Sunday, December 9, 2018

n. 65 NS (Nuova Serie) - Dicembre 10 2018 Lunedì - Ricorre la B:Vergine Maria di Loreto - pensiamo positivo -

N° 65 NS (Nuova Serie) Lunedì 10 dicembre. Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1936: Muore a 69 anni lo scrittore Luigi Pirandello, premio Nobel Letteratura 1934

Detto di frati: Servitori accarezzati - Son nemci stipendiati

Leo Lomganesi: Lasciate agli artisti il diritto di scegliere la loro via 


Recordatio Diari 1943 - 46 .... Politica e istituzioni:
.......... Accadono nel periodo vari eventi. Nel 1946 il re abdica e si ritira in Egitto. Gli succede il figlio, già luogotenente del regno, col nome di Umberto II. Questi regna un solo mese. Lo chiameranno il “re di maggio” o, peggio, “lattuga” (si raccoglie in maggio). Infatti, dopo una dura campagna referendaria, il 2 giugno 1946 l’Italia sceglie per la repubblica (forse con qualche imbroglio nei voti), speriamo comunque sia democratica. La monarchia decade e il re Umberto II, come l’antenato Carlo Alberto, andrà in esilio in Portogallo, a Cascais. Io, pur col timore di favorire i rossi, ho appoggiato la repubblica. Non ho votato data l’età, diciannove anni. Sarà per il 48, a ventuno anni, però collaborerò attivamente al suo buon esito.   In casa mia madre sceglierà il re, mio fratello e mio padre repubblica. Non è stato possibile sentirmi vicino alla monarchia; come potevo dopo ciò che il re ha fatto a Mussolini, la fuga da Roma, la dichiarazione di guerra alla Germania, e potrei proseguire? Sono poi convinto che, indipendentemente dalla nostra situazione, la repubblica sia un istituto più logico e avanzato.  Spero che ora ci sia uno sbocco non autoritario, non progressista alla sovietica.  Diviene Presidente provvisorio un giurista napoletano, Enrico De Nicola, di fede monarchica.  In contemporanea si svolgono le prime elezioni politiche del dopoguerra, quelle  per eleggere i membri dell’Assemblea Costituente che redigerà la nuova costituzione. La Democrazia Cristiana è in maggioranza, i socialisti sono secondi, superiori ai comunisti. È un buon segno.  Ai risultati delle due votazioni, sia per la buona tenuta della monarchia nel referendum istituzionale che, pur perdendo, raccoglierà ben undici milioni di voti (la Repubblica due di più), sia all’affermazione della DC, sarà importante il voto del centro - Italia e il voto del sud.  Al nord spira aria di scontro. A entrambi i turni parteciperanno per la prima volta le donne, che contribuiranno a un esito equilibrato, pur se mariti e uomini tenteranno condizionarle.  Sorge anche un partito post-fascista, il Movimento Sociale Italiano, promotori esponenti civili e militari dell’ex Repubblica Sociale (promotori De Marsanich, Almirante, Michelini, Rauti, Maceratini, Baghino, Romualdi, Turchi e altri). Per ora, salvo mostrare la presenza e professione di fede, non possono fare granché, sono pochi, vituperati, isolati.  In seguito mi riferirò e aderirò al Movimento, per ora sono cosciente che il baluardo al comunismo dilagante è la Democrazia Cristiana ed è bene non spezzare questa diga.  