Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.
1903: I fratelli Wright volano su un aereo di loro costruzione
Detto francescano: Libro serrato - non fa letterato
Giulio Ossequente - Libro dei Prodigi: Nel Consolato di Marco Cornelio Ceteco e di Publio Sempronio Turidano, UC 548:
In Roma furono visti 2 Soli, di notte ci fu luminosità come diurna ......
Recordatio Diari 1948 ... Intermezzo militare
.......... Dalla città sparano sulle vetrate della caserma ove corrispondono i gabinetti, così siamo costretti a evitarne l’uso o recarcisi camminando carponi. Oltretutto di sera le luci delle sale sono spente poiché costituirebbero un tiro a segno. Sono uccisi alcuni carabinieri della tenenza del Monte Amiata e poi qualche altro. A Siena, ai funerali o commemorazione, non ricordo, sono lanciate alcune bombe che procurano dei feriti (per fortuna erano le OTO). È in atto una rivolta controllata con difficoltà. Ci dicono che a Firenze e nord le cose vadano peggio, coi partigiani che hanno riesumato le armi e spadroneggiano in libertà. Siamo malvisti dalla popolazione e consegnati in caserma. Le volte che usciamo lo facciamo in gruppo, evitando zone popolari. Siamo in Italia o in terra nemica? E allora sembra si ricordino di noi, ex repubblichini, ex Wermacht, ex avanguardisti ecc. ecc. per formare dei nuclei d’intervento escludendone, salvo eccezioni, sia ex partigiani, sia i soldatini più sprovveduti. Sono così assegnato al trasporto di munizioni ed esplosivi da una polveriera immensa, invisibile in superficie, destinate a sedi militari, di carabinieri e polizia. I camion caricano decine di quintali di proiettili, bombe, armi, candelotti. Basterebbe un nulla per far saltare tutto e tutti, paesi compresi. Le donne ci prendono a sassate e si sdraiano sulle strade per non farci passare, costringendoci a spostarle a forza. In qualche caso il mezzo avanza senza frenare, facendole allontanare all’ultimo momento. Ci gridano: “Un sparate a vostri fratelli” che tali non sembrano visto che sono loro a farlo. Comunque i convogli di esplosivi, preceduti e seguiti da una forza decisa e spicciativa, non subiscono danni, pur se qualche tentativo di assalto c’è stato. Abbiamo l’ordine di difenderci, in caso di attacco. Gli ufficiali danno ordini chiari e ci comprendiamo perfettamente. Le missioni sono molteplici. Ricordo che in una di queste ho dormito un paio d’ore in piedi poggiato contro un terrapieno. Siena, ove hanno base i nostri reparti, è occupata dai partigiani. Una Domenica, a seguito di un comizio nella piazza centrale non autorizzato, giunge l'ordine di sfollare i manifestanti, qualora non avessero provveduto loro, possibilmente senza disordini. Lo sgombero si attua con una manovra di espulsione dolce, cioè con una pressione sulla folla costante e progressiva. Noi militari, presenti nei bordi della piazza sin dal primo mattino, previo invito a sgomberare trasmessi con altoparlanti e vis a vis, attuiamo una spinta della massa verso l’esterno mediante una manovra tacco-punta-tacco e il fucile fermo in avanti (nonché cercando di convincere chi in contatto ad allontanarsi). Non c’è modo di fermare la pressione perché dietro la prima fila ce ne sono altre che non si fermano. Avviene il miracolo, la folla defluisce nelle vie circostanti e la piazza si vuota. Fosse intervenutala Celere , pronta nei pressi,
sarebbe stato un disastro. Poi il caldo di Luglio, Togliatti che non
muore e invita i suoi alla calma, Bartali che vince il Tour di Francia, oltre
un po’ di riflessione, fa rientrare l’emergenza e posso dire che con settembre
(ah i miei esami!) si torni alla normalità. Rientrati in caserma l’atteggiamento verso
noi ex RSI migliora. Offrono ad alcuni di far parte di un reparto di paracadutisti
a Pisa; io aderisco ma in un lancio prova da torre mi procuro una lussazione
alla spalla che si farà sentire per anni. Accantonati così i parà sono
assegnato alla PM, polizia militare. Inutile dire che gli interventi si
accentrano specie nei cinema, in qualche posto ove si mangia e beve, e ancor
più nelle due case di tolleranza senesi. Una volta andammo a Firenze a prelevare un
soldato allontanatosi e coinvolto in una rissa in un
bordello. ..... segue
