Ottobre 19 2018 Venerdì. n° 2714 + 20 NS (nuova serie). Pensiamo positivo.
........ Sorge infine la nuova parrocchia, dedicata ai Santi Fabiano e Venanzio, a lato della villa Fiorelli, che frequento assieme a mio fratello, pur rimanendo legato all’altra della Madonna dell’Orto e ai suoi servizi. Qui fra parroco, viceparroci, sacerdoti, assistenti, di preti ce ne sono parecchi e i miei amici della G.I.L e palazzo mi sfottono, ripetendomi di essere guardingo alle loro attenzioni! Per la verità mai ho avuto di questi problemi, salvo un sacrestano, ex eremita, che si riteneva pure in odore di mezza santità, che si permise delle avance, forse omosessuali, dico forse in quanto quell’unica volta che tentò di provarci con un spintone l’ho stesi in terra ed egli non si azzarderà più a rivolgersi a me (vatti a fidare dei quasi santi!). Poco dopo si trasferirà come portinaio in un convento in via della Conciliazione ove mia madre, a volte, mi condurrà a trovarlo, non comprendendo il perché della mia freddezza nei suoi riguardi. Riguardo all’eremita mi chiedo se abbia provato con altri. Circa questi “rapporti particolari” sono infastidito da un paio di tentativi di combinare cosa non so anche da qualche persona da cui non l’avrei aspettato. Inizio così a essere cauto un po’ per tutti, anche amici o parenti. Evviva le femmine che questi problemi per ora non me li danno (li daranno, e come!). Nella GIL, parrocchia e in zona frequentiamo o conosciamo amici e persone che diverranno in seguito famosi nel teatro, nel cinema, nello spettacolo, come i fratelli Mastroianni, Silvana Mangano, Enzo Siciliano, poi presidente RAI, la famiglia Giuliani, da cui un sindaco di New York, Giorgio De Lullo, attore di prosa e altri. Fanno parte tutti dell’oratorio, del teatro, delle associazioni, dei gruppi e persone del quartiere. Con vari di loro, in particolare con Marcello e Ruggero Mastroianni, siamo rimasti per anni in rapporti d’amicizia, pur se progressivamente blandi per le diverse vie di vita (ho derogato sul non fare nomi, non potevo diversamente). A seguito poi di noiose sedute domenicali d’insegnamento religioso, da me accettate negli ultimi tempi con senso alquanto critico, iniziano a sorgermi dubbi sulla conciliabilità tra la formazione cattolica e quella G.I.L. Per fortuna non sono posto di fronte a problemi di scelta fra fascismo e principi cristiani, fosse accaduto non so come mi sarei comportato. Per me il binomio Dio-Duce è naturale, altre figure sono secondarie. Nelle lezioni catechistiche buona parte del tempo è dedicata ai soliti peccati solitari che noi, giovani maschi, dovremmo evitare pena la dannazione (mi piacerebbe sapere cosa dicono alle femmine, rigorosamente separate). Gli insegnanti ripetono che queste infrazioni, oltre a dispiacere al solito San Luigi (che balle!), provocano la cecità, fanno vivere poco, diventare idioti e chi più ne ha ne metta. Quest’argomento è una fissazione e sembra che null’altro possa esistere di male peggiore. Insistono poi sulla pericolosità di coltivare rapporti con le nostre coetanee che, se non impostati su una linea di purezza (e dai!) potrebbero condurci in oscure vie di perdizione; ma chi sono mai le ragazze, il demonio? Con il risultato di aver cercato di creare condizionamenti sessuali in me e tutti, e non è detto che per molti non ci siano riusciti. Il bello poi è, a proposito della gravità delle colpe, che la domenica il cine parrocchiale programma film Western alla Tom Mix ove frotte di indiani, che non sono dei cristiani, vengono massacrate dai bianchi, presumibilmente battezzati. Oltre i film si allestiscono poi commediole moralistiche tramite la filodrammatica di cui fa parte anche mio fratello. Per me ringrazio l’opportunità di frequentare ben di più i balilla, cosa che riequilibra imperfettamente le fesserie che cercano di propinarmi. Del sorgere delle mie perplessità devo ringraziare un giovane seminarista, allampanato e secco, che ripete