Pure nel MSI sono convinti di ciò tanto che nelle elezioni del 1948 esso sosterrà la D.C. invitando gli iscritti a votarla. In quest’azione, per Roma, collaborerò concretamente anch’io.  Ho però un’imprevista e breve parentesi socialista. Sul lavoro, promotori esponenti direzionali, ho incontri con funzionari del partito che sembrerebbe stia cercando una via autonoma dai comunisti, contrariamente a quanto avviene nei paesi dell’area rossa sovietica.  Mi propongono di collaborare a un gruppo aziendale, già costituito, da contrapporre a quello comunista imperante e all’inesistente D.C. (l’ambiente operaio non è adatto a tale pensiero).  L’idea, pur con dubbi, è compatibile con le mie convinzioni. Ne parlo con chi sopra di me che m’invita a entrare nel nucleo; quanto a rappresentare la D.C. all’interno dello stabilimento troveranno altra persona. L’incarico sarà affidato a un anziano operaio pastaio, inconcludente e di figura alquanto modesta. Il feeling però dura poco.  All’interno del partito socialista devono essersi svolte lotte feroci per scegliere le vie future e a prevalere saranno i massimalisti nenniani. Esso, infatti, con decisione improvvisa, sceglie di unirsi con i comunisti ed è creato il “Blocco del Popolo” in vista delle prossime elezioni 1948.  Il fatto è grave e provoca il distacco del gruppo guidato da Giuseppe Saragat il quale crea il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, i cui aderenti sono sbrigativamente definiti “piselli” oltre che socialdemocratici. Il nuovo partito è sorretto e aiutato da americani, Confindustria, forse dal Vaticano. Per un certo periodo riceve un contributo perfino dalla nostra Società.  Sono amareggiato, vedo tradite le mie idee. Capisco così l’incontro precedente, evidentemente più cose stavano maturando e non è andata come si sperava. Annullo l’adesione al PSI e rientro, come richiestomi, nella D.C. del 1948. È evidente che essa resti per ora l’argine ai rossi, altre formazioni potrebbero solo danneggiare la situazione; né mi affianco a Giuseppe Saragat il quale non m’ispira fiducia, specie dopo aver visto da chi egli dipenda e dal modo estremamente scorretto con cui è aiutata e finanziata la sua neonata socialdemocrazia.  Non posso poi dimenticare l’applicazione all’Italia del piano ERP, cioè il Piano Marshall, che riversa nel paese prodotti alimentari, materie prime, industriali, locomotori, veicoli, aerei, navi e altro, sia di produzione USA, sia di residuato bellico. La ricostruzione ne sarà facilitata e può partire così veloce e concreta. Abbiamo la fortuna di essere guidati da Alcide De Gasperi che col suo polso austro-italico ha saputo impostare le giuste scelte di campo e ora siamo considerati dagli USA un partner gradito e affidabile.  Ricordo il filmato Incom sull’arrivo della prima nave carica di rifornimenti e della partenza dalla stazione Termini del primo locomotore diesel ricevuto dagli USA. I paesi comunisti non aderiranno al piano, teoricamente aperto a tutti. Assisto a Roma a una conferenza di cecoslovacchi la cui patria ha ancora una parvenza di libertà. Il paese vorrebbe aderire e sarà questo a dare ai rossi il pretesto per impadronirsi del potere (e il ministro Masarik si ucciderà). ..... segue