Probabiliter Soggiorni nelle Vallate. Positivi senza se e ma
Ho detto delle mie estati da bambino e ragazzetto, le quali, se non erro, giunsero addirittura ai dieci anni consecutivi di accoglienza sia nel centro Italia sia, un paio di volte, nel remoto trentino, in Val Gardena, oltre, addirittura, nella Zara a noi frontaliera, enclave d’Italia in terre slave. Non torno sulle estati di Ostia, Anzio, Terracina, le più frequenti e vicine ove, oltre il soggiorno organizzato dalla GIL per i balilla, usufruii anche di quelli della Società di lavoro di mio padre, pure loro, in verità, blandamente fascisti, malgrado la presenza di alcune suore che davano al tutto un tocco papalino, il che non guastava dati i tempi ove Padreterno, Papa e Duce dovevano andare d’accordo. Dei soggiorni trentini dico di quello in Val Gardena, il più serioso, ove fummo accolti in tende ordinate tali un accampamento da prima guerra mondiale, in un pianoro circondato da monti imponenti, almeno per noi ragazzi capitolini, avvezzi a vivere a trenta metri d’altezza sul mare, guastato però d un paio di edifici moderni per colonie stile Littorio. Altra volta ci sistemarono in una scuola, adattata per l’estate alle vacanze, frequentata maggiormente da balilla gelsomini, comprendenti magari i figli del Duce o altri top. Le attività furono pressoché identiche ma vogliamo mettere l’usare a volte gavette e gavettini e il riposare sotto tendoni che, pur ben ancorati, sembrava a volte che fossero strappati dai venti ululanti e portati via? Come il distendersi su virili brande alla Marco Aurelio e non in deprimenti lettini e materassi da seminario? A questi aggiungo la settimana Zaratina, di cui di speciale non ricordo nulla, col solito edificio GIL, soliti lettini, cortile con bandiera, soliti esercizi, più il mal di mare da e per l’Italia, niente di più dei soggiorni nostrani di Ostia o Anzio. Comunque torno allo ieri come fosse oggi. La partenza perla Val
Gardena è confermata, andremo attrezzati con zaino, copertina
arrotolata, gavetta, borraccia e moschetto, se a volte dovessimo difendere di
nuovo i confini d’Italia. Ci sentiremo importanti verso chi andrà nelle solite
colonie banali, con visite genitoriali e distribuzione dei giornaletti Il
Balilla e Corriere dei Piccoli, oltre le preghierine alla Patria e il perenne Saluto
al Duce. No, quest’anno saranno vacanze
per ragazzi con le balle. Tanto per cominciare rompiamo l’anima al quartiere
sfilando nelle vie con la fanfara in testa, che in piazza Ragusa, Piazza Lodi,
Villa Fiorelli, si esibisce in concertini all’aperto, con miriadi di ragazzine innamorate
di quei giovanetti orgogliosi. Infine la
partenza carichi di tutto l’utile e ancor più dell’inutile, con musici e
tamburi. Viaggio lungo e palloso in treno, mitigato dalle cavolate inventate li
per li, per fare casino. Un cambio, qualche assistenza dalle Giovani Italiane
di terra coi soliti sfilatini e mortadella, acqua e limone per le borracce, e
arrivo in zona Trento ove, utilizzando qualche autocarro della guerra finita da
poco, con gomme piene e sobbalzi da rompere il sedere (Fiat 18BL), ci conducono
a destinazione ove, tanto troviamo pronta per noi una manifestazione ufficiale di
accoglienza da parte di una unità locale, con alza bandiera, discorso del comandante
che nessuno segue, tanto parla di Duce,
peggio per il Podestà di non so quale paese, il quale, oltre dire del
Duce, tenta pure di imitarlo in modi e voce. Infine un cappellano in divisa
militare dice pure lui qualcosa di Duce e niente di Papa. Segue l’assegnazione
delle tende e posti, visita a docce e gabinetti esterni (interni alla scuola? Sia
mai!). Del soggiorno ricordo un insieme
di eventi maggiori o minori, come la perenne sfida con altri balilla, a noi
prossimi, in esercizi ginnici o di pericolosa cretinità, che noi, le lenze dell’Appio
Tuscolano, vincevamo senza difficoltà. Aggiungo i percorsi a piedi sino alle
basi e sui versanti delle montagne ancora con tracce di neve, canti a non finire,
vitto mai contestato, con base pasta al pomodoro, zuppe, spezzatino, patate, mele. Dolci nulla, salvo
quando a metà turno ci visitarono un paio di Federali locali. Il mattino caffè - latte e fettone di pane
scuro, poi gare musicali fra due fanfare GIL con la nostra indubbiamente
