psicologici che dischiuderanno modestamente le ante della mia finestra sull’immensità esistenziale umana. Ebbene, in questa età, circa quindici anni, ero colpito da un sogno che si susseguiva spesso, ovviamente non tutti i giorni, e mi lasciava il mattino provato e teso. Il turbamento onirico mi vedeva scendere in un cunicolo, fino al trovarmi in una galleria apparentemente infinita, illuminata da poche lampade a olio e una parvenza di chiarore aleggiante d’intorno, come un accenno di alba o ultima luce serale. Io m’inoltravo nel condotto il quale nelle pareti dirimpettaie presentava file di loculi vuoti, in attesa di futuri occupanti. Più m’inoltravo e più quest’assenza di occupazione diminuiva, fino a che essi, tutti e sempre scoperti, accoglievano corpi non posso dire in buone condizioni. Sul tutto imperava un odore ripugnante. Il terrore era accentuato dalla consapevolezza che dietro di me ci fosse una entità forse non amica, di cui percepivo un contatto che mi riempiva la bocca di saliva elettrica. E nel sonno non volevo e potevo voltarmi. Mi si presentava allora una via d’uscita da una fessura in alto, raggiungibile da una frana con angolazione accentuata. Salivo per trovarmi nel mezzo di un cimitero il quale, se non fosse per l’essere all’aperto, sarebbe stato più angosciante della realtà ipogea. Infatti, mentre il malefico olezzo si accentuava, forse per le deposizioni recenti, ne seguiva che i piedi sprofondassero in un magma composito che in alcuni punti raggiungeva addirittura il polpaccio, percependo che pure il terreno sottostante fosse una specie di fanghiglia ripugnante. Infine ne uscivo avviandomi verso prati fioriti e mi destavo turbato, rammaricandomi di non aver sognato una bella ragazza. Eppure, dati i tempi, si andava a riposare presto e con lo stomaco semivuoto, quindi nessuna costipazione dannosa. Ciò che mi preoccupava era il ripetersi di questa visione. Ci fu qualcuno edotto in studi psicoanalitici che si sbizzarrì a convincermi che le divagazioni fossero a sfondo sessuale perché per Freud il sognare uno spazio chiuso, una galleria, un antro, era un chiaro simbolo d’immersione nel mondo vaginale ancestrale, accompagnato oltretutto da salme e dal tanfo, simboli anch’essi di sessualità prepotente, così per la presenza retrostante, anch’essa parvenza di un universo opposto al maschile. Il calpestare campi di humus vischioso avrebbe poi rappresentato il desiderio inconscio di essere inglobato in un sesso enigmatico, appagante, per trovare una conclusione col sopraggiungere di prati vasti, ubertosi, fioriti. Fu quella l’epoca che decisi di mandare a quel paese Freud, le sue teorie, i suoi interpreti più ortodossi, rivolgendo l’interesse a altri discepoli meno coinvolti nelle sue sessuofobie (Jung e Adler). Bene, questo sogno gradualmente si attenuò, fino a eclissarsi, mai del tutto. Ma, come fosse una precognizione, mi ritroverò presto coinvolto in esperienze di cui l’ultima, della quale parlerò in chiusura, mi riporterà indietro di settanta anni. Vado in ordine. Inizio, sin da ragazzo, con alcuni coetanei, a bazzicare grotte e cunicoli che a Roma non mancano, ciò per desiderio d’avventura, d’ignoto, di curiosità. 

Consideratio Socialità
In un consesso asociale come l'odierno ove in troppi, non dico tutti, pensano solo a se stessi e al prezioso IPhone ultimo modello, dal costo spropositato, perennemente incollato al loro naso pure in fasi di amoreggiamento o necessità biologiche, ho apprezzato due iniziative prese nel quartiere. Nel nostro mercato aperto-coperto (chi lo visita capirà perché lo definisca così) nelle sere dei Sabati e delle Domeniche esso si trasforma in due amplissimi ristoranti, uno tutto pesce freschissimo acquistato al banco ittico del mattino e cucinato nel box accanto, altro dedicato alla pizzeria tradizionale, carne e cucina romana, non pesce a evitare duplicazioni e concorrenza. Tutto fra i box in parte aperti con l'offerta di loro specialità. C'è anche musica e a volte addirittura un'orchestrina folk. Non dico la maxi affluenza, il gradimento, la gioia di stare assieme, il parlare, salutarsi, ritrovarsi. La seconda iniziativa è che, sempre dal mercato tramite i suoi promotori, si sia deciso di indire una ulteriore Notte Bianca (non è la prima) in cui, oltre l'iniziativa ristorazione, saranno aperti i box di vendita come fosse un mattino speciale. A complemento del tutto c'è che dal Lunedì al Venerdì è stato riservato un angolino d'ingresso ove si trovano alcuni tavoli e sedie per chi voglia sostare un pò, bersi una birra o mangiarsi un panino, fermo il frenetico andrivieni degli acquisti. Bravo Comitato di Quartiere e di Mercato, un vivo elogio per queste iniziative di comunanza che riescono pure a limitare (di poco) l'uso dei supertecnologici IPhone. E' tutto dire!


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Tuesday, December 11, 2018

n. 67 NS (Nuova Serie) - dicembre 12 Mercoledì - S. Lucia v. di Siracusa - pensiamo positivo -

N° 67 NS (Nuova Serie) Mercoledì 12\ dicembre 2018. Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1996: Kofi Annan eletto Segretario Generale dell'ONU 

Detto francescano: La bottega può aprirla anche il garzone  -  ma la sera a chiuderla sia il padrone 

Giulio Ossequente - Libro dei prodigi: Nel consolato di Appio Claudio Pulcro e nel terzo di Quinto Fulvio Flacco UC 540    
..... in Rieti fu visto volare un sasso smisurato (?) e il sole apparve rossastro più del solito, quasi sanguigno .....