Probabiliter  Figli della Lupa (forse)  –  e loro inno   
E’ il 1933, ho sei anni, prima elementare, per un po’ sarò “Figlio della Lupa” poi in seconda passerò Balilla, mentre per divenire “Moschettiere” dovrò attendere le medie lontane.  Una precisazione, i Figli della Lupa dei miei tempi erano solo balilletti non moschhettieri e non avevano ancora la divisa con le bande bianche incrociate sul petto come mostrato nelle illustrazioni del tempo.  Questa nacque con le norme del 1937 che trasformarono l’Opera Balilla in GIL, Gioventù del Littorio e definirono regolamenti, divise e varianti.. Ricordo che alle adunate nella sede di via Sannio andavo vestito da balilletto più o meno come mio fratello grande.  Due vecchie foto scattate da mio padre ove sono in divisa accroccata e impacciato confermano ciò.  Non dico della poca considerazione nella quale venivano tenuti i Figli della Lupa! già i balilla semplici erano definiti dai moschettieri lattanti, mozzarelle e peggio, ma almeno erano considerati. Noi di norma eravamo ignorati o trattati con saccensa. Poi siccome qualcuno dei Capi con poco spirito ebbe a dire che eravamo i “pulcini dei balilla” fummo chiamati anche “pulci” in senso spregiativo e, ancor peggio, “pidocchi” (aggiungo pisciasotto), per farci pesare che eravamo nullità tali a quei parassiti. Eppure nelle sfilate, nelle graduatorie per le Leve, incontri col Duce eravamo noi ad aprire la serie dei balilla, avanguardisti e altri.  Rammento due episodi che mi coinvolsero. Ecco il primo: Ci troviamo in via Sannio ove si svolge una sfilata di fronte al comandante. Ripeto che sono sui sei - sette anni con la maturità da trogloditi rispetto i ragazzini odierni che ne sanno una più del diavolo. Così, mentre marciamo inquadrati battendo il passo transitano sul marciapiedi accanto due o tre ragazzine. Non sia mai successo! dai balilla più grandi parte un boato ripetuto di “a bbonee!!” al quale si aggiungono titubanti parecchi di noi piccoli. Il mio vicino un po’ più grandino e scafato di me con fare navigato dice: “strilla a bbonee!”. Al mio perché con sguardo di compatimento mi risponde, come fossi un deficiente: “perché sò bbone”. Nella mia ingenuità (finirà presto) mi immaginai che l’apprezzamento riguardasse le qualità morali di quelle fanciulle. Poco dopo nella mensa i balilla grandi, imbeccati dal vicino di sfilata, ridacchiano e dicono: “pidocchio sveja, le femmine sò bbone, lo voi capì o no?”. Almeno per quella volta privilegiai ancora l’ipotesi morale, pur se cominciavo a rendermi conto ci fossero cose a me sconosciute.  Il secondo episodio è che un giorno ad alcuni di noi infanti seduti a cerchio un balilla grandissimo (moschettiere), col fare segreto di un iniziato ci descrive, con contorni fantasiosi e spunti da sexy - horror quello che i nostri padri dovrebbero aver combinato alle nostre madri per far nascere noi pidocchi. Alla nostra età non credo sia un problema che un bambino se lo ponga, oltretutto l’immaturità era abissale. Viste così le perplessità di tutti il moschettiere, felice della sua superiorità, ci ripete tutto aggravando la descrizione e lasciandoci esterrefatti.  Poi, con fare misterioso, ci anticipa che il nostro birilletto, al momento usato per la pipì, servirà presto per le femmine! (per le femmine? boh! chi ci capisce è bravo) e ci verrà come quello del Duce che come è noto ce l’ha gagliardo con due balle così (pollici e indici  aperti).  A parte gli incubi nel figurarmi il mio pisellino trasformarsi in qualcosa di misterioso ho odiato per più tempo mio padre (verissimo) per le presunte violenze su mia madre, escludendo in assoluto che lei possa essere stata acquiescente alle sue turpi voglie! In seguito saprò che questo intervento verso noi piccoli, oltretutto ripetuto, faceva parte di un embrione di educazione sessuale che l’Opera Balilla consigliava di avviare usando però discrezione e tatto, qualità ignorate dagli incompetenti istruttori (buon sistema per sminuire le donne e formare futuri gay). Ignoro cosa avvenisse per le Piccole Italiane, penso più o meno la stessa cosa. . Ah Duce! che fatica essere come volevi! Eppure questi impatti avviarono una maturazione per il bene di noi e del Paese.
Inno figli della Lupa (anonimo)
Siamo i Figli della Lupa
dell'Italia il primo fiore
e donato abbiamo il cuore
al suo grande Condottier. 

