Sunday, November 25, 2018

n 51 NS (Nuova Serie) - Lunedì 26 Novembre - SS Giovanni da Porto e Bellina vm - pensiamo positivo

N° 51 NS (Nuova Serie) Lunedì 26 novembre. Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, con n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), esso è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1912: Nasce Eugene Jonesco (Rinoceronti, le Sedie)

Detto di frati francescani: Dona come vrresti ricevere e ricevi come vorresti donare

Giovanni Boyne: Non mi torrai dalla chiusa prigione dell'attimo con vane chiacchiere sull'infinità dell'eterno

Recordatio - Diari 1944 - 1945
.......... Oggi sorrido per quando mancò un carattere e redigemmo il testo con un errore voluto sperando non fosse notato. Daremo pure una modesta assistenza a qualcuno in transito nord-sud e viceversa. E’ il mio finis; faccio un break e decido di piantarla. Ho una vivace discussione con gli altri e dico a tutti, senza ipocrisia, che la guerra è perduta. Pertanto, giacché il destino ha voluto restassi a Roma, non rifiutando nulla del passato e pronto a dare una mano per qualche emergenza, con l’augurio che Mussolini se la cavi, prendo atto di ciò e dico un addio relativo ai tempi delle certezze, speranze, di Dio, Duce e Patria. Mi accorgo che in fin dei conti tutti la pensano come me e il SAR si scioglie (per ricostituirsi come assistenza). Del futuro non ho timore, esso è da creare e potrà contare sulla mia opera. Ad ogni modo l’intendimento di chiudere resta un auspicio, ci saranno diversi che si ricorderanno di noi, ex repubblichini come ora ci chiamano, e ci tartasseranno con discriminazioni anche banali, salvo poi cercarci al prospettarsi di eventi pericolosi per il paese.Funzionari dell’ambasciata australiana ci chiedono di emigrare come pastai e mugnai nel loro paese. Offrono il viaggio di andata gratuito, non quello di ritorno, il contratto di lavoro firmato in Italia, l’alloggio, la naturalizzazione pressoché immediata. C’è chi accetta e fa bene, così due compagni di lavoro, e altri, ci lasciano per raggiungere quella terra lontana con uno dei primi e fortunosi viaggi aerei (i velivoli a elica fra scali e soste ci mettevano tre giorni, se navi più di venti). Io ho pensato seriamente di accettare ma stavolta è no. Non posso lasciare mia madre che non sta bene e sarebbe per lei un’angoscia sapermi in una parte che non si sa nemmeno bene ove si trovi. L’Australia, infatti, è un continente sperduto ove per ora è facile entrare, ma chi ci va ben difficilmente potrà tornare. Promotore poi un ex della G.I.L. si fa viva la legione straniera francese, ma non la considero. Chi accetta di arruolarsi finirà in Algeria prima e Indocina poi, dalla padella nella brace.  Roma, ove il fenomeno partigiano è stato in pratica assente, salvo gli infausti attentati di un ristretto gruppo estremista, ora brulica di resistenziali arroganti, come se l’arretramento tedesco e l’avanzata alleata le abbiano determinate loro. Le borgate, i quartieri infimi e non solo, partoriscono facinorosi tutti ex fascisti, le cui sedi, quelle già del fascio, sorgono come funghi. Iniziano ottuse persecuzioni verso i fedeli di un tempo o presunti tali. Ci si accanisce sovente su persone scomode su cui riversare vendette, rabbia e invidia. Le aggressioni si moltiplicano. La polizia è poca e ha poteri ridicoli, mentre la Militar Police si guarda bene dall’intervenire in queste regolazioni di conti. Un nostro amico ex GIL e parrocchia è coinvolto nel linciaggio del direttore del carcere di Regina Coeli, che viene mezzo ammazzato a botte, poi affogato nel Tevere; una cinepresa riprende tutto ed egli è riconosciuto per la sua veemenza (meno male che frequentava l’oratorio!). Sarà condannato a una pesante pena, poi credo amnistiato. Ho una riunione politica con esponenti della direzione della società, che è la maggiore industria romana. Sono presenti, oltre dei direttori e dirigenti, un direttore dell’Assistenza  Pontificia, un ufficiale USA d’origine italiana, e alcuni esterni che non conosco, uno dei quali diverrà un politico importante. Mi lusinga partecipare giacché sono giovane, diciotto anni e l’unico operaio presente, su invito del direttore generale. Ci parlano della situazione. Il discorso è chiaro: è possibile che con la prossima fine della guerra, il cui esito non si mette in discussione, e con le future elezioni, i rossi tentino di assumere il potere. E’ indispensabile prepararsi per impedire ciò. Siamo invitati ad appoggiare un partito sorto da poco (era nella resistenza), la Democrazia Cristiana, derivante dal Partito Popolare. A detta di chi parla dobbiamo superare le riserve politiche e confessionali perché solo un unico raggruppamento, che raccolga i consensi moderati, appoggiato dal Vaticano e dagli USA, può bloccare il pericolo. Disperdere i consensi nella miriade delle formazioni che sorgono di continuo sarebbe controproducente, si perderebbero solo voti, mentre nella sinistra non si disperde un bel niente e per affermarsi essa spera proprio nelle divisioni altrui, oltre nella propria azione di rottura e nell’URSS protettrice. L’ufficiale USA, in italiano colorito, afferma che l’America ci aiuterà in forme sia palesi, sia occulte, ma nulla potrebbe, salvo genererare una guerra civile, qualora il gruppo estremista dovesse prevalere sul moderato. Ci è consigliato di fare opera di adesione e collaborazione nel senso indicato, con l’invito ad avvicinare pure coloro legati al regime passato. Vincere il comunismo è d’interesse anche di chi l’ha combattuto per venti anni. Ci dicono che sono in corso dei contatti con esponenti RSI. E così, affatto entusiasta, pur convinto dalla logica e nel rispetto che devo a chi mi ha fatto partecipare, mi trovo con la tessera 1944 della Democrazia Cristiana, incaricato di svolgere proselitismo nell’ambito operaio (impossibile), e nominato delegato dei giovani lavoratori. Entro così a far parte per un certo periodo della primitiva DC, ove conoscerò amici che diverranno parlamentari, esponenti politici, ministri (oltre una frizzante funzionaria la quale deciderà io fossi l’ideale per lei, obbligandomi a una stretta difensiva in quanto, pur lusingato, per il momento, in attesa oltretutto del militare, non intendo impegnarmi). Come prevedere tali eventi? Considero ad ogni modo questa adesione come la prosecuzione della lotta del regime trascorso contro l’impero sovietico, minima essa sia. Come corollario dell’incontro la P.O.A. consegna alla società uno scatolone di buoni da distribuire al personale operaio, impiegatizio e altri, con cui prelevare dai loro magazzini coperte, telerie, vestiti e scarpe, dono dell’esercito e del popolo statunitense. .......... segue