Recordatio  Diari 1946 .....  Politica e istituzioni: 
Torno ai problemi del paese di cui mi sono sentito partecipe. L’Italia, rappresentata da Alcide De Gasperi, firma un trattato di pace punitivo e vergognoso. E per fortuna eravamo “cobelligeranti”. Ne deriveranno grosse riparazioni a favore dell’URSS, degli alleati e altri paesi (gli americani rinunceranno alle proprie), la perdita della Somalia, Eritrea, Etiopia, Libia, Dodecanneso, la cessione di zone alpine alla Francia e della Venezia Giulia, l’Istria e Dalmazia alla Iugoslavia. Pola, Fiume, Zara cambiano nome e bandiera. Gli slavi vorrebbero anche Trieste, ora sotto amministrazione alleata dopo una loro sciagurata occupazione. Più di trecentomila italiani abbandonano case e averi in condizioni disumane; qualche decina di migliaia è finita, o finirà, nelle foibe carsiche o annegate a Zara. In particolare ricordo che ad avvalorare le richieste sulle terre italiane, l’inviato iugoslavo alla firma del trattato di pace a Parigi (Kardely?), tenterà di far pesare il numero dei loro morti nel conflitto, che quantifica in più di unmilioneseicentomila, e il delegato della Francia (affatto nostra amica) il quale tenne a precisare che di quelli indicati, pur esatti, più di unmilionetrecentomila lo furono per la lotta scatenatasi al loro interno, fra sloveni, croati, serbi, bosniaci, kosovari e altri (questa riprenderà anni dopo, con esiti drammatici).  Rientrati in Italia i profughi giuliani sono alloggiati nei campi di concentramento già creati per internati e prigionieri di guerra. I rossi li trattano come fascisti. Ad Ancona e Bologna i ferrovieri negano l’assistenza e le autorità devono far transitare i convogli di notte, lontani dai loro vituperi. Da allora, oltre naturalmente i comunisti italiani, non ho nutrito simpatia alcuna verso gli sloveni e croati, sanguinari, infidi, avanguardia barbara in Europa, da mille anni inseriti come metastasi in terre romane prima e venete poi.  Gli avvenimenti più recenti dei loro conflitti, massacri, mi hanno lasciato indifferente, salvo il timore dello scatenarsi di una crisi come quella di Sarajevo 1914 che generò la guerra mondiale. Il contributo pro-slavi chiesto dagli organismi vari non l’ho rifiutato, l’ho dirottato altrove. Che vadano al diavolo, e se come singoli possano esserci eccezioni, come popoli ritengo che l’odio, l’invidia, siano nel loro DNA (Pur prendendo atto che noi e tedeschi li attaccammo e ci comportammo affatto leggeri).  E’ il 1948, il 18 Aprile. Si svolgono le prime elezioni per il parlamento repubblicano, cioè per la Camera dei Deputati e Senato, ed io voto per la prima volta. Vince la Democrazia Cristiana con una percentuale che rasenta la maggioranza assoluta (il 48%) e un numero di seggi che la supera. L’infausto Blocco del Popolo, patrocinato dai comunisti e dai succubi socialisti, è ridimensionato pesantemente.  Ancor più dei comunisti, che mantengono il loro bacino di voti, ne escono male i socialisti di Nenni. E pensare che due anni prima superarono i loro alleati attuali. Questa volta i ventuno anni di maggiore età li ho, uindi voterò convinto per il De Gasperi uomo, meno per la Democrazia Cristiana verso la quale non percepisco né amori, né repellenze. Qualora il voto avesse coinvolto il solo partito e non l'uomo De Gasperi averei agito differentemente.  Quanto ai socialisti sono felice del loro pessimo risultato e di averli lasciati in tempo, dopo che m’illusi potessero essere gli equilibratori della situazione italiana. I socialisti di Saragat, verso cui non provo attrazione alcuna,  hanno un’affermazione alquanto modesta.  Per i nenniani invece è stata una iattura sia l’adesione al Fronte, sia la scissione si Saragat.  De Gasperi, che ha già estromesso le sinistre dal governo, forma un dicastero di centro. Il suo governo avvierà la ricostruzione e durerà per anni, finché egli sarà scaricato dalla stessa DC (ci morirà di crepacuore), nel cui interno prevarranno le correnti di Dossetti, La Pira e altri rossastri, che porteranno il partito alla stagione dei governi del centro-sinistra.  Ai risultati di queste elezioni, oltre le donne, contribuisce l’azione dei comitati civici del professor Gedda e l’appoggio USA, Vaticano e Papa, che scomunica i marxisti.  Eppure il fronte ha avuto il sostegno dei sindacati comunisti, cooperative, sovietici.  Quanto a soldi si ha la sensazione che tutti ne abbiano ricevuti a iosa. All’Est frattanto sono sorti duri regimi che dividono l’Europa cosiddetta libera dall’URSS e paesi collegati. Come corollario del periodo c'è il gelo sorto fra il Papa Pio XII e Alcide De Gasperi, il quale prenderà la decisione di rifiutare nettamente l'invito del Papa di accettare pubblicamente l'appoggio e la collaborazione dell'estrema destra.  Nemmeno il Duce sarebbe stato capace sia di dire no al Papa, sia di estromettere comunisti e socialisti dal governo della nazione. Ma De Gasperi era un duro italo-austroungarico e le ragioni di stato le trattava alla Francesco Giuseppe.


