Settembre 04 - 2018 - Martedì - n - 2714 più 3 nuova serie - pensiamo positivo
Recordatio
Vita in diretta
Excursus di un’infante prima, ragazzo e adulto poi, trattato con libero iter espositivo; più eventi sono stati sviluppati anche nei volumi Fiaccole di Gioventù e Ragazzi di Portoria. Non si consideri ciò una ripetizione, ma un opportuno ampliamento e rivisitazione.
Inizia l’avventura - Roma anno zero
Parlo di me in un misto di diario anomalo e autobiografia, spaziando in tempi, persone, fatti, affinché ne ricevano conoscenza figli, parenti, amici, posto che vogliano leggermi, e per me, per ripercorrere un cammino non breve che ho accettato, gradito, affatto tollerato. Per il possibile uso grammaticalmente il presente poiché le vicissitudini trascorse sono per me talmente vive da formare un tutt’uno con l’oggi, fondendosi con la realtà odierna e col futuro che mi attende. Ho ritenuto di non fare nomi, salvo casi indispensabili, o indicarne di comodo, sia per rispettare privacy sia perché non sarebbe di utilità; perché non pensare che questa panoramica sia quella di ognuno di noi? A quanti anni risalgono i primi ricordi? A meno di uno o poco più? Comunque di quel periodo iniziale ho visioni a tutt’oggi simpatiche, pur se labili e sfumate. Nasco a Roma nella casa dei nonni paterni, originari di Anagni, nel basso Lazio, come mio padre portato a Roma infante sul finire del XIX secolo. Essa si trova nel popolare quartiere di San Lorenzo fuori le mura. E' la fine di Aprile del 1927, sono passate da poco le ventuno di un mercoledì di aprile quando mia nonna materna, ostetrica, giunta da Perugia per me, mi aiuta a entrare nella vita. Lascio con contrarietà il rifugio caldo e oscuro del seno di mia madre per affrontare un’esistenza piena d’incognite. Un amico di mio padre è in visita e si attarda, non rendendosi conto sarebbe opportuno se ne andasse; poco dopo, infatti, lui uscito, con i miei strilli di felicità o disperazione, avverto tutti del mio arrivo. E' un periodo interessante, è appena trascorso il Natale di Roma e da pochi giorni si lavora per la bonifica Pontina, è stata emanata la “Carta del Lavoro”, è nata da poco l’Opera Balilla, oltre la squadra di calcio della mia “Roma”. Astrologicamente sono un Toro con ascendente Sagittario, chi se ne intende dice siano segni molto positivi. Vedremo cosa potrò e saprò concludere. E’ certo che avrò i piedi in terra, sarò cocciuto, ambizioso, esigente.Per alcuni l’ascendente dovrebbe essere Scorpione che, assieme al Toro, farebbe di me un duro “doc”, salvo scherzi della natura. Della prima infanzia non rammento eventi specifici, salvo una sensazione tattile, olfattiva e acustica, più che visiva, della pelle, dei capelli, del calore, della voce di mia madre. I primi ricordi che ho sono di un "girello" in vimini con l'aiuto del quale faccio del mio meglio per sgambettare nel poco spazio che offre la casa, il portare alla bocca i piedini (meno di un anno?) e lo scendere o il salire scale con gradini troppo alti, afferrandomi alla ringhiera o poggiando le manine su un muro scrostato dipinto di verde (un anno, poco più?). Ho anche il sentore dell’attaccarmi al seno di mia madre, dell’addormentarmi nel suo grembo quando lei cuce, cullato dal ritmo delle gambe che muovono la pedaliera della Singer, oltre del succhiarmi i pollici delle mani e di qualche bel ruzzolone, per fortuna senza conseguenze. In seguito i ricordi divengono più chiari. Rivedo il cavallino bianco, con la base rossa e le ruotine di latta dorata, che mi tiro dietro con lo spago, il triciclo di ferro di mio fratello che cerco inutilmente di scalare, i due cortili spogli del palazzo ove passo parte della giornata, sorvegliato dai miei o forse da nessuno. Due alberelli spogli sono la base dei giochi di noi bambini e sotto uno di essi mi sbuccio gomiti, sedere e altro, cadendo da un’altalena rudimentale dopo che qualcuno mi spinge con troppo impeto. E’ un cortile poco luminoso e arioso giacché si trova sotto il piano stradale ed è chiuso, oltre dalle ali del nostro e altri palazzi, da due grandi edifici, quelli della fabbrica di birra Paskowski e dell’albergo dell’Esercito della Salvezza per gli sbandati d’allora. Indosso tutine con culottes, grembiulini, scarpine col cinturino e bottone - sì, quelle delle femmine- il classico “ciuccio” ritengo d’averlo usato poco. I gatti mi attirano e appassionano, temo invece i cani (essi diverranno poi i miei migliori amici). Comunque dagli amati felini ricevo i primi graffi mentre nulla ho a soffrire dalla parte canina. Anni dopo subirò un paio di morsi pure dai cani, di certo provocati dal terrore verso di loro inculcatomi dai miei. In questa prima età i capelli mi diventano castani chiari, quasi biondi! Le foto del tempo lo attestano e ciò è strano in quanto, come mostrano le immagini successive, sono tornato poi al mio colore non chiaro, e non sono tempi in cui si schiarisce la capigliatura ai bambini figli di operai. Rivedo in casa il lettone di mia madre il quale, ovviamente, è anche di mio padre; per me è, però, un periodo in cui esiste solo lei, gli altri, padre, fratello, nonni, zii che siano, le considero da tollerare o accettare passivamente. E come descrivere l’angoscia quando, a circa due anni di età, i miei genitori mi lasciano e partono per un lungo viaggio senza di me? Credo Napoli, portandosi mio fratello con loro. Io sono affidato alle cure sbrigative della nonna. Sono affranto! Cosa ho fatto per meritare ciò? Perché non mi hanno voluto con loro? Come faccio senza mia madre? Quale felicità però quando al ritorno ricevo in regalo qualche dolce e un carrettino di legno con un Pulcinella che batte le mani, ove sono fissati due piattini di latta!
