Wednesday, June 19, 2019

lunedì 24 giugno 2019 
Giorni estivi più lunghi dell'anno quanto alla luce diffusa
          
  segue da L'ortica è infestante 
  
 L'isola che non cè - parte sette - premessa

Nel ricovero riabilitativo di Cuasso c'è stato che a parte il trattamento eccellente ricevuto si dormisse nel complesso poco pur se alle ventuno tutti a nanna. Il nostro piano, il secondo di tre oltre l'area ginnica, ospitava un centinaio di uomini - donne malmessi con  conseguenti chiamate d'emergenza a tutte le ore, poste in essere col continuo trillare di campanelli cui seguiva il rullio del carrello farmaci e il passare di due infermieri-infermiere i quali non mancavano di chiedere già dal corridoio cosa mai fosse avvenuto, a ciò aggiungo interruzioni riferite al controllo sangue per i diabetici e i prelievi ematici per le analisi per la visita del mattino successivo, altrettanto per il controllo arterioso e il cambio di sussidi urologici. Il tutto con l'accensione sovente delle forti luci della stanza che ci facevano sobbalzare nei letti. Insomma resta che si dormisse poco, di un bel sonno ristoratore non se ne parlava. Ne derivavano pause ripetute in un misto di veglia-sonno ove la mente, pur libera dai crucci fisici e psichici quotidiani navigasse a suo piacere in mondi per fortuna non più d'angoscia. E vengo al tema. Sono in un giardino all'inglese in cui fanno mostra di se piante nostrane e di tutti i paesi. Delle piccole alture artificiali accolgono più tipi di palme e le primordiali felci. In una di esse c'è alla base un modesto ingresso. Immette di certo in un vano per attrezzi, vasi, zappe, vanghe; per curiosità entro e non trovo alcun deposito, ma lo scavo che prosegue in lieve discesa. Proseguo aiutandomi con le mani ora destra ora sinistra contro le pareti vicine. No, non c'è nulla d'interessante e decido di tornare. L'imboccatura non c'è più o la porta potrebbe essere stata chiusa. Oltretutto ho anche l'impressione di aver superato qualche bivio interno con una delle mani, la sinistra, la quale ebbe delle difficoltà  nell'indirizzarmi per la sua parte. Non si ha idea di come si perda ogni orientamento in queste condizioni. Avanzo sempre con le mani sulla parete facendo magari qualche inutile giro sulla mia posizione, sono intimorito per come mi trovi e su una possibile soluzione che pur ci sarà. Infine un chiarore seguito da un punto di luce, è l'uscita del lungo canale o canali. Non è una porta ma un anfratto che immette ove non lo so. Lo raggiungo, esco e mi trovo sulla sponda sabbiosa di una riva marina e verdeggiante. Non c'è nessuno attorno, l'assenza poi di chi mi attendevo per una vecchia promessa assistenziale mi conferma di essere sempre nei viventi e non di aver superato il confine che porta al tutto o al niente. Ho però l'impressione di essere osservato. Guardo meglio e noto che una figura anziana senza età, con indosso una tunica fino ai piedi, ieratica e solenne, è giunta silenziosamente a me vicina. .... Benvenuto visitatore, Franciscus vero? ti aspettavo e sapevo che avresti scelta la via corretta nel labirinto in cui eri e che in futuro, se futuro ci sarà, non ti ostacolerà più. Io sono "EGAU" e custodisco questo sito da centottantasette anni. .. .. Eminente Egau, allora non sono finito per il mondo da cui provengo e che ritenevo avere ormai abbandonato. .. .. No, il tuo tempo è valido almeno per ora ma verrà il momento di cui sei conscio e io sarò ad attenderti, lasciando l'apertura per te sempre aperta fintanto verrà che per il ritorno non la troverai più. Sappi che ti trovi nell'isola "che non c'è" e volendo potresti collaborare a un progetto di nuova vita, nuova speranza, umanità migliore. Per ora resta da dove provieni, il passaggio è dietro te. Ci incontreremo di nuovo, questo è certo, lo so. C'è chi ti ha voluto e scelto, fermi il tuo arbitrio e convincimento. Ave Franciscus  .... Ave eminente Egau. Tornerò.


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