Thursday, November 8, 2018

09 novembre 2018 Venerdì - n° fino 15/8/18 "2714" più n° 36 Nuova serie - Dedicazione Basilica di S. Giovanni - pensiamo positivo -

Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, con n° giornaliero 2714 (11 anni circa di attività), esso è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio

1989, viene abbattuto il muro di Berlino
Detto di frati: La natura rifiuta - l'uguaglianza assoluta 
Mino Maccari: Dimezza al mattino, triplica alla sera, interrompi a mezzogiorno, riprendi a mezzanotte

Recordatio Diario 44   La svolta   segue Tedeschi out, americani in
I tedeschi si vedono poco in città, la nascita della RSI ha evitato il peggio e ora, bene o male, siamo di nuovo alleati. Oltre il Maresciallo Graziani aderisce alla Repubblica, in forma del tutto particolare, il principe Junio Valerio Borghese che, dalla sua X MAS, crea la Divisione DECIMA, largamente autonoma dai tedeschi e fascisti, pur se coordinata nelle forze in campo (c’è chi dice che il Principe abbia voluto regolare un conto con i Savoia risalente al 1870, con la Roma tolta al Papa per farne la capitale del regno, non credo  però ciò sia esatto). 
Centomila soldati italiani sono inviati in Germania, ove si stanno allestendo, fra l’altro, quattro divisioni, la Monterosa, l’Italia, la Littorio e la San Marco. Si costituisce la ventinovesima Waffen SS Italiana, composta per la maggior parte da veterani d’Africa e Russia. Nascono le unità di lavoro Todt impiegate in opere difensive
Gli alleati continuano a essere bloccati a Cassino ove si svolgono cruenti combattimenti. Nello stesso tempo essi sbarcano a Anzio - Nettuno, alle porte di Roma, rischiando inizialmente di essere respinti a seguito di una reazione tedesca imprevista. Poi questo fronte, ove combatteranno reparti della Decima e dell’esercito repubblicano, si stabilizzerà e non varierà fino al ritiro disposto da Kesselring.
Gli USA distruggono con un bombardamento aereo l’abbazia di Monte Cassino, che da più di mille anni proteggeva città, paesi, campagne. Quest’azione lascia attoniti tutti e la notizia gira per il mondo. Pare sia stata attuata su pressione delle chiese protestanti, massoneria e livore verso di noi. Nell’abbazia non c’erano tedeschi, lo sapevano tutti.
Roma è riconfermata città aperta ma, salvo rischiare la vita, non si può entrare o uscire dalla città, e anche al suo interno non mancano i pericoli di guerra e attentati dei gruppi resistenziali.