Probabiliter
Prove di Messia Show di Celentano nel festival Sanremo
Dovrei dirne parecchie, ma resta che lui mi è simpatico. Inorridisco, però, a due cose. La prima perla TV
nazionale, per la quale, non so se esatto, dovrebbe aver erogato un compenso assolutamente
pazzesco, destinato o no a beneficienza, tutto o in parte. Se penso in Lire
d’averne pagate duecentotrentamila di canone TV mi viene l'orticaria. La seconda che mi ha colpito è la megalomania
sconfinata, inarrestabile, apparentemente sincera, che esprime colui definito
Sua Immensità. Il quale però mi è simpatico, lo ripeto, come concordo con lui
che delle omelie degli officianti nei riti domenicali se ne capisca ben poco. Per
il resto dico si, no, ma, però, insomma, calma, ma in sostanza resta la mia
accettazione. Scrive un amico del forum:
Consideratio
Divagazioni a chiudere - Chimere di mente
Tutto può accadere nell’intimo, anche che i collaboratori di levante, femminile, e di ponente, maschile, ci siano o meno poco conta, decidano di condurci in un archivio particolare, quello della nostra esistenza, ove si conservino e susseguano indelebili tutte le vicende vissute in positivo o meno, nessuna di esse esclusa. E notare fra tutti la minorità del bene compiuto rispetto il malfatto e la supremazia su entrambi di quanto si doveva e poteva affrontare. Questa è la vita di ognuno, di sempre, se ne sia coscienti o meno
Recordatio
Vita in diretta
Excursus di un’infante prima, ragazzo e adulto poi, trattato con libero iter espositivo; più eventi sono stati sviluppati anche nei volumi Fiaccole di Gioventù e Ragazzi di Portoria. Non si consideri ciò una ripetizione, ma un opportuno ampliamento e rivisitazione.
Inizia l’avventura - Roma anno zero
Parlo di me in un misto di diario anomalo e autobiografia, spaziando in tempi, persone, fatti, affinché ne ricevano conoscenza figli, parenti, amici, posto che vogliano leggermi, e per me, per ripercorrere un cammino non breve che ho accettato, gradito, affatto tollerato. Per il possibile uso grammaticalmente il presente poiché le vicissitudini trascorse sono per me talmente vive da formare un tutt’uno con l’oggi, fondendosi con la realtà odierna e col futuro che mi attende. Ho ritenuto di non fare nomi, salvo casi indispensabili, o indicarne di comodo, sia per rispettare privacy sia perché non sarebbe di utilità; perché non pensare che questa panoramica sia quella di ognuno di noi? A quanti anni risalgono i primi ricordi? A meno di uno o poco più? Comunque di quel periodo iniziale ho visioni a tutt’oggi simpatiche, pur se labili e sfumate. Nasco a Roma nella casa dei nonni paterni, originari di Anagni, nel basso Lazio, come mio padre portato a Roma infante sul finire del XIX secolo. Essa si trova nel popolare quartiere di San Lorenzo fuori le mura. E' la fine di Aprile del 1927, sono passate da poco le ventuno di un mercoledì di aprile quando mia nonna materna, ostetrica, giunta da Perugia per me, mi aiuta a entrare nella vita. Lascio con contrarietà il rifugio caldo e oscuro del seno di mia madre per affrontare un’esistenza piena d’incognite. Un amico di mio padre è in visita e si attarda, non rendendosi conto sarebbe opportuno se ne andasse; poco dopo, infatti, lui uscito, con i miei strilli di felicità o disperazione, avverto tutti del mio arrivo. E' un periodo interessante, è appena trascorso il Natale di Roma e da pochi giorni si lavora per la bonifica Pontina, è stata emanata la “Carta del Lavoro”, è nata da poco l’Opera Balilla, oltre la squadra di calcio della mia “Roma”. Astrologicamente sono un Toro con ascendente Sagittario, chi se ne intende dice siano segni molto positivi. Vedremo cosa potrò e saprò concludere. E’ certo che avrò i piedi in terra, sarò cocciuto, ambizioso, esigente.Per alcuni l’ascendente dovrebbe essere Scorpione che, assieme al Toro, farebbe di me un duro “doc”, salvo scherzi della natura. Della prima infanzia non rammento eventi specifici, salvo una sensazione tattile, olfattiva e acustica, più che visiva, della pelle, dei capelli, del calore, della voce di mia madre. I primi ricordi che ho sono di un "girello" in vimini con l'aiuto del quale faccio del mio meglio per sgambettare nel poco spazio che offre la casa, il portare alla bocca i