Saturday, November 10, 2018

12 novembre 018 Lunedì - n° 2714 da avvio blog al 15/8/2018 più n° 38 NS (Nuova Serie) - SS Renato e Giosafat - pensiamo positivo -

Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, con n° giornaliero 2714 (11 anni circa di attività), esso è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio

Giorno dedicato aui caduti militari e civili in Missioni internazionali per la pace.
    
11 11 1918 Termina la prima guerra mondiale
12 11 2003 Strage a Nassyria (Iraq) con camion esplosivo di 19 carabinieri italiani
12 11 Uccisione di 13 aviatori italiani nel 1961 a kindu, Congo, fatti a pezzi e gettati nel fiume 
Detto di frati: Troppa confidenza - poca riverenza
Lalla Romano: Davanti chi muore la parola vivere suona oscena


Recordatio - Diari 1944 Fatti del periodo
Premessa questa panoramica, espongo ora vicende più specifiche:
- Pur se possa sembrare banale, per me non lo è, muore il mio gatto di malattia e stenti, nonostante le sue sette vite (si chiamava Ado, dal mitico Adone). Perdo un amico. Lo pongo in un fazzoletto di terra con qualche fiore sopra. Ciao Ado, dal giardino ove vivevi non mi salterai più sul petto nel buio notturno. Quante volte ho diviso con te i magri pasti o ti ho portato in casa, poiché avevano deciso tu vivessi nel cortile! E quante volte hai riempito i miei giorni! Ti ricorderò sempre e ho ritenuto dedicarti un capitoletto in questo libro. Se ove sei hai imparato a leggere dacci uno sguardo, ne sarei più che felice. Per te purtroppo nessuna foto, come altri amici
-  Ai primi di Gennaio, come accennato, io e altri chiediamo l’arruolamento nelle forze R.S.I. Alcuni, i più giovani, lo saranno nelle Fiamme Bianche, reparti per i quindici  -  sedicenni destinati a compiti secondari (numerose invece le assegnazioni operative).
-  Ci rechiamo alla caserma “M”, al Foro Mussolini, prendono nota, ci dicono di farci rivedere dopo alcuni giorni per essere trasferiti al nord, pare a Vicenza. Un ufficiale tedesco lì presente prospetta ai maggiori di noi l’opportunità di aderire a loro formazioni, adducendo la migliore organizzazione, la bontà delle armi, gli ideali comuni, migliori condizioni e competenze.
Confermiamo l’intendimento per la RSI, è questa che ha bisogno di noi, non i tedeschi che se la cavano bene da soli. Il comandante italiano precisa che non esiste problema per l’età, pur essendo noi minorenni. E’ sufficiente ci sia un benestare paterno (firmato di nostra mano). Loro chiuderanno un occhio, poi tutto si sistemerà. Molti genitori però non l’accetteranno. Decidiamo di compilare subito il modulo, apponendo la firma dei padri, mio compreso.
 - La zia ex Africa, che ora vive con noi, fedele al Duce, mi appoggia. Ai genitori e mio fratello non dico nulla, sarebbero contrarissimi e mi proibirebbero colpi di testa. Scrivo una lettera stucchevole a mia madre (affetto, amor di patria, altro, tale un condannato a morte) e la consegno alla zia la quale farà finta di trovarla rassettando la stanza. Giungo così alla vigilia della presentazione in caserma ma succede un imprevisto che mi lascia allibito. Ancora oggi mi chiedo come ciò sia accaduto, proprio in quel giorno, e quale Entità ci abbia e mi abbia protetto.
 -  Infatti, di primo mattino un amico che abita al piano di sotto (Marcello Lungarotti, ne faccio il nome, il quale morirà nell’alluvione del Polesine del 1952 mentre preparava un servizio per la R.A.I.) mi riferisce che quella mattina, poco prima delle cinque, un comando di militi è venuto ad arrestarmi. Mi sono salvato per miracolo, anzi salvati, perché in casa c’è mio fratello rientrato dalla Francia che ha ignorato la chiamata RSI. Noi abitiamo al quinto e ultimo piano, il mio amico è al quarto. I militi, dopo aver svegliato e interpellato il portiere, hanno bussato alla sua porta, certi di aver raggiunto l’ultimo livello, non trovando però la targa della mia famiglia. Egli ha risposto che vivevano lì da poco e non conoscere bene i componenti della scala. Alla domanda se di sopra fossero i lavatoi ha confermato di sì, dopodiché i militi si sono allontanati borbottando che avrebbero controllato meglio prima di tornare. Di certo hanno sbagliato il conteggio dei piani, complice seminterrato, mezzanino e l’oscuramento in atto, interrotto dalla luce scarsa della loro lampada tascabile.  
-  Non capisco perché mi abbiano cercato. Interpello il comando ove mi sarei dovuto presentare ma non ne sanno nulla e m’invitano a chiarire la posizione. Per me la partenza è sospesa. Si presentano gli altri amici, salvo uno che incontrerò presto. Decido allora di attendere sotto casa il mattino seguente i militi del giorno prima. Dico ai miei che avrei fatto la fila per acquistare un litro di latte in distribuzione straordinaria (c’era effettivamente). Dopo una notte insonne mi sveglio prima delle quattro ed esco in silenzio. Ho previsto bene, giunge una motocarrozzetta con due soldati, uno alla guida e l’altro nel sidecar. Noto che, benché siano vestiti aimili l’altro è tedesco. Mi presento, chiedo se cercassero me.

