Sunday, December 2, 2018

n. 58 NS (Nuova Serie) Lunedì 3 dicembre 2018 - S. Francesco Saverio - Pensiamo positivo -

N° 58 NS (Nuova Serie) Lunedì 3 dicembre. Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, n° giornaliero 2714 (11 anni di attività), è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio.

1964: Il Professor Barnard esegue il prino trapianto di cuore

Detto francescano: L'interesse uccide l'amicizia - l'esperienza vince la furbizia

Italo Tavolato: Il giornalista viene pagato non tanto per ciò che scrive, quanto per quello che non scrive

Recordatio - Diari 1944 - 1945
.......... Crollano infine i fronti europei orientali e occidentali. La Germania cade in un finale da Nibelunghi. Berlino è occupata dai russi, Hitler si uccide, almeno si dice. L’ammiraglio Doenitz, nuovo cancelliere, chiede la resa e la guerra finisce. Poco dopo, metà di Agosto, terminerà col Giappone. Negli ultimi giorni gli americani sganceranno due bombe di nuovo tipo, nucleari e idrogeno su Hiroshima e Nagasaki, distruggendole e uccidendo centinaia di migliaia di civili, contaminandone ben di più con la peste atomica. Essi, a giustificare il gesto, diranno di avere così agito per abbreviare il conflitto.   In realtà sappiamo bene che hanno voluto sperimentare su un paese in ginocchio e su altra razza gli ordigni che anche scienziati italiani hanno contribuito a realizzare (e i tedeschi stavano preparando). Che l’America non debba pentirsi del crimine, un domani c’è sempre. Per noi italiani, oltre la fiducia del poterci risollevare, c’è un senso di relativa soddisfazione nel trovarci sotto gli USA tolleranti e generosi in aiuti (ciò a valere anche per i rossi ma non lo ammetteranno mai). Ci poteva accadere ben peggio se fossimo finiti nell’orbita sovietica. La situazione interna dell’Italia diviene nel frattempo confusa. Formazioni politiche vecchie e nuove nascono, spariscono, rinascono. Le parole sono tante e i fatti pochi. Il ricambio è altissimo. Anche giornali e riviste sorgono di continuo ma, salvo per le maggiori, hanno vita breve. Nasce un movimento populista, L’Uomo Qualunque, di Amedeo Giannini, destinato anch’esso a finire presto. La monarchia c’è sempre ma non è sentita e il referendum sul suo futuro è prossimo. Non manca chi parteggia per il re, specie il ceto medio, donne, clero e soprattutto la gente del sud. De Gasperi è equidistante fra monarchia e repubblica (la D.C. finirà per schierarsi, sia pure con riluttanza, a favore della repubblica). In un raduno di democristiani alla basilica di Massenzio ove sono anch’io, egli dichiara: “Ci vuole prudenza, chi può garantire che una nuova repubblica sia anche democratica?”... Le sinistre, appena uscite dalla tregua istituzionale, hanno fatto della questione monarchia - repubblica il loro cavallo di battaglia e c'è il rischio che assecondando la fine della monarchia si finisca per facilitare l’instaurazione comunista.  Il problema si definirà nel 1946, ne parlerò. Incontro degli amici reduci dalla Repubblica Sociale. Alcuni sono finiti in campo di concentramento, parecchi purtroppo non sono più tornati. Essi mi considerano alquanto fortunato per essere stato “lasciato” dalla Wermacht a Roma, pur se mi contestano che, volendo, avrei avuto modo di trasferirmi al nord. Preciso che ciò non fu possibile poiché nel periodo dell’uscita da Roma dell’esercito germanico e l’entrata degli americani, io e altri, fummo incaricati di presidiare lo stabilimento di lavoro per evitare possibili danni da parte di genieri tedeschi o da assalti di malintenzionati nostrani. Poi, evidentemente, la ruota del destino aveva deciso così. Gli faccio presente inoltre che un paio di volte feci un tour al nord, con conflitto in corso, per degli incarichi particolari dei neri nostri e dei neri preti. Loro sono sfiduciati, pur se fieri di aver tenuto alto l’onore dell’Italia sociale e repubblicana, oltre ad aiutare l’ultimo Duce (di ciò sono fiero anch’io per quanto svolto). Ho, però, l’impressione che non si siano resi conto di ciò che era il blocco a noi avverso. Insisto a dirgli che si può non rinnegare niente del passato, ma si debba pur essere pragmatici e guardare al presente e al futuro. Essi sono rimasti alle possibilità che avremmo avuto di vincere se non ci fossero stati i tradimenti, veri o presunti, se fossero state utilizzate le armi segrete tedesche e nostre, se la Spagna avesse occupato Gibilterra, se Rommel avesse occupato il canale di Suez, se avessimo preso Malta, e tanti altri se che non avrebbero modificato nulla D’altronde non hanno visto l’ingresso in città della quinta armata di Clark, simile al Tevere in piena (con forze oltretutto ben inferiori a quelle sbarcate in Francia). Non è facile fargli comprendere che, a parte lo scontro e la giustezza delle idee e sistemi politici, era impossibile vincere la guerra per pura logica di denaro, mezzi, uomini, armi, tanto abbondanti per gli alleati, quanto carenti per noi. Gli ricordo che un popolo se decide di fare una guerra (fermo sia meglio non farla) non ha bisogno tanto di eroi, quanto di cannoni, aerei, navi, carri armati, ciò che a noi difettava quasi del tutto. E non ho considerato, oltre la superiorità inimmaginabile delle forze alleate, quelle sovietiche, per le quali un amico alpino della  Julia, medaglia d'argento, mi fece descrizioni tali da far capire l’immensità delle loro formazioni e armamenti. Che poi la vittoria alleata sia stata un bene o non lo dirà il tempo, la storia (io ne ho un pensiero affatto positivo) . ..... segue