Probabiliter - Notti bianche (probabilmente fummo utili) 
Primo dopoguerra, gli americani lasciano l’Italia. A Roma si erano sistemati soprattutto nei complessi del Foro Mussolini al Flaminio e dell’incompiuta E42 (Esposizione Universale) sita sull’indirizzo marino della città, oltre in qualche altra sede. Avevano ridotto ogni superficie ad un lordume di scritte, immagini, messaggi, oscenità (anni dopo il tutto verrà nobilitato al rango di “graffiti”, “murales” e seguitano a deliziarci ancora oggi). C’era però il lato positivo che con la loro occupazione gli edifici vennero sottratti ad una sicura devastazione   -   saccheggio   -   distruzione e necessitassero solo di energici interventi di ripristino, sistemazione, ripulitura. Con gli yankees assenti il gruppo “rossi & C” si mise in testa di abbattere l’obelisco dedicato al Duce prospiciente il Ponte Duca d’Aosta, nonché di occupare a loro uso le strutture del Foro, ribattezzato Foro d’Italia, della Rinascita, della Resistenza, sino al definitivo di “Foro Italico”. Anche le tante statue dello stadio dei marmi dovevano essere eliminate onde togliere di mezzo la cultura del corpo sano in mente sana, quella dell’italiano forte sperato da Mussolini. Per l’E42, con i  lavori ancora in corso, le cose si profilavano peggiori. Ci furono parecchi incoscienti che per puro spirito politico proposero di raderla al suolo, cancellando così ogni traccia e memoria dell’opera già in elevato avanzamento lavori. Si volevano poi distruggere (o più verosimilmente asportare) i blocchi dell’obelisco a Marconi non eretto ed allineati in terra. L’uscita degli americani dall’E42 generò una cittadella fantasma, distante qualche chilometro dal quartiere suburbano “Garbatella”, l’ultimo dopo le Terme di Caracalla oltre cui, a differenza di oggi, c’erano prati e campi.  Fu così che in parecchi, comunque non molti, singolarmente o in gruppo, decidemmo che il Foro Mussolini e l’E42, coi loro obelischi e altro, dovessero essere salvati e sorsero nuclei di presidio più o meno formali, di cui alcuni tosti, i cui componenti, assieme a volenterosi aggiuntivi, si alternavano in maniera da non lasciare incustoditi di notte i manufatti principali e i due obelischi, i più soggetti a essere danneggiati, asportati, fatti saltare. Quante ore passate sul posto, o nelle prossimità, a parlare della Repubblica Sociale, di camerati che non c’erano più, non esclusa una larga parte di gossip su donne e banalità, riparati in qualche angolo o locale, stretti nei cappotti per il freddo e l’umidità, con un cambio ipotetico e non programmato. Arrivavamo per lo più in bici, specie per la lontana E42, con qualche pagnottella, thermos di caffè. Non c’erano Vespe, Lambrette, motorini, non parliamo di auto. Qualcosa esisteva solo per i meglio organizzati. Le armi erano escluse, almeno per quello che vidi, pur se assi e tubi si trovavano sul posto e all’occorrenza li avremmo usati.  Ci fu qualche tentativo di scontro ma in effetti non accadde nulla di traumatico, sapevano bene i nostri avversari che non eravamo lì a fare la calza. Nei gruppi c’erano pure ragazze, con una delle quali presi una mezza cotta. Venivano anche delle signore che ci portavano un pò di conforto morale e materiale, specie caffè. Per quanto mi riguardava fra lavoro, presidio, un po’ di studio, mangiare e dormire poco, se ne andavano le ventiquattro ore e nulla restava da dedicare alle faccende private, posto ne avessi. Infine le cose si normalizzarono. L’obelisco a Mussolini venne accettato controvoglia come monumento nazionale, quello a Marconi idem, poi completato ed innalzato. I tanti edifici finiti e non finiti dell’E42, ribattezzata in seguito EUR (Esposizione Universale Roma), furono lentamente ultimati, anche se un po’ stravolti. Qualcuno comunque sarà eliminato, come il teatro romano in Piazza Marconi e quello greco prospiciente i laghetti, lasciando il posto a due mega   -   fabbricati, anonimi e brutti, per uffici, servizi, sede bancaria. Tornammo così alle nostre occupazioni, sempre però con l’occhio vigile e pronti allo stato dei fatti. Come complemento di spregio venne poi deciso di ignorare l’intendimento di sviluppare la capitale verso il mare, così Ostia rimase separata da Roma, pur facendone parte come quartiere marino. Si privilegiarono così le zone interne (specie Casilina, Tiburtina, Cassia, Flaminia) con gli scempi urbanistici oggi sotto i nostri occhi. Così i nemici nostrani non passarono e le opere  non vennero toccate. La memoria del nostro tempo si consolidò, senza cadere nell’avvilente dimenticanza di chi non lascia traccia alcuna.

Consideratio
Apprendo da un buon almanacco che oggi, 9 novembre Venerdì, è il giorno dedicato alla "libertà". L'annuncio è laconico e non fornisce altra indicazione, "libertà" e basta, potevano aggiungere un mini complemento che non avrebbe fatto male a nessuno. Allora devo andare per deduzioni, libertà politica? riservata a individui già sfamati e organizzati? libertà di spostamento? libertà di commercio? libertà di scrittura? libertà religiosa? e potrei continuare per l'intera pagina. Se, come presumo, ci si riferisce a una libertà in senso generalizzato sono infinite le sfaccettature che possono inquinare questa benedetta libertà che comunque abbiamo e la teniamo stretta. Pensiamo a quale libertà da quattro soldi esiste oggi negli USA verso migranti, poveri loro e di altrove, economie di altri paesi, stato di perenne tensione, giochi continui di guerra, pur se noi conviviamo in piena libertà, nostra, loro, di tutti. Sono certo che barlumi di libertà siano in tutto il mondo giustificati o giustificabili in una infinità di possibili interpretazioni, mi auguro espresse in buona fede, pur se qualche dubbio ce l'ho.