Probabiliter   Furti, ladri, veri danni 
Ho acquistato da poco casa e già mi devo trasferire in Lombardia. Vivo un anno in hotel a Varese, incontro di nuovo il Comandante Carlo a Milano e infine convinco i miei a seguirmi nella nuova residenza. Il trasportatore col carico è partito, è il nostro ultimo giorno romano. Mia moglie sistema dei capi di vestiario, i migliori, oggetti particolari e personali suoi e nostri, tante cose più delicate e di valore, in tre valige e qualche pacco che porteremo con noi in auto. Usciamo per salutare i miei, i suoceri e … quando rientriamo, troviamo che ci hanno rubato tutto, non c’è più nulla. Non dico l’angoscia, commissariato, denuncia, elenco cose rubate. Partiamo ugualmente senza più pastrani e vestiti da cambio (era Gennaio), vari libri di scuola, oggetti di pregio, senza il cofanetto con le gioie di mia moglie, qualcosa di mio, e i ricordi dei figli per ricorrenze, battesimi, comunioni, cresime (giurai di non comperare più oggetti d’oro e in parte lo mantenei). Avevo perso l’Olivetti e due calcolatrici ridotte, acquistate poco prima. L’assicurazione della mia società pagò accettabilmente il danno pur se non coprì angosce e affetti. E qui entro nel dettaglio. Fra le personali c’era una valigetta che tenevo sempre con me. Conteneva diplomi e medaglie di scuola, brevetti e attestati dell’Opera Balilla e Gioventù del Littorio, un paio di targhe, medaglie, i distintivi e medaglioni del cappello, spalline, fazzoletto azzurro balilla, la vetusta camicetta nera in una busta di plastica, coi  gradi di caposquadra, il fiocco del fez, tutte le mie foto di balilla, le tessere GIL e altro (qualcosa più impegnativa, anche di tedeschi). Questa “paccottiglia”, di valore commerciale nullo (non considerata sia dal commissariato sia dall’assicurazione), sarà finita su qualche banco remind di Porta Portese ove svolsi e incaricai di fare qualche inutile ricognizione di controllo. Salvai per fortuna un documento importante, con le firme del Duce e del Re, una lettera autografa di Italo Balbo, Governatore della Libia, una foto del Duce proveniente dal suo archivio, una medaglia di sc ola del 34, due foto. Pochissime cose. Il furto di questo piccolo patrimonio storico, etico, mi pesò più della perdita dell’altro (guai dirlo a moglie e figli, sarebbe una tragedia!).  Mi sentii defraudato di una parte della mia anima. Caro ladro di un tempo, emerito figlio di puttana, certo non mi leggerai ma non sai il danno che hai fatto contro un tornaconto pressoché nullo. Però, anche tu ne venissi a conoscenza, non potresti mai capirlo nella tua gretta bestialità e ignoranza mentale, e a me non resta che compatirti, non giustificarti, chiunque tu possa essere. Qualcuno mi aiutò a passare la crisi (ci furono il mio Direttore, la sua consorte, miei amici, il Comandante Carlo a Milano, pochi o nulli gli appoggi dei parenti romani o acquisiti veneti. Mia suocera poi ci vide un indubbio castigo divino per avergli allontanato la figlia. Altrettanto purtroppo, ciò sarà per poco anche da moglie e figli che avevano preso alquanto male questo trasferimento al nord, considerandolo una imposizione. Comunque tutto passa (Panta Rei) e presto anche il furto entrerà nel mondo dei ricordi.

