Monday, November 5, 2018

06 novembre 2018 - Martedì - n. 33 NS (Nuova serie) - S. Leonardo - pensiamo positivo

Il Blog è rinato con una nuova serie, in quanto il 10 agosto 2018, con n° giornaliero 2714 (11 anni circa di attività), esso è stato azzerato da una infame azione di hackeraggio

Recordatio Diario 1943, semestere horribilis ....
.... -  Rientrano mia madre dall’Umbria e mio fratello militare dalla Francia, vestito con giacca stretta e calzoni sopra le caviglie. Durante il ritorno incontra anche un prete che è invece un soldato sbandato e lui non lo sa. Si è da poco trasferita a vivere con noi la zia che era in Eritrea, rimpatriata dagli inglesi e dalla Croce Rossa. Dormiamo in tre in una stanza, mio fratello, io, e la zia sistemata in una specie di box. Che problema di promiscuità, difficoltà! Speriamo solo che la situazione non si prolunghi troppo. 
-  La flotta, in base alle condizioni di armistizio, si trasferisce a Malta, non senza resistenze e dubbi da parte di molti equipaggi. L’ammiraglia, la corazzata Roma, è affondata da un aereo tedesco che utilizza una bomba radioguidata (una delle armi segrete che il fato ha voluto funzionasse contro di noi). Anche i reparti aerei si trasferiscono al sud. Non tutte le navi e aerei obbediscono e finiranno in mani tedesche o entreranno a far parte delle forze della RSI.
  -  Poi altro colpo per tutti. Trascorsi pochi giorni l’Italia del Sud dichiara guerra alla Germania (e al Giappone). Il motivo è che i tedeschi non si ritirino. Badoglio ben sapeva che ciò sarebbe avvenuto, ma l’averlo voluto ignorare ha creato situazioni difficili per molti reparti.
-  Mussolini, internato in un albergo sul Gran Sasso, è liberato dai paracadutisti del generale Student con un difficile sbarco di alianti sui pianori circostanti, e portato con una “Cicogna” in un aeroporto presso Roma, ove un aereo della LuftWaffe lo condurrà in Germania. Lo sento alla radio invitarci alla calma. Non ne riconosco la voce, la conosco bene. E’ lui a parlare?
-  Bombardamento del quartiere Casilino - Centocelle ove è la sede ferroviaria in cui lavora mio padre. Le officine sono colpite con numerosi morti e feriti fra gli operai che non hanno avuto il tempo di raggiungere i rifugi. Vedo rientrare mio padre, con altri del palazzo.Alte grida si levano da mogli, madri, figli di chi è stato ucciso e non tornerà.  

