Thursday, October 25, 2018

Ottobre 26 2018 Venerdì. n° 2714 + 25 NS  (nuova serie). Pensiamo positivo. 

Recordatio  -  finis mix n°2 
In famiglia mio fratello è chiamato alle armi e inviato a Casale Monferrato, in artiglieria. Quasi lo invidio, vorrei partire anch’io per difendere la patria e inoltre, più prosaicamente, per avere da mangiare ben mezzo chilo di pane il giorno contro i miei duecento grammi! Si vede però che a lui non basta in quanto, su sua richiesta, gli spediamo qualche pacco con marmellata, formaggio in cassetta, un ciambellone, e qualche altra cosa. Si trova poco per tutti e non è facile provvedervi. Comunque ci arrangiamo e mandiamo ciò che possiamo. In seguito il suo reparto sarà inviato al fronte russo. Qualcuno però lo protegge ed egli, con pochi altri, saranno destinati alla Francia del sud, vicina all’Italia e Liguria. Sarà stato il Sant’Antonio padovano che non può fare uno sgarbo a mia madre, o il fato, o l’intervento del nostro vicino che ha a Milano un nipote pezzo grosso in polizia (quello dei panettoni Natalizi) al quale, su richiesta dei miei, pare abbia sollecitato un intervento particolare. Quanto a me l’entusiasmo per il Duce c’è sempre, sia pure meno vivo del passato. C’è comunque che giornali, radio, cine dicono che vinciamo in ogni dove, mentre le stiamo prendendo dure dappertutto. I dubbi sulla nostra potenza mi prendono. Rifiuto l’ipotesi che i nemici possano prevalere ma sempre più sovente mi balena l’idea che la guerra potremmo anche perderla, nonostante le illusioni, e allora? Fra i fatti minori notati non dimentico i trasferimenti notturni di reparti militari, transitanti sotto la nostra casa e con le strade al buio, diretti alla vicina stazione Tuscolana, ove inizieranno il lungo trasferimento verso il fronte africano o altro. La commozione ci prende giacché il loro passo leggero, come non vogliano disturbare, e un canto accennato, ci dice che stiano andando verso l’ignoto. Circa me è da considerare che mi sto avviando verso una giovinezza che dovrebbe essere vissuta e goduta mentre ciò è sostanzialmente negato, e sono obbligato a convivere, non so per quanto, con abissali difficoltà materiali, psicologiche, carenze di formazione e personalità. Le nubi si addensano. Siamo giunti al Luglio 1943 sopportando restrizioni, pericoli, allarmi. Anche se Roma è risparmiata da distruzioni (per poco, il 19 Luglio ci sarà il primo attacco da parte di mille aerei USA) il futuro si presenta fosco e non fa presagire nulla di buono. Che avverrà? Ho sentore di avvisaglie affatto positive pronte a manifestarsi.                                                                                                                                  
 Probabiliter
Lino, vero amico. "Forse" aveva ragione. (1 di 2)
Lino era un compagno di scuola, palazzo, balilla, parrocchia. Aveva più o meno pari età. Lo invidiavamo perché era il figlio del titolare di una ditta olearia, al tempo modesta, ove il padre trattava oli senza i tanti attributi odierni. Di olio d’oliva ne aveva di due tipi, uno migliore per benestanti, l’altro che compravano tutti. Quanto a quello di semi ce n’era una qualità e basta, accettato di pochi. Tutto era commercializzata sfuso e non nelle infinite bottiglie oggi presenti. Ciò comportava che per questa attività, in tempi di carestia, Lino disponesse sempre di colazioni robuste e .. ben condite. Conoscevo la famiglia, mamma, papà, una sorella e poi lui, Lino, diminutivo di uno dei tanti a cui poteva adattarsi. Egli in effetti si chiamava Natale, variato in Natalino e quindi con aferesi ecco il Lino. Il papà aveva rapporti con frantoi marchigiani, regione di sua provenienza, oltre con produttori e grossisti vari, così riforniva da loro il suo magazzino ove controllava le qualità, disponeva le  miscele e confezionava poche bottiglie di difficile smarcio. Ilresto era  in contenitori in lamiera che finivano nel negozio vino  -  olio, con gli acquirenti che portavano loro le bottiglie, riempite estraendo l’olio dai pozzetti con un’asta ove era fissata la misura di un litro, mezzo, un quarto, un decimo. Ho parlato di olio sia perché non è male conoscere le realtà degli anni 30-40, sia per per la mia attività futura in quanto, nel dopoguerra mi dedicai anche alla rappresentanza del loro olio, col papà di Lino il quale, pur anziano, mi restò sempre amico finché, in data non molto remota, se ne andò a trattare olive col Padreterno. Forse l’attività empirea si sarà dimostrata eccessiva, così qualche anno ancora e il papà chiamerà a collaborare con se il figlio Lino. Torno al mio amico. Egli era un buon alunno, un discreto balilla. Ho detto discreto in quanto il vero entusiasmo scarseggiava. Il motivo era che il papà fosse di indirizzo comunista. Attività politica non ne svolgeva e forse non la svolse mai, però le idee erano quelle. C’è da dire che non fosse del tutto ostile al Duce affermando che era pur sempre un socialista, pur se deviato nella real  -  politik del Re, Papa, agrari, industriali, gente che si sarebbe dovuta combattere con determinazione. A confermare una velata acquiescenza all’attività del Duce c’è che non ostacolò il figlio dal frequentare la GIL, accettando pure che divenisse caposquadra cosa questa che Lino poteva evitare senza conseguenze. Comunque la polizia l’aveva schedato ed ebbe a dargli fastidi sino all’epoca di cui scrivo, il 1943, quando le cose andavano del tutto male. 