Consideratio
Oltre morte e distruzione il maltempo di questi giorni pazzi, violento, assassino sta generando e genererà danni incalcolabili pure in molti settori paralleli alla nostra quotidianità. Per ora mi riferisco al legname che in conseguenza dei milioni di alberi sradicati, da asportare, condizionare, immagazzinare, è anche crollato paurosamente di prezzo, al punto di colpire le economie tutte, specie dei paesi ove è più usato, apprezzato, lavorato. Al momento ne sono coinvolti  Italia, l'Austria, con coda dei paesi slavi, poi, non avendo i prezzi passaporto, l'onda ribassista giungerà nel resto dell'Europa. Ho seguito un servizio TV che dovrebbe aver fatto pensare coloro che l'abbiano seguito. Ci lamentiamo di tutto ma non rinunciamo ai 2 - 3  miliardi di auto che ogni mattino avviano il motore, non consideriamo i milioni di autotreni che inquinano, il riscaldamento edifici, i condizionatori presenti come le mosche, le fabbriche che se ne fregano di tutto e di tutti, le migliaia di aerei colossali che inquinerebbero anche il paradiso. Stiamo facendo il possibile  al che la natura si stufi di noi e stavolta è lei che potrebbe dichiararci guerra, e di spunti anticipatori ne sta dando parecchi, con noi a ignorare questi campanelli di allarme e illuderci magari di vincerla, in uno scontro il cui esito vedrebbe solo la nostra distruzione. 

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3 comments:

Roberto said...

Ciao Francesco, Maristella, Ariel e tutti, buon inizio di settimana a voi. Del furto della valigetta dei tuoi ricordi mi sono già espresso qualche giorno fa per quanto riguarda la non comprensione di familiari e amici nei confronti del vuoto che ciò ti causò: oggi mi voglio esprimere su chi ha causato quel lutto, perché così deve essere definito. I ladri non rubano solo valori: possono rubare ricordi, sogni passati, affetti, possono rubare parte della nostra vita, che nessuno ci restituirà più, e parlo anche io per esperienza. Si limitassero a rubare soldi e oro pazienza, sono cose che vanno e vengono, ma i ricordi... Mi sarebbe piaciuto aprire e scorrere con te il contenuto di quella valigetta, Francesco, sarebbe stato un degno corollario ai tuoi racconti...

rugiada said...

Buongiorno Francesco. Roberto. Ariel. Buona settimana a tutti.
Ado il gatto amico giusto che abbia avuto il posto nei tuoi racconti e ricordi.
Per quanto riguarda il ladro non ci sono parole per definirlo, appropriarsi delle cose altrui trovo sia spreggevole. buona giornata a tutti!

Francesco said...

buongiorno MaryStar, Robedrto, Ariel, tutti. Ho poco tempo per gente in casa, sarò breve. La morte del mio micio per fame, perché fame fu, mi lasciò molto male in quanto, al tempo, tanta gioventù era colpita da rachitismo, sviluppo insufficiente e soprattutto dalla tubercolosi, tanto che a Roma il Forlanini, il Ramazzini e altri ospedali creati appositamenrte, riuscivano con diffic0oltà a gestire la massa dei colpiti. Quanti ne morirono? certo un numero elevato. Delle foto di allora al mare di Ostia con amici di scuona e GIL. che conservo, mi meravigliano di quanto eravamo scarniti e malmessi in tutti i sensi. Circa il furto di tante cose particolari e personali e del mio borsone in pelle-valigetta, ove avevo deciso di concentrare la più parte dei ninnoli della gioventù e maturità, fu come subire un pugno basso, potente e feroce, come fossi su un ring e ne fui, e rimasi colpita amaramente vdedndo svanita mezza mia esistenza. Lo ammetto, la sparizione della valigetta mi procurò angoscia maggiore di tutto l'altro sparito.