Probabiliter  Quarantacinque milanese
Primo dopoguerra. E’ un periodo di turbolenze, ricostruzione, rinnovo. Oltre lavoro e studi sono legato a un livello nero laico e uno altrettanto confessionale, insomma fascio e preti, il primo per libera decisione risalente alla Repubblica Sociale, il secondo soprattutto per il mio lavoro in azienda vaticana ove l’Opera Assistenziale imperava sia nei settori del bisogno, sia in rami collaterali e anche discutibili. Sono convocato dal capo “laico” il quale chiede a me e due parigrado di svolgere un intervento per un top RSI ricercato dai partigiani oltreché dalla polizia. C’è un preaccordo con le analoghe strutture dei preti le quali ci faciliteranno per una veloce soluzione. E’ quindi operazione duplex in quanto noi riceveremo un aiuto da loro si, ma dovremo interessarci pure di quanto chiedono. Partiamo per una Milano in ebollizione, con biechi figuri alla ricerca di prede vere o presunte. Colui del quale ci interesseremo era un esponente di governo, Console, fra i promotori di una brigata nera che combinò e ricevette solo inutili violenze, motivazioni più che i sufficienti per una eliminazione senza appello, svolto o no un’inutile parvenza di processo del poipolo.  Il terzo di noi è il responsabile di fatto dell’operazione. Già ho detto in altro scritto che partimmo in tre e rientrammo in tre, però con uno diverso, quale impegno a favore di monsignore su cui non mi ripeto, mentre da loro riceveremo una mano per il nostro uomo. E’ durante i preliminari dell’azione che  mi trovai in Piazza del Duomo mentre un signore dignitoso tenne un comizio appassionato, forse il suo primo del dopoguerra, generandomi anche una certa ammirazione. Era Sandro Pertini. Avrò modo di ricordarglielo quando anni dopo egli, Presidente della Camera, ricevette lo staff della Società di cui dirigevo l'area  Lombarda. Lo rammentava e ne ho detto in Ragazzi di Portoria. Il nostro esponente era rifugiato in un edificio nei pressi dell’Arcivescovado, assieme a qualche altro, protetti per il possibile da chiesa, autorità e resistenza. Il luogo, infatti, sembrasse godere di uno status di autonomia. I partigiani sapevano del sito, delle persone , magari non in dettaglio, e lo teneva d’occhio, controllando bene entrate e uscite. Ci riuniamo e decidiamo un blitz lampo, faremo uscire con qualche espediente il Console puntando subito al valico di Gaggiolo, ove un confinario elvetico era pronto per una collaborazione di transito. D’accordo con la base milanese accantonammo il trasferimento per Roma, come d'inizio previsto, si sarebbe dovuta traversare  Lombardia, Emilia, Toscana, Lazio, con plurimi blocchi ufficiali o meno cui non poteva sfuggire la fisionomia del personaggio.  Predisponiamo così il finis svizzero, con trasferimento sulla autostrada degli anni del Duce e previa riconferma della disponibilità elvetica.  Eccoci pronti ma la sede di città ci convoca d’urgenza. E' giunta soffiata che qualcuno avesse comunicato tutto ai rossi, con quel che ne sarebbe conseguito. Il nostro daffare diviene pericoloso, fisicamente e legalmente.  Che fare? Si studia la situazione interpellando più livelli, poi un suggerimento salvifico ecclesiastico e tutto si risolse. Così il primo mattino successivo, sotto l’edificio-ricovero, ecco una Jeep e un Jeeppone cabinato USA con alcuni sbrigativi cristoni della M.P. (Militar Police).  Ne scendono due sul paio di metri, salgono e portano via in un baleno il nostro uomo, strattonandolo sgarbatamente, senza riguardi, sbattendolo all’interno del Jeeppone.  Tutto in pochi secondi. Verrà poi comunicato che il rifugiato era ricercato anche dagli alleati e consegnato così alla loro giustizia la quale, come di consueto, dovrebbe essersi dimostrata molto soft. Poco dopo l’amnistia Togliatti azzererà anche la sua posizione con l’Italia. Fu operazione simulata? vera? promossa e organizzata ad hoc? Forse dai preti? Non lo seppi, però qualcosa potrebbe rannicchiarsi nella mia memoria.

Consideratio  Sicurezza
 Ecco, io e mia moglie abbiamo appena apposte le firme sulla petizione organizzata dal Comitato di Quartiere Montagnola-Eur al fine si possa istituire un assist di sorveglianza della nostra area, alquanto ignorata da chi dovrebbe provvedervi. Ovvio per la fase notturna, mi informerò se riguardi anche il mattino e pomeriggio, cioè l'intera giornata. E' stato preso atto che furti, scippi, risse, violenze si verificano più del solito, promosse da figuri ben immaginabili che di norma non hanno nulla a vedere sia col nostro quartiere, il Laurentino, sia con l'adiacente EUR. Ovvio che la malavita, come topi e scarafaggi, si attivi di più su aree urbane di un certo benessere e livello ove oltretutto, per ovvie ragioni di vetustà dei fabbricati abitativi, sono accolte famiglie o con anziani in casa o composte proprio da soli anziani. A una corretta salvaguardia dovrebbero provvedere sia la Polizia Comunale sia la Statale le quali però, salvo per fare contravvenzioni , si vedono ben poco in giro. Quindi un altro balzello wsi aggiungerà al nostro budget. A quando l'acquisto di fucili, pistole, magari soltanto lo  spray al peperoncino, forse il più efficace di tutti?