Probabiliter Il fare da Prete ("forse, chissà, sembravo un prete)
Dire che una persona abbia un “fare da Prete”, non è indice di apprezzamento. Il soggetto è considerato di norma di scarsa responsabilità, incertezza decisionale. Eppure mi trovai anch’io a esserlo considerato. Ho diciotto anni. I tedeschi ora si trovano fuori Roma; sono arrivati quei padreterni degli americani ed io, che prestavo servizio nella sussistenza germanica, sono stato lasciato libero e rimasto nello stabilimento come operaio. Il complesso è tornato nella disponibilità Vaticana, che ha confermato e incrementato il suo staff. La mia vecchia posizione Wermacht viene tollerata dalla commissione interna, ovviamente comunista, in riconoscimento di favori fatti al personale, oltre per la mia discreta cultura, nulla di speciale per oggi ma ben superiore a quella dei grezzi operai d’allora, in virtù della quale mi si chiedono collaborazioni sindacali e amministrative che non posso rifiutare, salvo il subire una guerra personale e l’allontanamento dal lavoro che mi tengo stretto. E’ evidente che essi sperino di acquisirmi nel loro gruppo. Ed ecco che un grosso camion  della Società, ancora coi colori vaticani sulla carrozzeria e teloni, deve recarsi in Abruzzo, zona di Montegranaro, a caricare un pieno di frumento. Oltre i due autisti e un uomo di fatica ci sarò anch’io a dare aiuti vari, olltre interessarmi di carte, ritiro e consegna. La Guerra è passata da poco e il fronte non è lontano. Strade difficoltose, rovinate e rabberciate. Passiamo Sulmona, proseguiamo sotto l’Aquila, poi Pescara e via, verso Lanciano. Caricheremo così il grano previsto e, dopo due giorni saremo di nuovo a Roma, con le notti passate a dormire sul camion. Di alberghi o locande neppure l’ombra. Al ritorno c'è la scorta di due militari per il pericolo d’un assalto della popolazione bisognosa. Ebbene, alla  partenza passiamo per un sobborgo ove la guerra è passata da poco, quattro case con infissi rotti o mancanti.. C’è la novità però di qualche ritorno appena verificatosi. Vediamo infatti alcune donne che in mezzo la strada fanno ampi gesti per fermarci. Pur se vorremmo proseguire non possiamo investirle. Allora queste ci gridano qualcosa. Non capiamo nulla sia per un parlare urlato, sia perché il dialetto abruzzese stretto non era facile a comprendere. Imponiamo un po’ d’ordine e diamo la parola alla più anziana. Così con gesti e idioma da cartaginesi riusciamo a capire che nel casolare c’è una donna che non riesce a partorire e che, per loro, potrebbe pure morire. Siamo o non siamo vaticani? del Papa? dei preti? E allora andiamo a vedere. In una stanza pianoterra, poverissima, giace una donna che dovrebbe essere giovane, ma segnata dagli stenti, miseria, ignoranza. Potrebbe essere ventenne o quarantenne, anche se si vede che gli anni sono pochi. Si lamenta è pallidissima, è già a gambe divaricate. Di quelle che la circondano solo una giovane l’assiste veramente. Le altre collaborano poco, recitano soprattutto preghiere alla Madonna, a Sant’Anna, Sant’Elisabetta. Ogni tanto urlano “Madonna grazia!”. La assistente dice di non essere nuova ai parti ma in questo ci sono difficoltà. La partoriente ha perso le acque da parecchio ma il figlio, o figlia, non vuole venir fuori. Uno dei nostri è stato in sanità militare e qualcosa la conosce. Di casi simili ce ne furono negli ospedali militari e loro, a volte, aiutarono a far nascere sia bambini, sia cavallini e vitelli. Egli da’ un’occhiata e dice che il momento verrà presto e prende in mano la situazione. Di uomini non c’è ombra. Per la partoriente prevedevano l’evento nei giorni successivi ma lo strapazzo lo ha anticipato. Così ci laviamo le mani, indossiasmo dei grembiali, ravviviamo un fuoco, un caldaio d’acqua , un bagnapiede, tele varie. Nessun medicinale o disinfettante .  