Probabiliter  L’ultima volta col Duce (magari!)
E’ la primavera 1943, che conta il giorno? Tutti a piazza Venezia, parla il Duce, poi non si ripeterà, sarà Repubblica Sociale. Vado coi reparti della legione ma io e altri, di nostra iniziativa, siamo in divisa da avanguardisti e cerchiamo di svolgere servizio d’ordine e sorveglianza verso i moschettieri, considerati ormai poco più che ragazzini. La piazza è colma, ho però due impressioni, la prima è che, malgrado altoparlanti e musica, ci sia stavolta meno entusiasmo, la seconda è che la calca sia meno pressante. Forse mi sbaglio, mi sembra però così. Preliminari consueti, saluto al Milite Ignoto, Giovinezza, poi fra le urla di “Duce – Duce” il balcone si apre e appare Mussolini. L’entusiasmo c’è sempre, d’altronde a chi riferirci serve e per noi non può che essere il Duce. Poi silenzio. Ci attendiamo cose importanti altrimenti perché un’adunata imprevista, in un momento oltretutto poco felice? Infatti dall’inizio dell’anno una serie di negatività ci avevano colpiti, Russia, Libia, Tunisia, bombardamenti, perdite aeronavali, e non è che il precedente fosse stato splendido come ci aspettavamo. Avevamo bisogno di essere rassicurati, nello sperare in qualcosa che fosse capace di mutare il corso degli eventi. Inizia il discorso. Frasi incisive, tono tagliente, imperioso, ma ci vuole poco a capire che non promette niente di buono. Noto un Mussolini diverso. Ero uso a sentirlo all’attacco e mi trovo con un Lui aggressivo ma sulla difensiva. Chi mi legge sa che lavoro di memoria e anche in questo dire non mi sono premurato di verificarne data e singole parole, voglio trattare solo di impressioni. Sono talmente insoddisfatto del suo dire che non ne ho memorizzate parti, solo il condensato. Volano parole grosse verso gli anglo  -  americani, che mai si azzardino e mettere piede sul nostro suolo, sarebbero fermati, respinti sulla linea marina del bagnasciuga, poi piombo a chi tradisce, onore ai caduti, presenti alle bandiere, appello a ritrovare fiducia. Alcune frasi d’effetto e il discorso finisce, con le scontate ovazioni. I ripetuti “Duce” sono meno vivi, la folla si scioglie e torniamo alle nostre sedi. Il Comandante dice: “ragazzi, le cose vanno male, forse la guerra non si vincerà, dobbiamo essere pronti a tutto, chissà cosa accadrà”. Pochi giorni ancora e gli alleati sbarcheranno in Sicilia, che occuperanno senza difficoltà pur con qualche resistenza. Il mio cugino italo  -  brasiliano più grande di me, il quale già mi disse che con la guerra da noi dichiarata agli USA sarebbero stati “c..zzi” nostri, ora aggiunge che quanto sta accadendo è un aperitivo di ciò che seguirà. Io faccio gli scongiuri ma lui aggiunge di non essere un disfattista, solo che gli yanke li conosce bene. Anche mio padre, memore del 15  -  18, afferma che siamo agli inizi di un periodo nefasto e la potenza USA è così elevata da non immaginare, tanto da ci faranno fuori in un baleno. E’ penoso dirlo ma noi (ed io), pur di aggrapparci a una labile aspettativa di vittoria, rivolgiamo le nostre speranze solo sui tedeschi e sulle loro armi segrete, pur se abbiamo preso atto che la guerra in Russia gli va’ male e quella sottomarina è in gran parte fallita. Infatti i convogli alleati, più che scortati dopo le falcidie dell’anno prima, giungono quasi indenni nei porti inglesi o russi o mediterranei, con un elevato numero di U  -  Boot e nostri sommergibili che vengono eliminati. Infine gli USA si sono messi a costruire navi da carico in catena montaggio, pure una al giorno, sono le Liberty che poi conosceremo. Tornando a Mussolini il suo discorso non piacque a nessuno. Era una esternazione polemica, disperata. Poco dopo egli sarà sfiduciato dal Gran Consiglio, destituito dal re, sostituito da Badoglio e spedito al confino. La folla in Piazza Venezia si trasformerà in nemica, ostile. Non volevo crederlo o ammetterlo. Milano, Torino, Bari, altrove, vedranno i primi morti per mano dell’esercito e dell’odio che inizia a far capolino. Ettore Muti verrà ucciso a Fregene dai carabinieri, con giustificanti che non convinsero nessuno allora e dopo. Quante cose possono cambiare in un mese o poco più!  Duce, forse  un po’ di ragione l’aveva il re quando disse di volerti in qualche modo proteggere (facendoti fermare) e lo confermasti pure tu che in quel momento eri l’uomo più odiato d’Italia. Capisco la tua amarezza, nel piccolo fu anche la mia, mi consolo solo pensando che alla fin fine il grande odio è una derivazione dell’amore che tentasti di elargisci e noi provammo a ricambiar in quanto essi sono per me sentimenti fratelli. La prossima volta che sentirò la tua voce sarà dalla radio tedesca di Monaco, dopo la tua liberazione dal Gran Sasso, e nemmeno la riconobbi. Poi sarà Repubblica, il Lirico a Milano, qualche altro bagno di folla, e la fine materiale, non morale. Saremo comunque anche noi balilla a cercare di non lasciarti, avremmo voluto essere di più e conclusivi, invece saremo pochi, troppo, a non abbandonarti