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Monday, December 10, 2018

n. 66 NS (Nuova Serie) -dicembre 11 2018 Martedì - S. Damaso 1° Papa e S. Sabino - pensiamo positivo -

N° 66 NS (Nuova Serie) Martedì 11\ dicembre 2018. Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1475: Nasce Papa Leone X (Giovanni De' Medici)
Detto francescano: Libertà vende - chi un dono prende

Giulio Ossequente - Libro dei prodigi:  Nel consolato di Gaio Mario e Lucio Valerio, 652 U.C - 44 di Ossequente: A Tarquinia una meterora luminosa fu vista estesamene mentre cadeva con uno scorrimento rettilineo. Verso l'ora del tramonto poi un corpo rotondo simile a uno scudo fu visto passare velocemente da occidente a oriente .......

Recordatio - fatti miei (uno dei tanti fra tutti e per tutti)
Torno ai miei problemi alternando eventi generali e personali. D’altronde non posso farne una rigida distinzione, ne deriverebbe una narrazione stucchevole, impropria. Oltretutto il limite “personale” è a volte confuso e limitato Nel 1947 sostengo i primi esami universitari (economia, ragioneria, diritto, qualcos’altro), ottenendo buone votazioni salvo per il diritto civile ove, pur promosso, sono ai limiti minimi. Ho sostenuto l’esame col temutissimo titolare della cattedra, anziano e barbuto accademico, che ha scritto i volumi d’esame con uno stile così arcaico che ho dovuto riusare i testi della maturità. Egli dal suo scanno gela gli studenti con lo sguardo distante e tronca le risposte alle prime battute, decidendo in un baleno se vadano o no bene. Quel giorno, dopo una serie di bocciature, è un fuggi-fuggi e allora egli fa chiedere se c’è chi intenda essere esaminato in anticipo. Io sono fra gli ultimi. Decido comunque di offrirmi. Dai volti di chi mi è vicino noto che mi considerano un kamikaze e il corridoio fronte l’aula si riempie di pavidi osservatori. Il diritto civile l’ho studiato e questo sia l’assistente, che il professore devono averlo capito, allora, dopo un paio di sue domande assaggio, egli salta la parte teorica e si addentra in un caso di vita aziendale, connettendolo all’applicazione del codice sia civile, sia commerciale. Penso d’essermi barcamenato alla meglio giacché egli chiude l’esame, borbotta qualcosa di sotto la barba (minimus pietatis...) e mi rende il libretto con un diciotto. Sono sudato e nervoso. Ho faticato troppo per rifiutare il voto e non credo che l’esimio titolare si sia mai allargato nei punteggi. Esco come l’unico promosso fino a quel momento e nel corridoio mi dicono sia stato un fenomeno, con quella bestia meglio non poteva andare (dando l’esame il giorno dopo avrei avuto forse una fase più morbida e le cose potevano variare). In seguito, in condizioni di maggiore calma, rifiuterò più volte i voti ove li riterrò non adeguati alla preparazione. Rinvio alla sessione successiva l’esame di matematica generale poiché ho bisogno di una migliore preparazione; non sono bastati la frequenza e il fai-da-te. E’ che il mio programma di maturità prevedeva lo studio dell’analisi finanziaria e attuariale, sostitutivo però dell’analisi matematica trattata nell’università. Mi devo sentire più sicuro. Penso che mi rivolgerò a un Istituto in via Cavour (Rufini). Costerà fatica e soldi, ma ci sono abituato. Avviene in casa la prima motorizzazione. Su proposta di mio fratello acquistiamo a rate, pagandola metà per ciascuno, una Lambretta rossa, due posti. Costa duecentomila lire, tantissimo. Usufruiamo tramite lui di una convenzione INA che permette di risparmiare qualcosa sul prezzo e interessi. Siamo d’accordo che pagata la prima ne acquisteremo una seconda, così da avere ciascuno la propria. Al momento la usiamo in due pur se l’utilizzo maggiore sia di mio fratello, che tollera  benevolmente qualche mio consumo extra di miscela! Ci si apre un mondo nuovo, quello della campagna romana e laziale, in parte già affrontato con la bici, non paragonabile però a un mezzo che con due persone fila a sessanta l’ora. n precedenza collaborai blandamente alla costruzione di un motociclo amatoriale che un nostro amico costruì con pezzi di recupero USA e un motore Sachs 98 trovati al mercato dei residuati bellici. Come non ricordare i colpi di martello, i tagli con la sega a ferro, le saldature, fra casa e strada  (abitava al pianoterra), coi reclami degli inquilini circostanti e sovrastanti? E i fortunosi giri su quell’aggeggio? E come dimenticare il giorno in cui suo padre, reduce dalla prigionia, mentre lavoravamo consiglia qualcosa, ci saluta, va al Colosseo, e si spara? Altra novità del periodo è che, dopo il tentativo maldestro di trovare una fidanzatina, non andato a buon fine per la mia pesante insistenza, ne ho già detto nel paragrafo precedente, stavolta mi fidanzo veramente, con una variante inaspettata e un finale negativo. Nel nostro gruppo di amici ho viva simpatia per una ragazza di un anno maggiore che vive con degli zii, mentre il fratello è mio compagno di lavoro, e un altro fratello e una sorella minore sono con la mamma in una casa vicina la nostra. Io l’accosto a un’attrice del momento, Mirna Loy. Lei è pugliese, rosso-cupa di capelli, bella presenza, simpatica. Lavora come impiegata e ha una certa indipendenza. Cerco di interessarla e farle delle avance, ma la differenza di età, che mi sembra enorme, lascia il dubbio che mi consideri poco più di un adolescente (al tempo era scontato che l’uomo fosse maggiore della donna, non per me, specie dopo il recente tentativo fallito). A ciò si aggiunge la differenza di status per le occupazioni, lei impiegata, io ancora operaio, sia pure per poco, nonché il permanere in me di concrete carenze di intraprendenza, specie dopo la delusione del mio primo serio tentativo. A qualche proposta di “provare a metterci assieme” lei si svincola con garbo; infine la invito ad affiancarmi nel tenere a battesimo una bambina di un amico. Quale migliore occasione come il prestarsi a fare la madrina che manca? Lei accetta e offriamo alla neonata una catenina d’oro, che pago io, e coi tempi che corrono, non è cosa da poco. Alla neonata diamo il nome di Patrizia anziché le solite Maria, Anna, Teresa, Luisa (è quello di Patrizia Mangano, per la quale avevo e ho un debole). Questa mia richiesta dovrebbe costituire un chiaro pronunciamento per una ragazza meridionale, altrettanto per lei con la sua accettazione. Oltretutto ci hanno considerato come fidanzati. Lei comprende ma continua a esitare. Ciò, assieme a altre circostanze, mi spinge a un avvicinamento alla sorella minore. Infatti, frequentando l’altra parte della famiglia mi trovo preso dalle attenzioni e gentilezze da parte della sorella, giovane e piena di vita, che mi colpisce per la freschezza dei suoi sedici anni, la vivacità, l’indubbia avvenenza. Anche lei gradisce le mie attenzioni e non dovrebbe essersi avveduta della simpatia per l’altra sorella. Ci mettiamo “assieme”, stavolta si, poi, col benestare della madre e fratelli, è orfana di padre, ci fidanziamo. Ah! sud – sud ove ci si deve fidanzare e non si può stare un po’ senza vincoli. Mi accorgo presto che non è una scelta felice pur se lei è dolce e premurosa (ma infantile rispetto la maturità della sorella maggiore e che io magari cercavo). Devo così costatare di essere sempre legato all’altra. Se l’abbraccio vedo lei, così per qualche bacio, non è possibile! Il tutto è complicato dalla prima sorella che continua a frequentare il gruppo e pare mi lanci qualche segno di complicità, forse sbaglio. Mi rammarico della situazione tardi e a cose fatte. Mi trovo così in una situazione della quale sono responsabile solo io e non la mia ragazza, la quale soffre pensando possa avere relazioni diverse. Il rapporto dura alcuni mesi, poi partirò militare. Al ritorno, con motivazioni pretestuose cesserò con difficoltà il legame. In effetti, oltre la sorella maggiore, il cuore seguitava a battere, non so perché, pure per la prima fiamma che mi rifiutò. Dopo quanto è avvenuto non mi è possibile riprendere i rapporti d’inizio e, almeno per un certo periodo, abbandono la compagnia degli amici. La mia ex sposerà un amico di famiglia, più grande di me, ne verrà una buona unione e ne sarò felice.