Probabiliter - "forse fortuna o protezione?" nuovo scritto
Ho appena detto del colpo al cuore che mi prese quando a Anzio sparì, per poi tornare, la valigetta carica di dollari dei preti. Avevo meno di venti anni e rischiai di rimanere stecchito per mano di natura o per mano mia. Non fu però l'unico, né altre volte il periglio mancò a colpire duro. Rammento quattro colpi al cuore, diciamo i principali.
---------- Primi 80 si inabissa a Ustica il DC9 Itavia con più di 80 passeggeri a bordo. L'assicuratore del velivolo "corpo", non dei passeggeri, ero io. Alla notizia, oltretutto anticipatami, mi prese un colpo simile a Anzio (sapete quanto costa un DC9?). A peggiorare le cose, col colpo ancora non passato, c'è che L'Itavia fallì e io di aerei Douglas ne assicuravo tre, con quel che ne sarebbe venuto (per fortuna si intervenne sui contratti leasing in atto nonché fu riconosciuto il rischio politico e applicato il segreto di Stato. Così il sinistro in quasi quaranta anni non ebbe più seguito e da pochi mesi, tramite la Cassazione esso si annullò, ma il colpo al cuore d'inizio rimase a peggiorare il mio stato). 
---------- Milano, anni 70, è crisi dura petrolifera, da un giorno all'altro, senza preavviso alcuno, incastrando di brutto banche, finanziarie, Enti Pubblici e privati, fallisce la FAEMA Caffè Spa, allora la più importante entità nazionale del settore.  Fra i tanti colpiti, oltre come sempre il mio cuore, c'ero anch'io che la assicuravo per una cifra enorme, mezzo miliardo di allora con la Dogana di Trieste. Che dire? che fare? il sinistro fu regolato dopo controlli e revisioni che lo ridussero alquanto, ma restò il cardiopalma a fare capriole nel torace.
---------- Primi 80, provincia di Trento, una grande fabbrica di Linoleum, forse la maggiore nazionale, bilanci enormi e certificati, fiducia massima, chiude dalla mattina alla sera, parrebbe per conti falsati fraudolentemente, complice anche  un'enorme partita di Linoleum per i grandi terremoti del periodo che venne contestata e non pagata, facendo traboccare la goccia dal vaso. E io assicuravo a primo rischio l'acquisto di una nuova linea di produzione in corso di montaggio e collaudo per un importo da capogiro. Che dire? Il sinistro fu pagato dopo parecchi ritocchi e verifiche, ma non si potè far nulla  per il mio muscolo cardiaco che fu un miracolo se quella mattina non si bloccò del tutto al notare le prime pagine dei quotidiani sul default nato nella notte infausta.
---------- Anni settanta, sono sul Concorde Catania Roma. Dopo il passaggio sill'Etna, in mare aperto, ecco un enorme colpo dal motore destro, come una bomba, un missile. Sbandamento immediato e entrata subitanea in vite col miol cuore in gola. Ho un flash di un attimo per pensare: E' finita, è un'altra Ustica, il destino che l'ha con me, chiudi gli occhi e accettalo. Poi non era bomba o missile ma il motore destro che per ragioni ignote, almeno a noi, era scoppiato di brutto, con colpi ripetuti, perdendo vistosamente carburante, con pericolo concreto di incendio. Alcuni  minuti di assestamento, spegnimento del jet destro, e con un solo motore eccoci planare fino alla terra ferma e alla pista d'atterraggio di salvezza.
Anni successivi, ospedale di Varese, il primario cardiologo Professor Repetto mi visita e dice queste testualmente: Signor Mancini, di anni ne avrà pure, ma ha il corpo di un quarantenne e il cuore di un pluriottantenne, lo segua e lo curi bene, ho il dovere di allertarla, si prenda due - tre anni di aspettativa e si riposi, distragga (ecco il pensionamento per motivi cardio, dopo quaranta anni di impegno profuso con coscienza e abnegazione). Ci credo che avevo il cuore di un ottuagenario e più, con i colpi presi per il mio lavoro non da mezze maniche, pur da me cercato e gradito, dissentendo dai  genitori prima, moglie e altri poi, i quali avrebbero preferito che non avessi rinunciato a un impiego statale di cui a ventanni vinsi il concorso.
E non ho accennato ai casi minori, da non sottovalutare affatto: pesanti sassate e spari nel sessantotto - settanta milanese, rischi in patria e fuori, specie Jugoslavia titina, aggiungo un incidente al collo che si prese  la mia voce d'origine, un incidente d'atterraggio con un Foker che si scassò un bel pò, il furto dei risparmi di nozze, del trasferimento a Milano, della roulotte-auto e altro ancora.
Si dirà: Allora sei uno sfigato, tutto a te doveva accadere? Scherziamo? Parlo anzitutto di una intera vita di lavoro e famiglia, aggiungendo che pur trascorsa (mannaggia!) è stata un'esistenza positiva, appagante, produttiva, con nettissima superiorità di rendimento sia riguardo i miei incarichi palesi o meno, sia di quanto condotto in famiglia. Quelle di cui ho detto sono soltanto le avversità occultate in angoli bui ma non assenti, che devono prevedersi come possibili e pronte a manifestarsi. Vogliamo che tutto fili sempre come l'olio passivamente e senza problemi? Magari! Questo mondo nel reale non esiste, forse solo nelle occupazioni pubbliche, parapubbliche o nei carrozzoni anche privati gonfi di anonimato (mai mi pentii delle mie scelte). 