Qualcosa la prendiamo dalla cassetta sanitaria del camion. Frattanto la puerpera lancia grida elevate. L’autista e la ragazza si postano fra le gambe e la incitano a spingere, a spingere sempre più, cercando di facilitare l’operazione con massaggi a scendere sul pancione, non so quanto efficaci o maldestri. L’altro autista e l’operaio si danno da fare fra acqua e fuoco e io asciugo il viso della donna. Non mi dilungo, altre grida, invocazioni, incitamenti e pian piano qualcosa si intravede. Allora tutti a gridare: …”dai Elena! viene! uno sforzo! … E il bambino, perché di maschio si trattava, fuoriesce dallaiutato dalla giovane e dal nostro pseudo ostetrico,, tagliano il cordone ombelicale e lo annodano. Il neonato, dopo attimi, urla anche lui la contentezza o disperazione di essere al mondo. Viene lavato e avvolto in scialli caldi. Insomma sta bene. Non non lo è la mamma che ha perso sangue, ha delle lacerazioni, è pallida, sfinita. Siamo stati fermi un paio d’ore, forse di più. L’autista infermiere l'assicura che avvertiremo il medico del primo paese o i carabinieri, i quali arriveranno presto. La puerpera apre gli occhi e mi sussurra: …”grazie padre, Dio ve ne renderà merito. Non è stato però conveniente farmi vedere da lei nella mia nudità, mi sono vergognata, mi perdoni”. Gli altri mi guardano e anch’io comprendo. Loro sono in tuta, io ho un maglione scuro a collo alto che potrebbe farmi passare per un prete “casual”. I diciotto anni non contano, sembro più adulto, poi: …”padre, devo chiederle due cose…” (come dirgli che non sono un prete?)”. Hanno ammazzato mio marito e mio fratello; è vero che i tedeschi non ci sono? che sono arrivati gli inglesi? Ho paura di non farcela. Mi dia la benedizione e battezzi il bambino, il nome è Stefano, quello del padre che non ha più”… Ai compagni accenno di non sentirmi di fare ciò. Loro, con mille argomentazioni, mi spronano ad agire diverso. Allora per la benedizione rimedio dicendo: …”recitiamo una preghiera. Gli poggio il palmo sulla fronte e bisbiglio tre Ave e una invocazione all’Alta Regina che m’aveva insegnato mia mamma. Posso avere bleffato ma Elena la prese bene e poi pregare non è peccato. Lei insiste sul battesimo, per i pericoli in atto ed io, ormai coinvolto, tento di procrastinare dicendogli che gli avrei mandato un sacerdote perché è da lui che si fanno i battesimi, non da me, ma lei ha paura per il figlio (c’è la guerra, sa che i bambini non battezzati se muoiono vanno nel Limbo?). L’autista, che ha fatto la Russia, mi parla di battesimi d’emergenza e consiglia di assecondare in qualche modo la signora; allora dico: …”senta Elena, il figlio lo battezzo ma questo vale per lassù, non per noi. Lei deve ripeterlo col parroco nella sua chiesa ove lo registreranno , cosa che io non posso fare”…  La donna è felice, così coi due autisti come testimoni, verso una scodella d’acqua sul capo del bambino dicendo ad alta voce, ben udibile dalla mamma: …”Stefano, io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, sii un buon cristiano, vai per la tua via” … (qualcuno a me superiore mi avrà tollerato). Partiamo poco dopo, la partoriente, mi bacia la mano (non lo merito) e “Sia lodato Gesù Cristo”. Due giorni dopo ripassiamo e vediamo un paio di quelle che avevano da implorare madonne e Sante. Ci dicono che Elena sta meglio, l’hanno portata dalla madre, felice per la figlia e il nipote,  futura colonna della famiglia, che verrà ribattezzato dal parroco. Gli autisti, il facchino, e altri nello stabilimento mi prenderanno per i fondelli appellandomi “Reverendo”, invitandomi anche ad assolverli per dei turpi peccatacci, e così seguiteranno sia per l’operazione “Battesimo”, sia perché il presidente della Società, nipote del Papa, e il Direttore Generale, collegato al Vaticano pur se israelita, saputo l'evento, mi concessero fiducia e attenzione, nonché a volte mi facilitarono in qualcosa, infischiandosene delle mie idee al “nero”. Quindi nel tempo anch’io sembrai un “prete”, senza però le riserve di poca affidabilità. E ciò non mi creò problemi allora e in seguito. Si pensi che su consiglio di un amico eremita, torturato e quasi ammazzato dalla Gestapo, ho battezzato in anteprima i miei tre figli. A mo’ didattico e di tempi trogloditi preciso che ai tre battesimi in chiesa non poté partecipare la madre, cioè mia moglie. Alle puerpere era vietato entrare in chiesa per quaranta giorni in osservanza a regole ebraiche di purificazione (da che?) retaggio di tempi primordiali e genti diverse. Il Duce non lo scomodo, pur se l’accaduto era una conseguenza della guerra. Elena poi  una delle vittime della sua follia. 