Probabiliter  Forse i sentimenti nascano così - Gli zii di Roma 
I sentimenti infantili sono allo stato puro senza i  condizionamenti dell’età matura. Non ci sono vie intermedie, bianco o nero, simpatia o antipatia, con possibilità nulle di stadi intermedi. E’ un problema studiato in psicologia ed io ebbi modo, ragionandoci poi da grande, di sperimentarlo su me. Vedo di mostrarne un paio di esempi indicativi di vari altri: Avevo una zia, sorella di mio padre, e marito, che detestati, odiai se così possa dire, sin da quando portavo le coulottes e ciò permarrà nel tempo. Eppure erano persone cosiddette normali, non anziane, con i loro pregi e difetti, un po’ come gli altri con cui gravitavo nella mia prima dischiusa di vita. Il motivo della mia repellenza, pur sembrando banale, non l’era per nulla e per quanto mi riguardava contava parecchio. Dai primi anni (cinque? meno?) in cui in tale età eravamo ben più indietro degli infanti odierni che già conoscono come è fatta una donna, maneggiano computer, telefonini e ne sanno più del diavolo, io d’estate venivo spedito di norma in tre parcheggi diversi (beato me, c’era chi non si muoveva affatto), cioè un mese nella colonia marina delle Ferrovie, uno in quella dei balilla del Littorio, uno dai nonni umbri a Perugia. Poi era tempo di scuola. Ebbene i soggiorni marini, al ritorno, costituirono per me più volte motivo di stizza giacché i miei zii, un motivo o altro poco cambiava, trovavano sempre il modo di incastrarmi e farmi incavolare di brutto: . Francesco, al mare hai visto le balene? Ed io che esposti nel porto avevo notato enormi pescioni sui banchi di vendita (mastodontici tonni, ancora più grandi vista la mia piccolezza) non avevo difficoltà a rispondere: si! L’ho viste! Erano grandissime! E loro, che aspettavano solo questo, ecco qualificarmi con un “bugiardo!”, “bugiardo!”.Li avrei distrutti anche perché ero preso alla sprovvista e ciò lo ripetevano ai miei e ai nonni. Poi reso più accorto eccomi davanti a pesci ancora più grandi; questi si balene! (che erano poi queste benedette balene?). alla mia risposta di averle stavolta viste riecco i “bugiardo!”, “bugiardo”. Si trattava di mastodontici pesci - spada. E così a rompermi le balle con altri argomenti del tipo:“E’ venuto a trovarvi il Duce?” (una volta, in effetti, venne). E io che, ancora pisciasotto frammisto a tre - quattrocento bambini vedevo giungere in visita alla colonia un cristone con stivaloni e vestito nero, con altri idem, alti su una pedana con bandiere e gagliardetti, e i comandanti che ci facevano sgolare con i “saluto al Duce!”, potevo pur pensare fosse lui, rispondendo loro di si col ripetersi del “bugiardo!”, “bugiardo!”. Altrettanto quando essi perfidi chiedevano: …“Vi fanno la pasta asciutta tutti i giorni?” (cosa importante allora) o “nei bagni al mare sei andato dove non si tocca il fondo?” ed alle mie risposte scioccamente positive riecco i “bugiardo!”. Smetto ma potrei continuare per loro e altri, consapevoli o meno. Allora, come suggeritomi dai miei amichetti e fregandomene delle rimostranze dell’angelo custode cominciai a recitare le prime sequele di “fanculo” della mia vita. In epoca più adulta, non bastasse, ecco mia zia rammentare: “Certo che da piccolo eri un bel po’ bugiardo!”, al che restituii un “Certo che tu e lo zio eravate un bel pò stronzi!”. Non l’avessi fatto! Avevo mancato di rispetto a una donna anziana (di allora, oggi sarebbe una giovinotta), ero un cafone, ci avrebbe pensato suo fratello, mio padre, a rimettermi a posto (ci proverà poco convinto e per formalità, quella volta seppi difendermi bene). La conclusione è che questi due zii, ora al creatore, per tutta la vita non mi sono mai stati simpatici pur se avranno avuto certamente i loro pregi. E il mio shock d’infante mi porta al che se qualcuno dovesse oggi appellarmi “bugiardo” la parte ancestrale in me si ribelli in forma inaspettatamente violenta (ovvio a parole). 