migliore (mi pareva, ma era vero!), per i suoi strumenti di più tipi, mentre
l’altra aveva trombe a uno o tre tasti. Comunque anche loro erano in gamba Ho presente quando ci portarono al Castello
di Trento, nel cui cortile impiccarono Cesare Battisti e Fabio Filzi, con
bordate di “figli di mignotta” rivolte al boia Lang e ai suoi aiutanti,
presenti in alcune gigantografie murali, in cui si parlava più di Battisti e
quasi nulla di Filzi (di famiglia israelita. Mah!) In altre visite ruspanti
visionammo trincee, reticolati, caverne di comandi nostri o nemici, e una
fortezza austriaca le cui bocche da fuoco erano rivolte verso l’Italia, più
depositi di cannoni, mortai, bombarde, nostre o preda bellica, da intimorire
solo a guardarle. Andò bene pure per il cinema serale, con visione all’aperto
dell’eterno Scarpe al Sole, uno dedicato alla marcia su Roma e primo fascismo, altro
sull’impero italico. Dalle proiezioni era escluso, non sempre, ciò che avremmo
gradito di più, qualche bel Topolino, Ridolini, Charlot. Quanto alle giovani italiane nemmeno
l’ombra, pur se ospitate in complessi viciniori, poco meglio andò con le ragazzette
locali, gentili, timorose, riservate. Ci furono pure degli incidenti, come un
balilla che in un’escursione, non rispettando il divieto di accedere in siti pochi
conosciuti, ci andò ugualmente, finendo in un dirupo e rompendosi un braccio,
oltre un bel po’ la testa. Corsa in ospedale e ritorno con lui incerottato,
ingessato, e volto da eroe omerico, con la fila di cameratini per apporre la
firma sul gesso dell’avambraccio. Minorità furono qualche distorsione di
caviglie, il morso di un cane bersagliato dai nostri sassi, mali di stomaco per
ingozzamenti oltre i limiti, una visita medica a me per difficoltà di respiro,
forse per l’altezza sui mille (stesso disturbo che ebbi a Anzio), nessuna noia
dalle temute vipere che, dicevano, essere nascoste specie sotto i massi e nei rovi. Infine fra alza e abbassa bandiera, saluto al
Duce, preghiere sbuffate, faticacce affrontate stoicamente, tutto termina e
rieccoci a Roma, ove giungeremo tali reduci Cesariani dalle guerre galliche. Di
nuovo sfilata per le vie e pronti per la scuola, ricordando fra noi e con
altriu, l’excursus trascorso quali balilla maturi e virili, di cui ovviamente
molto era vero, molto immaginato, tanto inventato. Dopo completato la mini
panoramica delle mie - nostre estati di prima giovinezza, mi viene il pensiero al
come trascorrano gli stessi periodi i giovani d’oggi. Senza per ora
risposte. Non sanno cosa si sono persi
Consideratio Previdenza e previsione
Ho seguito in TV un servizio sui milioni di alberi abbattuti nel Trentino e altre zone dai recenmti cataclismi che hanno coinvolto tutta l'Italia, ma specialmente alcune aree del nord. I commenti aggiuntivi spno stati del tipo che il prezzo del legname crollerà, che ci faremo ora con tanti fusti giacenti in terra, che si potranno gestire che solo per una parte, che molti andranno rovinati per l'abbandono, l'incuria, l'umidità, e così via, da riempire una pagina di motivazioni al negativo. A volte i problemi complicati potrebbero avere soluzioni semplici. Avendo ben conosciuto il settore del legno lavorato e trasformato in casette nelle catastrofità naturali degli anni 80, con buona parte del nord, Rovereto in primis, occupate in questa opera di trasformazione. Così eccomi pensare a quanto sarebbe bello se tutta la parte pensata come perduta, o la maggiore di essa, finisse in alcune entità di lavorazione che le convertano in pannellature abitative da conservare in magazzini adeguati le quali, come si trattasse di un Lego o un Meccano, siano possibili da compattare in soluzioni di ricovero più o meno emergenziale qualora necessario e opportuno. Basterebbero pochi incentivi e agevolazioni materiali e fiscali, oltre la cessione a costo solo figurativo dei tronchi ceduti, per avviare un'azione di previdenza e previsione. Si sprecano tanti soldi pubblici, questi invece non lo sarebbero affatto e costituirebbero un enorme salvadenaio per i momenti grigi che pur sempre giungeranno. O l'idea è troppo semplice? o è troppo complicata? comunqie essa sia è certamente possibile da affrontare.