Consideratio - abusivismo
   Nove persone affogate nel fango che ha invaso una casa abusiva costruita a poche decine di metri dal torrente assassino, con ordine di demolizione bloccato da un ricorso legale del proprietario-affittuario. Cose da galersa e preoccupazione. Mezzo sud è abusivo e dei fondi di Stato destinati alle demolizioni ne sono stati consumati pochissimi. Penso con preoccupazione al versante e prossimità del Vesuvio ove una miriade di costruzioni, purtroppo abitate, sono lì in attesa di aiuti in soldi e case sostitutive da pretendere al primo sternuto serio del vulcano. Penso alle distese di fabbricasti e villette costruite a poche decine di metri dal mare che presenterà anch'esso, quando sarà, il suo conto. Così per il sud, le isole, pesantemente non esclusi né centro - centro nord e nord. Già siamo messi a terra degli attacchi del tempo incavolato, che si è rotto le scatole di noi, per le opere regolari e benfatte, figuriamoci per quanto sia di pericoloso, abusivo. Eppure per l'abusivismo siamo stati tutti, chi più, chi meno, tolleranti e indulgenti.

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4 comments:

Technology Intelligence Agency said...



DIPARTIMENTO DI INTELLIGENZA TECNOLOGICA
▪TID▪
"Difficoltà in tecnologia resa facile"


TID è un'organizzazione segreta di Technology Intelligence che fornisce servizi di hacking in tutto il mondo. Siamo in servizio da più di 10 anni e se tu ci chiami su Google non troverai nulla su di noi, e questo perché rimaniamo descret.

Ecco alcuni servizi di hacking che forniamo:
✴Phone Hack / Phone Cloning
✴Social Media / Hack account email
Clear Liquidazione del debito con carta di credito / debito
✴ Eliminazione di file dal governo ✴Agencies / Schools / Hospitals / Private Organizations.
✴ Bit Coin Mining
✴ Attacchi in cino
E molto altro.

Affrontiamo qualsiasi tecnologia pertinente e abbiamo i migliori hacker nel forum degli hacker "HackerOne" sempre pronti a correre il rischio e fare un lavoro.

Ci contatti via e-mail senza telefonate o chat di social media, è il nostro modo di rimanere discreti.
Contatto:
tech.int.dpt@gmail.com

Francesco said...

Per Maristella e Roberto. Forse avrete inserito vs commenti ma io non posso leggerli, almeno fino adesso. Un messaggio di una società di hackeraggio malevolo mi ha scritto e monopolizzato i commenti. E' in arrivo mio figlio per controlli e forse entriamo in contatto con chi, verso di me, non dovrebbe avere la .... coscienza pulita. Vedremo

rugiada said...

Buongiorno Francesco. Roberto. Ariel e tutti!
Non avevo ancora letto il tuo post Francesco, ho voluto farlo in tutta tranquillita' e senza fretta. Penso che l'Altissimo abbia apprezzato il tuo fare nel momento del bisogno, hai dato conforto alla partoriente. Erano tempi strani e caotici un'aiuto credo fosse sempre benvenuto.
Leggo anche io di questa societa'di hacking non mi tenta per niente servirmi dei suoi servizi. Buona giornata a tutti!

Francesco said...

Ciao Maristella. L'annuncio della società di hacking, a ben leggerlo. è preoccupante e enigmatico nel senso affatto buono. Ben chiara l'ultima riga "abbiamo i migliori hacker sempre pronti a correre il rischio e fare un lavoro ....).
Per il post di oggi quel giorno in Abruzzo la vera colonna dell'aiuto alla partoriente fu l'autista ex infermiere dell'esercito, io ebbi una parte del tutto secondaria, e per i problemi successivi del nascituro cercai e cercammo di risolverlaùi nel migliore dei modi. Ho notato comunque che indossare un maglione scuro o nero a collo alto a volte ti fa passare da prete. Nella fiera di Roma di parecchi anni fa ero vestito così e nello stand ove acquistai un cosino per fare i pop corn, destinato alle famelicità delle mie nipoti, il venditore, nel lodare l'apparecchio, aggiunse " .... poi se per il suo oratorio dovessero servirgliene di più le concederei un ulteriore coonto del xxx". Insomma, mi aveva preso per un prete giovanile a livello di contatti con ragazzi-ragazze dell'oratorio di qualche parrocchia. Circa l'abusivismo mi sono dimenticato di aggiungere che anche mezza Sardegna, forse, potrebbe essere abusiva mentre le cronache 1943 presentano in maniera scarna le vicende che allora occorsero. Non dimenticherò mai le urla di strazio nel mio palazzo delle mogli i cui mariti, occupati nella stessa società ferroviaria ove era mio padre, quella sera non tornarono più a casa colpiti dal bombardamento aereo della mattina in cui una decina di loro andarono al creatore. Ciao e grazie