      Noi di Roma siam Balilla
e del Duce il primo affetto.
Il Suo nome abbiamo in petto
e l'Italia nei pensier.  m

Ritornello:
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose
cantiamo inquadrati da veri soldati
L'Italia e il suo Duce vogliamo servir:|

La divisa che portiamo
sempre avrà la nostra Fede.
e se il Duce ce la diede
le faremo sempre onor.

…. Suonate campane … 

Consideratio - Dati statistici
Ho seguito in TV le conclusioni della ricerca sul popolo italiano svolta dal nostro Istituto Centrale di Statistica e Enti collegati. Ne è venuto un quadro impressionante. Siamo in maggioranza razzisti e intolleranti verso qualsiasi forma di integrazione si possa tentare, siamo fra i meno istruiti d'Europa sia per i livelli di maturità, sia per quelli universitari. Non ci si sposa più, un figlio, quando capita, dopo i 30 anni, sfiducia nella politica in generale e nei politici in particolare, propensione a non votare più e preferenza per una democrazia diretta, livello economico medio-basso, vita monopolizzata dall'elettronica, assenza di qualsiasi forma di etica e spiritualità. E su tutto e tutti è imperante una negatività di intenti, esistenza, rapporti da impallidire. Ovvia la presenza di eccezioni, di frange opposte, di nicchie forse semi arcaiche dissidenti, ma quello che resta, sfrondato pure da ogni atto contestativo, è l'imperante negatività che, se non varia, condurrà a un mondo al nero dei neri, a una strada che potrebbe condurre alla dittatura dell'Uomo della salvezza, della Patria, di Dio, con quel che poi ne possa conseguire.
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5 comments:

Roberto said...

Ciao Francesco, Maristella, Ariel e tutti, buon inizio di settimana. Francesco, nella tua 'Consideratio' di oggi e nel commento ai dati Istat sul popolo italiano hai colto in pieno la pericolosità della situazione: gli Italiani sono incattiviti, spaventati e disperati (un cane che si morde la coda...) perché davanti a loro hanno da tempo una classe dirigente e una classe politica corrotte, incapaci, litigiose e colluse con la criminalità organizzata, che per interessi personali o di partito stanno mandando in barca il Paese. Una situazione piuttosto simile a quella pre-Marcia su Roma, in cui la fallimentare democrazia liberale per la sua debolezza riuscì a ridurre il Paese sul baratro del caos tanto da aprire inevitabilmente le porte a un regime come quello fascista. Confermando che dalla Storia non si impara niente, eccoci qui ancora una volta nelle stesse situazioni, e l'ipotesi che alla fine il cosiddetto 'Uomo della Provvidenza' si affacci di nuovo non è poi così peregrina. E se questo effettivamente accadesse, con tutte le conseguenze negative che potrebbero seguire, non si vadano a cercare le responsabilità altrove...

Francesco said...

Buongiorno Roberto e tutti. Abbiamo ragione entrambi. Il popolo italiano oggi è sconcertato, sfiduciato, miscredente in tutto di laico e religioso, è amareggiato, non vede vie d'uscita da una impossibile condizione esistenziale non solamente debitoria, pur se quel'ultima farebbe infartuare pure chi con due - tre cuori di riserva. In conclusione, se ne avveda o meno, è disperato, con una visione passata, presente e futura basata su una ormai consolidata negatività. Dispiace a me dire ciò, che di carattere sono essenzialmente non negativo (evito dire positivo) ma francamente ignoro come possa risolversi nel breve la nostra situazione salvo una terribile raffica di lacrime, sudore e sangue, come diceva Churchill, alla quale siamo in toto impreparati. C'è poi sempre una scappatoia populista, o comunistica alla Stalin, o alla Mao, evitiamo Pol Pot, cioè azzerare TUTTO PER TUTTI, proprietà immobiliare compresa, e ricominciare da capo. Ma chi lo fa? L'Europa litigiosa, divisa, opportunista? Un ONU alquanto similare? non ci credo. A questi livelli e chi è mai l'Italia? ci comprerebbero a quattro soldi in un baleno. Ciao

Francesco said...

rugiada said...

Buongiorno Francesco. Roberto. Ariel. Buona settimana a tutti.
Hanno fatto un quadro catastrofico del popolo italiano. Ma purtroppo veritiero.
Avrei votato anche io per la repubblica, non vedo l'utilita' di un re per una nazione.
Buona giornata a tutti.

Francesco said...

Buonasera Maristella. Si,sono rimasto scioccato anche io dai dati trasmessi che ovviamente erano molti di più. Ho riportato solo i principali. Il panorama è scuro e se lo dico io che sono stato sempre un non negativo il problema è serio. Per Monarchia o Repubblica io non votai, non avevo ancora ventuno anni come allora richiesto per la maggiore età. Ovvio che, pur con mille perplessità, avrei votato Repubblica. La soluzione che ci piaceva era quella di De Dasperi. Non si può decidere un problema così importante a meno di un anno della fine della guerra 1945. Senza nulla variare poteva spostarsi il voto di qualche anno, a esempio cinque anni, e votare senza l'incubo delle falci e martello sopra la testa.