piedini (meno di un anno?) e lo scendere o il salire scale con gradini troppo alti, afferrandomi alla ringhiera o poggiando le manine su un muro scrostato dipinto di verde (un anno, poco più?). Ho anche il sentore dell’attaccarmi al seno di mia madre, dell’addormentarmi nel suo grembo quando lei cuce, cullato dal ritmo delle gambe che muovono la pedaliera della Singer, oltre del succhiarmi i pollici delle mani e di qualche bel ruzzolone, per fortuna senza conseguenze. In seguito i ricordi divengono più chiari. Rivedo il cavallino bianco, con la base rossa e le ruotine di latta dorata, che mi tiro dietro con lo spago, il triciclo di ferro di mio fratello che cerco inutilmente di scalare, i due cortili spogli del palazzo ove passo parte della giornata, sorvegliato dai miei o forse da nessuno. Due alberelli spogli sono la base dei giochi di noi bambini e sotto uno di essi mi sbuccio gomiti, sedere e altro, cadendo da un’altalena rudimentale dopo che qualcuno mi spinge con troppo impeto. E’ un cortile poco luminoso e arioso giacché si trova sotto il piano stradale ed è chiuso, oltre dalle ali del nostro e altri palazzi, da due grandi edifici, quelli della fabbrica di birra Paskowski e dell’albergo dell’Esercito della Salvezza per gli sbandati d’allora. Indosso tutine con culottes, grembiulini, scarpine col cinturino e bottone - sì, quelle delle femmine- il classico “ciuccio” ritengo d’averlo usato poco. I gatti mi attirano e appassionano, temo invece i cani (essi diverranno poi i miei migliori amici). Comunque dagli amati felini ricevo i primi graffi mentre nulla ho a soffrire dalla parte canina. Anni dopo subirò un paio di morsi pure dai cani, di certo provocati dal terrore verso di loro inculcatomi dai miei. In questa prima età i capelli mi diventano castani chiari, quasi biondi! Le foto del tempo lo attestano e ciò è strano in quanto, come mostrano le immagini successive, sono tornato poi al mio colore non chiaro, e non sono tempi in cui si schiarisce la capigliatura ai bambini figli di operai. Rivedo in casa il lettone di mia madre il quale, ovviamente, è anche di mio padre; per me è, però, un periodo in cui esiste solo lei, gli altri, padre, fratello, nonni, zii che siano, le considero da tollerare o accettare passivamente. E come descrivere l’angoscia quando, a circa due anni di età, i miei genitori mi lasciano e partono per un lungo viaggio senza di me? Credo Napoli, portandosi mio fratello con loro. Io sono affidato alle cure sbrigative della nonna. Sono affranto! Cosa ho fatto per meritare ciò? Perché non mi hanno voluto con loro? Come faccio senza mia madre? Quale felicità però quando al ritorno ricevo in regalo qualche dolce e un carrettino di legno con un Pulcinella che batte le mani, ove sono fissati due piattini di latta!
Probabiliter
Prove di Messia Show di Celentano nel festival Sanremo
Dovrei dirne parecchie, ma resta che lui mi è simpatico. Inorridisco, però, a due cose. La prima per
Consideratio
Divagazioni a chiudere - Chimere di mente
Tutto può accadere nell’intimo, anche che i collaboratori di levante, femminile, e di ponente, maschile, ci siano o meno poco conta, decidano di condurci in un archivio particolare, quello della nostra esistenza, ove si conservino e susseguano indelebili tutte le vicende vissute in positivo o meno, nessuna di esse esclusa. E notare fra tutti la minorità del bene compiuto rispetto il malfatto e la supremazia su entrambi di quanto si doveva e poteva affrontare. Questa è la vita di ognuno, di sempre, se ne sia coscienti o meno
Tracce
di vita
Seggio
arcano
Cerchio
d’attorno
Levante
d’ausilio
Ponente
consiglio
Spira
avvolgente
Vuoto
d’ignoto
Sono
sospinto
In
pozzo infinito
Livello
d’inizio
Plurime
nicchie
Stringono
traccia
Del
buon operare
Scesa
prosegue
Antro
più vasto
Conserva
severo
Agire
mio errato
Imo
novello
Di
altri maggiore
Mostra
impietoso
Il
quanto non fatto
In
scrigni mezzani
Le
scelte dubbiose
L’omesso
voluto
I
possibili meglio
D’esistenza
trascorsa
Il
maggiore di tutto
È l’insieme
massivo
Di
quanto non svolto
Luce
calda risplende
Riecco
seggio d’inizio
Cerchio
scompare
Cruccio
permane
Rivolgo
pensiero
A
Levante e Ponente
A percorso
compiuto
Pago
forse mio fare
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