Sunday, November 4, 2018

Novembre 05 2018 Lunedì. n° 2714 da avvio blog, fino al 15 agosto 2018, + n° 32 NS (nuova serie). Pensiamo positiv

Il Blog è rinato con una nuova serie, oggi al n° 32, in quanto il 15 agosto 2018, con n° giornaliero 2714 (11 anni circa di attività), esso è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio


Recordatio Diario 1943, semestere horribilis ....
 .....   - Reparti italiani, specie di granatieri, ma non solo, cercano di fermare unità germaniche in movimento su Roma. E’ un massacro dei nostri, militari e civili, nelle zone Laurentina e Piramide Cestia, ove si esauriscono gli scontri. Visito il luogo dopo la cessazione degli scontri; sono ancora presenti morti non rimossi, mezzi e materiali distrutti o abbandonati. E’ avvilente che siano stati lanciati all’attacco reparti scarsi, con fucili, cannoni e carri i quali non potevano competere con la controparte. Oltretutto se la sono vista con i paracadutisti della Goering di Cassino, risentiti sia per l’armistizio, sia per il vedersi sparare addosso. Scontri minori si svolgono nei pressi della stazione. Vedo in via Cavour un tedesco linciato dalla folla. Più auto sono abbandonate e in due i nostri autisti hanno gli occhi sbarrati e un foro in  fronte.
 - I primi “sciacalli” si scatenano appropriandosi di cose residuate dagli scontri o poste all’interno dei mezzi; noto che a uno dei nostri caduti è tolto l’orologio e altro. In giro non si vede più nessuno, né militari, carabinieri, polizia, tedeschi. Il padre di un mio amico, ferroviere, resta ucciso per aver sporto la testa al di sopra del cancello del deposito ove lavora per vedere qualcosa dei movimenti in atto.
- Il Re, la Regina, il principe Umberto, il capo del governo generale Badoglio, ministri, capi militari e civili, abbandonano Roma e vanno al sud, lasciando senza direttive i comandi e le nostre unità. Siamo amareggiati. Di certo è che il Re, così facendo, si è giocato il trono. Coloro che gli sono fedeli dicono che ciò sarà solo per pochi giorni, poi tutti torneranno. Se ci sarà l’attacco degli alleati su Roma questi non vogliono avere Re, Corte e governanti fra i piedi.
- L’esercito si dissolve. In un batter d’occhio soldati e ufficiali si mettono in borghese, abbandonano reparti, armi, caserme e cercano di raggiungere le famiglie. Roma è piena di sbandati che affollano le stazioni, ben riconoscibili per l’abbigliamento fin troppo casual
- I tedeschi, pochi, occupano Roma. Un accordo col loro comando, condotto e concluso dal generale Calvi di Bergolo, comandante della divisione corazzata Centauro (in buoni rapporti con loro e marito di una figlia del re) fa’ si che essi rimangano in città in numero ridotto. Gli altri si porteranno in aree limitrofe o torneranno al fronte. Per la città ci penseranno unità della PAI, Polizia Africa Italiana e i militari della divisione Piave, non ancora dissolta.