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1903: I fratelli Wright volano su un aereo di loro costruzione
Detto francescano: Libro serrato - non fa letterato
Giulio Ossequente - Libro dei Prodigi: Nel Consolato di Marco Cornelio Ceteco e di Publio Sempronio Turidano, UC 548:
In Roma furono visti 2 Soli, di notte ci fu luminosità come diurna ......
Recordatio Diari 1948 ... Intermezzo militare
.......... Dalla città sparano sulle vetrate della caserma ove corrispondono i gabinetti, così siamo costretti a evitarne l’uso o recarcisi camminando carponi. Oltretutto di sera le luci delle sale sono spente poiché costituirebbero un tiro a segno. Sono uccisi alcuni carabinieri della tenenza del Monte Amiata e poi qualche altro. A Siena, ai funerali o commemorazione, non ricordo, sono lanciate alcune bombe che procurano dei feriti (per fortuna erano le OTO). È in atto una rivolta controllata con difficoltà. Ci dicono che a Firenze e nord le cose vadano peggio, coi partigiani che hanno riesumato le armi e spadroneggiano in libertà. Siamo malvisti dalla popolazione e consegnati in caserma. Le volte che usciamo lo facciamo in gruppo, evitando zone popolari. Siamo in Italia o in terra nemica? E allora sembra si ricordino di noi, ex repubblichini, ex Wermacht, ex avanguardisti ecc. ecc. per formare dei nuclei d’intervento escludendone, salvo eccezioni, sia ex partigiani, sia i soldatini più sprovveduti. Sono così assegnato al trasporto di munizioni ed esplosivi da una polveriera immensa, invisibile in superficie, destinate a sedi militari, di carabinieri e polizia. I camion caricano decine di quintali di proiettili, bombe, armi, candelotti. Basterebbe un nulla per far saltare tutto e tutti, paesi compresi. Le donne ci prendono a sassate e si sdraiano sulle strade per non farci passare, costringendoci a spostarle a forza. In qualche caso il mezzo avanza senza frenare, facendole allontanare all’ultimo momento. Ci gridano: “Un sparate a vostri fratelli” che tali non sembrano visto che sono loro a farlo. Comunque i convogli di esplosivi, preceduti e seguiti da una forza decisa e spicciativa, non subiscono danni, pur se qualche tentativo di assalto c’è stato. Abbiamo l’ordine di difenderci, in caso di attacco. Gli ufficiali danno ordini chiari e ci comprendiamo perfettamente. Le missioni sono molteplici. Ricordo che in una di queste ho dormito un paio d’ore in piedi poggiato contro un terrapieno. Siena, ove hanno base i nostri reparti, è occupata dai partigiani. Una Domenica, a seguito di un comizio nella piazza centrale non autorizzato, giunge l'ordine di sfollare i manifestanti, qualora non avessero provveduto loro, possibilmente senza disordini. Lo sgombero si attua con una manovra di espulsione dolce, cioè con una pressione sulla folla costante e progressiva. Noi militari, presenti nei bordi della piazza sin dal primo mattino, previo invito a sgomberare trasmessi con altoparlanti e vis a vis, attuiamo una spinta della massa verso l’esterno mediante una manovra tacco-punta-tacco e il fucile fermo in avanti (nonché cercando di convincere chi in contatto ad allontanarsi). Non c’è modo di fermare la pressione perché dietro la prima fila ce ne sono altre che non si fermano. Avviene il miracolo, la folla defluisce nelle vie circostanti e la piazza si vuota. Fosse intervenuta