Consideratio L'umanità, non solo l'italiana, è avviata verso un'autoriduzione che nel tempo la porterà a un considerevole ridimensionamento. Già, il tempo, quanto? è improprio dire cinquanta anni, un secolo, due o quanti se ne vogliano, magari millenni, cosa conta ciò in un eterno ove il tempo non esiste? Il discorso non è complicato, nascono quasi in parità uomini e donne con leggera preminenza di uomini quanto a numero e discreta preminenza delle donne quanto a durata della vita. Ebbene, il processo riduttivo è automatico nel caso in cui ogni donna, si badi bene nessuna esclusa, non generi 2,3 figli, cioè per ogni dieci donne nascano ventitre figli sostituenti i due genitori e una quota di morti precoci, malattie, infortuni, cataclismi, infertilità, autolesionismo per droghe o suicidi e altro. Dato che oggi le Europee, non certo tutte, sono al 50% di questa fertilità ne consegue che la tendenza negativa si trovi già in atto sia per il numero ridotto sia per la composizione dei restanti, in gran parte anziani. Ho detto che per ciò necessiteranno secoli, fossero anche millenni nulla varierebbe. Le etnie oggi meno progredite tecnicamente e culturalmente continueranno a figliare robustamente?Africani, parte asiatici, amerindi, altri, miglioreranno nel tempo le condizioni materiali, mentali, familiari, civili con le loro donne che affermeranno sempre più la personalità e indipendenza economica e familiare. Ciò porterà inequivocabilmente alla riduzione delle nascite, quando sarà  e come conseguenza irreversibile del peccato originale tanto deriso e irresponsabilmente incompreso, con cui l'umanità si appropriò di una intelligenza forse prematura e forse troppa. Ritengo che se fra qualche migliaio di anni, un nulla, dovesse verificarsi una fine del mondo come preannunciato nelle bibbie e libri sacri non solo ebraici, l'Entità Superiore potrebbe trovarsi a fronte una ben misero consesso di viventi, sia come numero, sia come qualità biofisica, con una quota infinitesima di super uomini che quanto a  esistenza e conoscenza potrebbero pur essere considerati al livello di angeli, eoni, demiurghi.

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Sunday, December 9, 2018

n. 65 NS (Nuova Serie) - Dicembre 10 2018 Lunedì - Ricorre la B:Vergine Maria di Loreto - pensiamo positivo -

N° 65 NS (Nuova Serie) Lunedì 10 dicembre. Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1936: Muore a 69 anni lo scrittore Luigi Pirandello, premio Nobel Letteratura 1934