Consideratio Ritorna il passato
Non pensavo possibile eppure è avvenuto. Mio figlio mi prende con la mia  sedia mobile e oplà, giù in ascensore, poltrona che scende e mi evita dodici scalini impossibili, taxi in attesa e via, meta la basilica di San Pietro che rivedrò con sommo piacere, ove manco da cinque-sei anni, allorché la visitai un giorno assieme alla Basilica di Santa Maria Maggiore, ove mi si consentì la visita alla cripta Borghese, di fronte al sacello del principe Junio-Valerio, che nella mia gioventù fu uomo di rispetto e ammirazione, tale al Duce che aveva giustificato il mio nascere e gioventù. Il taxi ci lascia in prossimità della piazza e Alberto mi spinge sotto il colonnato che sempre mi ha colpito per l'imponenza delle sue colonne a capitelli dorici. Passiamo i varchi senza difficoltà mentre una fila molto lunga di visitatori è in attesa di poterlo fare. Entriamo dall'ingresso laterale che ricordo grande severo, vetusto. Oggi è trasformato in un grande corridoio illuminato a giorno. con postazioni d'assistenza, di gadget e pubblicazioni sulla basilica. Un ampio ascensore ci prende e oplà! al piano basilicale d'ingresso. Ecco l'immemsa facciata del Maderno, la Porta Santa. la Porta di Manzù donata al Papa, altra Porta già della basilica costantiniana. Entriamo e la solennità del luogo mi ingloba come fosse una prima volta. Impossibile soffermarmi sulle singole meraviglie, solo un cenno alla Pietà di Michelangelo che rivedo come opera viva di marmo candido creata per noi e e ancor più per il  cielo, seguo col tabernacolo del Bernini, la Cappella di S. Sebastiano, la statua bronzea di un San Pietro ieratico che pare dirmi: "chi si rivede! ce l'hai messa a tornare!".  Poi l'altare papale con le colonne stupende da urlo per la loro bellezza e orride se penso che vennero fuse col bronzo coprente il tetto del Pantheon. Riecco la inimmaginabile Cappella Palatina, sottostante la quale sono presenti rimembranze basilicali  dei tempi cotantiniani che ebbi modo e privilegio di visitare. Altre cento opere d'attorno hanno ravvivato la mia mente fra le quali, nella sua limitatezza  modestia, il confessionale ove un penitente può trovarsi vis a vis col Papa in persona. Altro ascensore ci conduce sui terrazzi sovrastanti la basilica ove, alla maestosità della Cupola basilicale, alta ben 135 metri  si affiancano le due minori del Vignola. La vista spazia su una Roma sottostante papale e laica al tempo stesso, con l'obelisco egizio già nel Circo di Nerone che svetta nel cielo, più l'albero natalizio offerto dai friulani appena innalzato e l'area circondata da teli ove più artisti stanno preparando un presepe di sabbia. Giro lo sguardo e  ecco il passetto di borgo, Castel Sant'Angelo, la via della Conciliazione fatta dal Duce, il Tevere immaginato, le alture del Gianicolo, l'immensa sala Nervi sottostante per i maxi incontri Papali, ove io e mia moglie avemmo modo di stringere la mano e scambiare qualche parola col Papa polacco. Ma il tempo vola e con rammarico ci accingiamo all'uscita. Breve stop di fronte obelisco, albero e presepe in allestimento e via, al taxi che ci riporterà a casa. Che dire della indubbia fatica sopportata stoicamente da un figlio d'eccezione per un padre rompiscatole e nostalgico di visioni passate? Non ci sono parole, solo ringraziare lui e la provvidenza che me lo ha messo a disposizione. Con l'occasione, dopo anni di dolorosa scelta di smettere, ho ripreso a fotografare qualcosa della basilica e piano superiore, con l'attenta assistenza di quel fenomeno di fotografo che è mio figlio. E non è poco anche questo a riempirmi in questo Sabato da favola.