------------------------------------------------------.  


4 comments:

Roberto said...

Ciao Francesco, Maristella, Ariel e tutti. Sulla libertà, Francesco, hai scritto quello che esattamente io penso: cos'è la libertà senza un altro sostantivo o un aggettivi che individuino il concetto, lo precisi, lo isoli? "Libertà" pura e semplice è una parola senza senso, che vuol dire tutto e nulla, e che presa così - come tu scrivesti tempo fa in modo illuminato - tende spesso a trasformarsi pericolosamente nell'arbitrio di fare quel che si vuole. Un concetto retorico, che rimbalza sulle bocche e nei più svariati concetti, e per questo ormai svuotata di forza. Infine, Francesco, grazie per quello che tu e tanti altri avete fatto - a spesa di notti insonni, freddo, libertà personale (appunto...) - per difendere un patrimonio culturale di un'epoca e salvarlo dalla damnatio memoriae dei vincitori... Buon fine settimana a tutti!

rugiada said...

Buongiorno Francesco. Roberto. Ariel buon fine settimana a tutti.
Per pochi giorni non vidi l'unione delle due Germanie con l'abbattimento del muro di Berlino e di tutti i confini segnati da reticolati. Per la popolazione della DDR fu veramente la liberta', di parola di religione di idee politiche di tutto.
Ogni famiglia ricevette un tot di marchi da spendere a piacimento, per prima presero d'assalto negozi alimentari. Mio marito e amici che ancora stavano li, a vedere queste persone comprare e mangiare senza limiti provarono commozione.
Buona giornata a tutti!

Francesco said...

Buondì Maristella. L'aria di libertà politica e economica passata dalle due Germanie nel 1989 la ricordo come fosse ieri. Tutte le TV nazionali, commerciali, miniprivate di allora, si dedicarono interamente all'evento mostrandolo in tutti i suoi particolari maxi e mini non solo per Berlino, ma anche altre località compreso quanto avvenne alla frontiera ungherese e negli altri paesi a democrazia popolare. Ben comprendo te che l'hai passata di persona, pur senza il finale che ha potuto apprezzare tuo marito. L'opera del presidente Khol (oddio, come si scrive?) e di pochi precedenti fu impagabile e poi mal ripagata. Ho sempre detto e scritto che il 1989 fu e resta uno dei migliori anni della mia vita. Considera però, solo didatticamente, che il concetto di libertà esisteva pure nella DDR, come liberazione dal potere del capitale privato, del patrimonio immobiliare privato divenuto soprattutto di stato, e posto a disposizione dei cittadini, la libertà dalla fame che il popolo soffrì in maniera feroce nel recente passato e tanto altro. Come vedi è tutto relativo. Ciao

Francesco said...

Ciao Roberto. Libertà! Libertà! Quanti scatenamenti di idee, interpretazioni, adattamenti, giustificazioni, illusioni si sono verificati nel tuo nome! Quante figure eccelse di diverso colore di pelle e di camicia, di diversi tempi e luoghi hanno inflazionato il tuo nome! Resta che la Libertà è un termine tale il metro elastico dello Charlot della mia infanzia, che vendeva stoffe con metraggio proporzionato all'avvenenza delle sue clienti! Si, Roberto, il concetto di libertà è molto, molto elastico. Non esiste "io sono la Libertà, non c'è altra libertà all'infuori di me", bensì ci sono un'infinità di interpretazioni della libertà. Potrei allargare il mio dire alla Libertà che i regimi vari dicevano presenti in URSS, Romania, Ungheria, Cecoslovacchia, paesi asiatici di ieri e oggi, paesi americani, europei. africani, otrei parlare della libertà proletaria nel Fascismo e impazzisco accennando anche al Nazionalsocialismo. Quindi il termine libertà per me dice tutto e niente, deve essere ben definito con una ulteriore apposizione. Poi Roberto, per quanto riguarda la salvaguardia dei monumenti del fascismo di cui ho detto, io, in effetti, feci ben poco nel mio tanto da fare, cmq sono ugualmente fiero del poco fatto. Ciao