Consideratio - Debito pubblico n. 6
Oggi dico sommariamente, solo per accenni, ai probemi generali che ampliarono e ampliano hanno ampliato il debito pubblico a non finire. Vengo a conoscenza dell'esistenza di tremilioniduecentomila e più dipendenti pubblici, ua pazzia, oltretutto con rendimento molto modesto e assenteismi record. 3.200,000!! Sicuri non ci siano uno o due milioni in più? e qunto costa questo esercito da paura? Venne poi l'istituzione di venti regioni, come fossero Stati Usa, con venti parlamenti e un oceano di addetti e costi, non basta, ecco l'istituzione di più di cento Province, tutte coi loro miniparlamenti (Consigli provinciali) con numero di addetti e costi inimmaginabili. Per oggi termino qui, proseguirò in seguito, sono terrorizzato da ciò che ho scritto


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4 comments:

Roberto said...

Ciao Francesco, Maristella, Ariel e tutti. Francesco, l'immagine di voi commossi alla finestra mentre, di notte, reparti di soldati diretti al fronte marciavano verso la ferrovia, accennando un canto sommesso, fotografa in modo splendido i momenti di quel periodo così tragico. E così tutto il brano odierno di "Recordatio": stringato ma esaurientemente drammatico.Sei bravissimo, grazie per tutto quello che fai... Un buon fine settimana a tutti!

rugiada said...

Buongiorno Francesco. Roberto. Ariel, buon fine settimana a tutti!
Tempi duri che tu Francesco descrivi benissimo.
Buona giornata!

Francesco said...

Maristar, tempi molto duri di anteguerra, guerra e dopoguerra che hanno segnato pesantemente almeno tre generazioni e che, ancora oggi, a noi non molti rimanenti di allora, ci fa viverecon un magone perenne, ondivago, più o meno percepito, ma sempre presente come ci trovassimo ancora nella bufera. Ciao

Francesco said...

Ciao Rob. L'impressione che mi facevano le truppe in passaggiuo sotto casa (via Pescara poi irandola, provenienti da via Enna) a volte duravano ore e il loro passo cadenzato, pur ineleminabile, era soft, come qualche canto appena accennato, come non disturbarci nel sonno. Io ne restavo impressionato come lo sarò a breve nella caserma bianchi quando di sera, in refettorio o in cortile, cantavamo Lilì Marleen in un canto tipo un soffio, con lieve suono nasale.Bisogna solo averli passati quei momenti per poterli apprezzare e ricordare. Più voltre per via Enna, solo di giorno, transitarono colonne di carri armati L3 macianti non autotrsasportati come lo erano in numero minore i fratelli maggiori da 13 tonnellate. La loro direzione era diretta e traversavano o sostavano in piazza Ragusa, evitando il giro per Via Pescara dei militari. Ciao.