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4 comments:

Roberto said...

Ciao Francesco, Maristella, Ariel e tutti, buon inizio di settimana. Francesco, mi hai commosso con la 'Consideratio' imperniata sulla visita tua e di Alberto in Vaticano: dalle tue parole traspare prorompente la gioia provata nel voltare lo sguardo da una meraviglia all'altra, una sensazione che spesso si trascura quando si ha piena indipendenza e autonomia, e che invece si amplia a dismisura, fin nel profondo dell'anima, quando il destino o le leggi della natura ci limitano questa facoltà. Sì, deve essere stato un sabato davvero meraviglioso, Francesco, reso tale - e non da ultimo - dalla presenza di un figlio come Alberto al tuo fianco. Tutto davvero bello, sono felice per te...

rugiada said...

Buongiorno Francesco. Roberto. Ariel, buona settimana a tutti!
Che dire nonostante tutti gli imprevisti a te successi il cuore ha retto. Anche uno sano a tutto dire avrebbe cessato di battere solo con una minima parte di quello che hai vissuto. Buona giornata a voi tutti.

Francesco said...

Cio Maristella. I quattro colpi al cuore di cui ho parlato, concentrati poi anni 60 - 70 primi 8o, avrebbero abbattuto un bue o un bisonte. Per fortuna però il cuore fu superiore alle asettative e non collassò, assistendomi bene o male fino ai mei novanta e, spero, mi faccia giungere anche oltre di un decennio almeno, perché no? ciao

Francesco said...

Ciao Roberto, come sai sono quasi quattro nni che sono recluso in casa, salvo sporadicissime uscite assistite. Ma quella di Sabato scorso è stata per me una felice sorpresa che mi ha riportato materialmente indietro nel tempo. Cosa aggiungere a quanto scritto? Solo che ho la fortuna di vere un figlio encomiabile, e due figie altretanto, ringraziando la provvidenza che esista questa felice situazione, con molte, molte luci e magari qualche modesta ombra. Perché escludedrla? Ciao