Detto di frati: Servitori accarezzati - Son nemci stipendiati

Leo Lomganesi: Lasciate agli artisti il diritto di scegliere la loro via 


Recordatio Diari 1943 - 46 .... Politica e istituzioni:
.......... Accadono nel periodo vari eventi. Nel 1946 il re abdica e si ritira in Egitto. Gli succede il figlio, già luogotenente del regno, col nome di Umberto II. Questi regna un solo mese. Lo chiameranno il “re di maggio” o, peggio, “lattuga” (si raccoglie in maggio). Infatti, dopo una dura campagna referendaria, il 2 giugno 1946 l’Italia sceglie per la repubblica (forse con qualche imbroglio nei voti), speriamo comunque sia democratica. La monarchia decade e il re Umberto II, come l’antenato Carlo Alberto, andrà in esilio in Portogallo, a Cascais. Io, pur col timore di favorire i rossi, ho appoggiato la repubblica. Non ho votato data l’età, diciannove anni. Sarà per il 48, a ventuno anni, però collaborerò attivamente al suo buon esito.   In casa mia madre sceglierà il re, mio fratello e mio padre repubblica. Non è stato possibile sentirmi vicino alla monarchia; come potevo dopo ciò che il re ha fatto a Mussolini, la fuga da Roma, la dichiarazione di guerra alla Germania, e potrei proseguire? Sono poi convinto che, indipendentemente dalla nostra situazione, la repubblica sia un istituto più logico e avanzato.  Spero che ora ci sia uno sbocco non autoritario, non progressista alla sovietica.  Diviene Presidente provvisorio un giurista napoletano, Enrico De Nicola, di fede monarchica.  In contemporanea si svolgono le prime elezioni politiche del dopoguerra, quelle  per eleggere i membri dell’Assemblea Costituente che redigerà la nuova costituzione. La Democrazia Cristiana è in maggioranza, i socialisti sono secondi, superiori ai comunisti. È un buon segno.  Ai risultati delle due votazioni, sia per la buona tenuta della monarchia nel referendum istituzionale che, pur perdendo, raccoglierà ben undici milioni di voti (la Repubblica due di più), sia all’affermazione della DC, sarà importante il voto del centro - Italia e il voto del sud.  Al nord spira aria di scontro. A entrambi i turni parteciperanno per la prima volta le donne, che contribuiranno a un esito equilibrato, pur se mariti e uomini tenteranno condizionarle.  Sorge anche un partito post-fascista, il Movimento Sociale Italiano, promotori esponenti civili e militari dell’ex Repubblica Sociale (promotori De Marsanich, Almirante, Michelini, Rauti, Maceratini, Baghino, Romualdi, Turchi e altri). Per ora, salvo mostrare la presenza e professione di fede, non possono fare granché, sono pochi, vituperati, isolati.  In seguito mi riferirò e aderirò al Movimento, per ora sono cosciente che il baluardo al comunismo dilagante è la Democrazia Cristiana ed è bene non spezzare questa diga.  Pure nel MSI sono convinti di ciò tanto che nelle elezioni del 1948 esso sosterrà la D.C. invitando gli iscritti a votarla. In quest’azione, per Roma, collaborerò concretamente anch’io.  Ho però un’imprevista e breve parentesi socialista. Sul lavoro, promotori esponenti direzionali, ho incontri con funzionari del partito che sembrerebbe stia cercando una via autonoma dai comunisti, contrariamente a quanto avviene nei paesi dell’area rossa sovietica.  Mi propongono di collaborare a un gruppo aziendale, già costituito, da contrapporre a quello comunista imperante e all’inesistente D.C. (l’ambiente operaio non è adatto a tale pensiero).  L’idea, pur con dubbi, è compatibile con le mie convinzioni. Ne parlo con chi sopra di me che m’invita a entrare nel nucleo; quanto a rappresentare la D.C. all’interno dello stabilimento troveranno altra persona. L’incarico sarà affidato a un anziano operaio pastaio, inconcludente e di figura alquanto modesta. Il feeling però dura poco.  All’interno del partito socialista devono essersi svolte lotte feroci per scegliere le vie future e a prevalere saranno i massimalisti nenniani. Esso, infatti, con decisione improvvisa, sceglie di unirsi con i comunisti ed è creato il “Blocco del Popolo” in vista delle prossime elezioni 1948.  Il fatto è grave e provoca il distacco del gruppo guidato da Giuseppe Saragat il quale crea il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, i cui aderenti sono sbrigativamente definiti “piselli” oltre che socialdemocratici. Il nuovo partito è sorretto e aiutato da americani, Confindustria, forse dal Vaticano. Per un certo periodo riceve un contributo perfino dalla nostra Società.  Sono amareggiato, vedo tradite le mie idee. Capisco così l’incontro precedente, evidentemente più cose stavano maturando e non è andata come si sperava. Annullo l’adesione al PSI e rientro, come richiestomi, nella D.C. del 1948. È evidente che essa resti per ora l’argine ai rossi, altre formazioni potrebbero solo danneggiare la situazione; né mi affianco a Giuseppe Saragat il quale non m’ispira fiducia, specie dopo aver visto da chi egli dipenda e dal modo estremamente scorretto con cui è aiutata e finanziata la sua neonata socialdemocrazia.  Non posso poi dimenticare l’applicazione all’Italia del piano ERP, cioè il Piano Marshall, che riversa nel paese prodotti alimentari, materie prime, industriali, locomotori, veicoli, aerei, navi e altro, sia di produzione USA, sia di residuato bellico. La ricostruzione ne sarà facilitata e può partire così veloce e concreta. Abbiamo la fortuna di essere guidati da Alcide De Gasperi che col suo polso austro-italico ha saputo impostare le giuste scelte di campo e ora siamo considerati dagli USA un partner gradito e affidabile.  Ricordo il filmato Incom sull’arrivo della prima nave carica di rifornimenti e della partenza dalla stazione Termini del primo locomotore diesel ricevuto dagli USA. I paesi comunisti non aderiranno al piano, teoricamente aperto a tutti. Assisto a Roma a una conferenza di cecoslovacchi la cui patria ha ancora una parvenza di libertà. Il paese vorrebbe aderire e sarà questo a dare ai rossi il pretesto per impadronirsi del potere (e il ministro Masarik si ucciderà). ..... segue