Consideratio
L'argomento anziani è delicato da affrontare. Considerando la nascita anziani siamo tutti tanto che gli inglesi, chiedendo se necessario gli anni a qualcuno, dicono "How old are you?" cioè "quanto siete vecchio?". Comunque se una persona raggiunge gli 80 - 90 - magari 100 non si può certo dire trattarsi di giovinotti o signorinelle. Ciò premesso l'area degli anziani si sta allargando a iosa e lo sarà ancor più nel prossimo futuro, come gia definito e comunicato dagli istituti statistici, INPS in primis. Volevo così accennare al lavoro ben superiore alla disoccupazione odierna, da dedicare all'assistenza diurna, notturna, infermieristica, part time, a tempo pieno aggiungo anche, perché no? anche casalingo e familiare, considerando l'alta percentuale delle donne oggi occupate, e dato che il mondo vivente è  fatto a metà le opportunità presenterebbero ampi margini anche per l'occupazione maschile. E in questo lavoro si sta specializzando sempre più la mano d'opera extracomunitaria, per la grande maggiorfanza femminile. Le Agenzie specializzate nel collocamento, se lo dico mi risulta, hanno quota quasi zero per disponibilità di persone nazionali. Dal canto loro le USL fanno ciò che possono e il problema anziani permane e si incrementa.

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n° 49-50 NS - Nuova Serie - 24 - 25 novembre Sabato e Domenica - SS Andrea Dung e S. Caterina - pensiamo positivo -

N° 49 - 50 NS (Nuova Serie) - Sabato e Domenica 24e25 novembre. Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, con n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), esso è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

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