Probabiliter
Laura di Anzio (come andò poi? probabilmente tutto bene)
E' il PRIMO racconto con cui, il 5 gennaio 2008, avviai il blog
Il fine e inizio anno li ho passati ad Anzio, che tanti ricordi di guerra ha lasciato in me sia per averne vissuti gli eventi, sia per esser stato in zona, a diciassette anni, nei servizi ausiliari tedeschi. Questi giorni, con moglie, cognati e cognate, ho rivisto in un veloce giro i luoghi che frequentai, Aprilia, Campo di Carne, Cisterna, i tanti Borghi, e rinverdito un episodio dei primi 1944. Parlo così di un incontro nelle campagne retro  -  fronte, con gli americani sbarcati e i tedeschi che li contrastano (includo gli italiani dei battaglioni Barbarigo e Lupo della Decima del Principe Borghese, oltre le unità Nembo e Folgore della RSI. Allora: Torniamo da un servizio e siamo nella zona di Cisterna. Il camion va e non va’, riscalda, e l’autista decide di fermarsi in un podere, apparentemente abbandonato, ove c’è un pozzo e magari qualcuno nella casa colonica, pur se in zona sembra non ci sia anima viva. Siamo in quattro, io, due austro-germani, idem l’autista. Giungiamo nell’aia. Il camion viene messo sotto un albero per occultarlo in caso di attacco dal cielo (quei giorni però si vedevano anche Messerschmit in cielo) e l’autista deve attendere in pò prima di aprire il radiatore. Il casale, ove spicca O.N.C. (Opera Nazionale Combattenti) podere XX, uno della bonifica pontina, è aperto e pare vuoto. Entriamo, è freddo e vorremmo scaldarci, ma il fumo potrebbe scatenare l’artiglieria. Siamo in una cucina tuttofare, con spazio per cucinare, mangiare, lavorare, parlare, insomma grande. C’è a lato un secondo vano, ci vado e resto sorpreso. Spalle contro il muro si trova una ragazzetta pallida, quasi ragazzina, dimessa al livello di miseria, che trema nel sentire i soldati nella cucina. Cerco di avvicinarmi ma lei mette avanti le mani. Resto ancor più colpito perché, tremando dai brividi e paura, con una mano si apre un po’ i panni sul petto e mostra un seno immaturo, come per dire: “sono piccola, anche di sotto, non farmi del male!”. Gli sorrido poi, “tranquilla” e l’aiuto a ricoprirsi. Gli altri si accostano alla porta. L’autista chiede: “Was ist das?” E lei, dal mio parlare e aspetto: “ma ti ghé xè italiano?” e avutane conferma prende a singhiozzare. Gli metto una mano sulla guancia: “come ti chiami?”, “mi me ciàmo Laura sior” risponde in veneto, tale la gente del luogo: “stai calma, siedi ” e lei dice che i genitori erano andati giorni prima a cercare da mangiare, e da allora non erano tornati. Era rimasta col nonno che due giorni dopo gli aveva detto: “Lauréta, mì và a cercar da magnàr par tì e par mì, vegno a sera” e anche lui era sparito. Da allora era pressoché digiuna e terrorizzata di tutto e tutti, non vorrei che altri gli avessero fatto del male. Gli diamo qualcosa da mangiare. Io allora ai miei: “non possiamo lasciarla qui, facciamo come fosse una sorella, tale la mia che non c’è più, portiamola dopo Velletri, in quell’osteria ove andremo, da Giuseppe (Pino per noi)”…. così si chiamava il contadino  -  trattore, veneto anche lui, che per prudenza o interesse ci aveva a volte rifocillati, ricevendo in cambio pane nero e della preziosa benzina, oltre la nostra tolleranza che nulla vedeva circa le sue attività complementari. La ragazza si è un po’ rinfrancata, è poco più di una bambina, alla veneta, fine, capelli biondo  -  castani, corporatura ai limiti dell’infanta. La prendo sotto la mia protezione, pur se gli altri pensino uguale. L’autista frattanto ha messo acqua nel radiatore e ripartiamo. La facciamo salire in cabina (non si potrebbe, ma cos’è proibito a un romano doc e tre crucchi che poi non sono così cattivi?). Dopo Velletri il Daimler gira e raggiunge la locanda di Pino. Pacche sulle spalle, un bicchiere, poi gli chiediamo di aiutarci per Laura. Lui: “Madona, ghé sè la Laura de Tonin! ostrega! mi cognosco el pare e la mare, benedeta Santa Ussia! (Lucia)” poi: “Stea! (Stella) vien soto! ghé s’è la Laura de Tonin!”. Lui dice che per i genitori e il nonno vedrà, frattanto Laura sarà con loro. Partiamo contenti. Anche l’autista dice “gut”, “schone” , “herrlich” e altro. I due con me baciano Laura sulle guance, io in fronte e lei: “tì si ghé xè bon, Dio te benediga”. Anche un tedesco gli fa una carezza. La sera a letto penso: “vedi Rita (mia sorella), Laura ha la tua età se tu non ci avessi lasciato, io ti ho visto in lei e l’ho aiutata sia perché dovevo sia per te, che di aiuto al momento dovuto ne avesti poco. Se puoi proteggila”. Anni dopo sono tornato in zona, volevo vedere se riconoscevo i luoghi, magari qualche persona. Delusione! capannoni, dancing, ristoranti, palazzotti, fabbriche, vie enormi, auto avevano cancellato l’aria pionieristica della bonifica, dei poderi e delle case dell’O.N.C.  Sfrondiamo il racconto e resta il fatto d’aver dato un passaggio ad una ragazzina senza saltargli addosso . Vane risultarono ricerche per ritrovare Laura e l’oste. Gli augurai ogni bene.


Consideratio
Mi ha fatto sorridere amaro la notizia data ieri e ripetuta oggi dal ministro Salvini in Sicilia che il governo, per affrontare le prime emergenze dei disastri naturali in atto nelle isole, nel sud, nel centro, nel nord,  abbia stanziato ben 200 milioni di Euro, poi a mitigarne l'impatto, saliti a 250, per fare poi cosa proprio non so, per quanto sono un nulla rispetto l'immane emergenza in atto. Ho già detto che questi "ragazzi" al governo pur mi piacciono con la loro buona volontà, ma non esagerino nelle loro disposizioni, di norma socialmente accettabili e giuste, almeno in teoria. Pur considerando ulteriori nostri stanziamenti, tagliando magari promesse ancora vaghe, nonché in attesa dei fondi che, con tutta calma, giungeranno dall'Europa, annunciare in tutti i TG e nella stampa la messa a disposizione di 200 milioni di Euro, poi portati a 250, l'ho detto all'inizio e lo ripeto, mi ha fatto sorridere amaramente. Dai ragazzi! mettetecela tutta! ora non serve veleggiare fra le nuvole ma affrontare una realtà improba e immane.

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