Probabiliter  Figli della Lupa (forse)  –  e loro inno   
E’ il 1933, ho sei anni, prima elementare, per un po’ sarò “Figlio della Lupa” poi in seconda passerò Balilla, mentre per divenire “Moschettiere” dovrò attendere le medie lontane.  Una precisazione, i Figli della Lupa dei miei tempi erano solo balilletti non moschhettieri e non avevano ancora la divisa con le bande bianche incrociate sul petto come mostrato nelle illustrazioni del tempo.  Questa nacque con le norme del 1937 che trasformarono l’Opera Balilla in GIL, Gioventù del Littorio e definirono regolamenti, divise e varianti.. Ricordo che alle adunate nella sede di via Sannio andavo vestito da balilletto più o meno come mio fratello grande.  Due vecchie foto scattate da mio padre ove sono in divisa accroccata e impacciato confermano ciò.  Non dico della poca considerazione nella quale venivano tenuti i Figli della Lupa! già i balilla semplici erano definiti dai moschettieri lattanti, mozzarelle e peggio, ma almeno erano considerati. Noi di norma eravamo ignorati o trattati con saccensa. Poi siccome qualcuno dei Capi con poco spirito ebbe a dire che eravamo i “pulcini dei balilla” fummo chiamati anche “pulci” in senso spregiativo e, ancor peggio, “pidocchi” (aggiungo pisciasotto), per farci pesare che eravamo nullità tali a quei parassiti. Eppure nelle sfilate, nelle graduatorie per le Leve, incontri col Duce eravamo noi ad aprire la serie dei balilla, avanguardisti e altri.  Rammento due episodi che mi coinvolsero. Ecco il primo: Ci troviamo in via Sannio ove si svolge una sfilata di fronte al comandante. Ripeto che sono sui sei - sette anni con la maturità da trogloditi rispetto i ragazzini odierni che ne sanno una più del diavolo. Così, mentre marciamo inquadrati battendo il passo transitano sul marciapiedi accanto due o tre ragazzine. Non sia mai successo! dai balilla più grandi parte un boato ripetuto di “a bbonee!!” al quale si aggiungono titubanti parecchi di noi piccoli. Il mio vicino un po’ più grandino e scafato di me con fare navigato dice: “strilla a bbonee!”. Al mio perché con sguardo di compatimento mi risponde, come fossi un deficiente: “perché sò bbone”. Nella mia ingenuità (finirà presto) mi immaginai che l’apprezzamento riguardasse le qualità morali di quelle fanciulle. Poco dopo nella mensa i balilla grandi, imbeccati dal vicino di sfilata, ridacchiano e dicono: “pidocchio sveja, le femmine sò bbone, lo voi capì o no?”. Almeno per quella volta privilegiai ancora l’ipotesi morale, pur se cominciavo a rendermi conto ci fossero cose a me sconosciute.  Il secondo episodio è che un giorno ad alcuni di noi infanti seduti a cerchio un balilla grandissimo (moschettiere), col fare segreto di un iniziato ci descrive, con contorni fantasiosi e spunti da sexy - horror quello che i nostri padri dovrebbero aver combinato alle nostre madri per far nascere noi pidocchi. Alla nostra età non credo sia un problema che un bambino se lo ponga, oltretutto l’immaturità era abissale. Viste così le perplessità di tutti il moschettiere, felice della sua superiorità, ci ripete tutto aggravando la descrizione e lasciandoci esterrefatti.  Poi, con fare misterioso, ci anticipa che il nostro birilletto, al momento usato per la pipì, servirà presto per le femmine! (per le femmine? boh! chi ci capisce è bravo) e ci verrà come quello del Duce che come è noto ce l’ha gagliardo con due balle così (pollici e indici  aperti).  A parte gli incubi nel figurarmi il mio pisellino trasformarsi in qualcosa di misterioso ho odiato per più tempo mio padre (verissimo) per le presunte violenze su mia madre, escludendo in assoluto che lei possa essere stata acquiescente alle sue turpi voglie! In seguito saprò che questo intervento verso noi piccoli, oltretutto ripetuto, faceva parte di un embrione di educazione sessuale che l’Opera Balilla consigliava di avviare usando però discrezione e tatto, qualità ignorate dagli incompetenti istruttori (buon sistema per sminuire le donne e formare futuri gay). Ignoro cosa avvenisse per le Piccole Italiane, penso più o meno la stessa cosa. . Ah Duce! che fatica essere come volevi! Eppure questi impatti avviarono una maturazione per il bene di noi e del Paese.
Inno figli della Lupa (anonimo)
Siamo i Figli della Lupa
dell'Italia il primo fiore
e donato abbiamo il cuore
al suo grande Condottier. 

      Noi di Roma siam Balilla
e del Duce il primo affetto.
Il Suo nome abbiamo in petto
e l'Italia nei pensier.  m

Ritornello:
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose
cantiamo inquadrati da veri soldati
L'Italia e il suo Duce vogliamo servir:|

La divisa che portiamo
sempre avrà la nostra Fede.
e se il Duce ce la diede
le faremo sempre onor.

…. Suonate campane … 

Consideratio - Dati statistici
Ho seguito in TV le conclusioni della ricerca sul popolo italiano svolta dal nostro Istituto Centrale di Statistica e Enti collegati. Ne è venuto un quadro impressionante. Siamo in maggioranza razzisti e intolleranti verso qualsiasi forma di integrazione si possa tentare, siamo fra i meno istruiti d'Europa sia per i livelli di maturità, sia per quelli universitari. Non ci si sposa più, un figlio, quando capita, dopo i 30 anni, sfiducia nella politica in generale e nei politici in particolare, propensione a non votare più e preferenza per una democrazia diretta, livello economico medio-basso, vita monopolizzata dall'elettronica, assenza di qualsiasi forma di etica e spiritualità. E su tutto e tutti è imperante una negatività di intenti, esistenza, rapporti da impallidire. Ovvia la presenza di eccezioni, di frange opposte, di nicchie forse semi arcaiche dissidenti, ma quello che resta, sfrondato pure da ogni atto contestativo, è l'imperante negatività che, se non varia, condurrà a un mondo al nero dei neri, a una strada che potrebbe condurre alla dittatura dell'Uomo della salvezza, della Patria, di Dio, con quel che poi ne possa conseguire.
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