Ho detto delle mie estati da bambino e ragazzetto, le quali, se non erro, giunsero addirittura ai dieci anni consecutivi di accoglienza sia nel centro Italia sia, un paio di volte, nel remoto trentino, in Val Gardena, oltre, addirittura, nella Zara a noi frontaliera, enclave d’Italia in terre slave. Non torno sulle estati di Ostia, Anzio, Terracina, le più frequenti e vicine ove, oltre il soggiorno organizzato dalla GIL per i balilla, usufruii anche di quelli della Società di lavoro di mio padre, pure loro, in verità, blandamente fascisti, malgrado la presenza di alcune suore che davano al tutto un tocco papalino, il che non guastava dati i tempi ove Padreterno, Papa e Duce dovevano andare d’accordo. Dei soggiorni trentini dico di quello in Val Gardena, il più serioso, ove fummo accolti in tende ordinate tali un accampamento da prima guerra mondiale, in un pianoro circondato da monti imponenti, almeno per noi ragazzi capitolini, avvezzi a vivere a trenta metri d’altezza sul mare, guastato però d un paio di edifici moderni per colonie stile Littorio. Altra volta ci sistemarono in una scuola, adattata per l’estate alle vacanze, frequentata maggiormente da balilla gelsomini, comprendenti magari i figli del Duce o altri top. Le attività furono pressoché identiche ma vogliamo mettere l’usare a volte gavette e gavettini e il riposare sotto tendoni che, pur ben ancorati, sembrava a volte che fossero strappati dai venti ululanti e portati via? Come il distendersi su virili brande alla Marco Aurelio e non in deprimenti lettini e materassi da seminario? A questi aggiungo la settimana Zaratina, di cui di speciale non ricordo nulla, col solito edificio GIL, soliti lettini, cortile con bandiera, soliti esercizi, più il mal di mare da e per l’Italia, niente di più dei soggiorni nostrani di Ostia o Anzio. Comunque torno allo ieri come fosse oggi. La partenza per
Consideratio Previdenza e previsione
Ho seguito in TV un servizio sui milioni di alberi abbattuti nel Trentino e altre zone dai recenmti cataclismi che hanno coinvolto tutta l'Italia, ma specialmente alcune aree del nord. I commenti aggiuntivi spno stati del tipo che il prezzo del legname crollerà, che ci faremo ora con tanti fusti giacenti in terra, che si potranno gestire che solo per una parte, che molti andranno rovinati per l'abbandono, l'incuria, l'umidità, e così via, da riempire una pagina di motivazioni al negativo. A volte i problemi complicati potrebbero avere soluzioni semplici. Avendo ben conosciuto il settore del legno lavorato e trasformato in casette nelle catastrofità naturali degli anni 80, con buona parte del nord, Rovereto in primis, occupate in questa opera di trasformazione. Così eccomi pensare a quanto sarebbe bello se tutta la parte pensata come perduta, o la maggiore di essa, finisse in alcune entità di lavorazione che le convertano in pannellature abitative da conservare in magazzini adeguati le quali, come si trattasse di un Lego o un Meccano, siano possibili da compattare in soluzioni di ricovero più o meno emergenziale qualora necessario e opportuno. Basterebbero pochi incentivi e agevolazioni materiali e fiscali, oltre la cessione a costo solo figurativo dei tronchi ceduti, per avviare un'azione di previdenza e previsione. Si sprecano tanti soldi pubblici, questi invece non lo sarebbero affatto e costituirebbero un enorme salvadenaio per i momenti grigi che pur sempre giungeranno. O l'idea è troppo semplice? o è troppo complicata? comunqie essa sia è certamente possibile da affrontare.
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