di continuo: Attenti! Dio conosce passato, presente, futuro; può tutto; pure l’angelo cui siamo affidati vede ogni cosa, con l’intento solito di aborrire i soliti atti solitari innominabili. A osservazioni sul perché, stando così le cose, qualcuno, chiunque sia, non impedisca di peccare, risponde è presto affrontare argomenti che neppure Sant’Agostino seppe risolvere. A parte il santo di comodo ho il sospetto che non abbia saputo cosa dire, e pensare che, almeno io, volevo mettermi in evidenza e mostrare interesse per la lezione. Questo suo defilarsi, oltretutto ripetuto, mi spinge a pormi altri quesiti, forse per puntiglio, chiedendomi “e se di tutto quanto detto vero poco o niente?”. Ho così dubbi sull’opportunità di ricorrere alla confessione per liberarmi da peccati che oggi farebbero sorridere, e il bello è che, dopo un intendimento del non caderci più, li ripetiamo fino alla volta dopoe così via. Mi chiedo anche il perché per inezie gonfiate mostruosamente potrei finire nel cosiddetto inferno, posto che esista, da cui si salverebbero invece criminali incalliti solo perché, in extremis, qualcuno li abbia assolti (col risultato che una vittima potrebbe dannarsi e l’assassino salvarsi, molto educativo). Trovo inconcepibile poi la concessione d’indulgenze, specie plenarie, che a volte ci costringe a fare assurdi calcoli matematici. Per fortuna che oltre le divagazioni e le leggi umane dovrebbero essercene di quelle più autorevoli. Rinuncio infine a porre domande ai catechisti e mi rivolgo ai sacerdoti. Pure loro dicono di ricorrere alla solita fede o che, almeno per ora, io non sia in grado di capire; se poi c’è risposta è contorta al punto da farmi capire poco, salvo di che tipo siano le cosiddette risposte da preti. In particolare, solo come esempio, chiedo: come può Dio permettere che io mi danni, posto ciò avvenga, se Lui conosce di me passato, presente e futuro? E il libero arbitrio allora? Toccando altri campi, riferendomi alle esaltazioni che devo subirmi circa i martiri dei primi secoli, poiché la nostra chiesa è dedicata a due di essi, mi chiedo perché Roma perseguì solo i cristiani mentre rispettò ogni religione dell’Impero, ebraica compresa? Non ci fu qualcosa di non religioso (terrorismo) che ci sia stato taciuto? Poi se Dio è il tutto in assoluto, non potrebbe essere, oltre l’espressione del cosiddetto bene, anche quella dell’analogo male? Non posso sapere quanto sia vicino a Calvino, Lutero, Zwingly, Huss, Francesco d’Assisi, Giordano Bruno e altri riformatori del passato e recenti. Il mio torto è che affronto questi problemi con l’impeto dei giovani, i quali o li ignorano, o li prendono troppo sul serio. Comunque in seguito, con più senso critico, vedrò di chiarire, in parte, le perplessità odierne.
Probabiliter Casi che oggi, forse, non esistomo più
Firme dei padri. Problemi a scuola (parte 1 di 3)
Ebbene lo ammetto, anch’io in gioventù misi qualche firma falsa di mio padre. Per l’esattezza tre. E’ chiaro che mi viene ilarità al pensare quante ne abbiano messe poi i miei figli sui libretti della scuola o, per stare ad oggi, le nipoti. Però ai miei tempi esse erano sacre e escludevamo sotterfugi. Espongo il primo caso. E’ il1941. In una delle
cavolate che inventavamo noi balilla per infastidire le coetanee un giorno
decidiamo di fare un’incursione nell’ultimo piano della scuola, ove era la
sezione femminile separata dai maschi, peggio che in clausura. Volevamo
arrivare li in cinque - sei, durante la ricreazione, per consegnare a una caposquadra
(era Letizia, mia fiamma, ne ho parlato) un libro giunto al Comando indirizzato
alla capo - manipolo, una esterna, ma lei era la vice con titolo a ritirarlo.
E’ chiaro che volevamo solo farci belli con le ragazzine. Poi noi, per
un’adunata pomeridiana, eravamo già in divisa, predisposti a fare i bulletti.
C’è da dire che, pur sapendo di non poter entrare nel sancta - sanctorum
femminile lo decidemmo quale prova di coraggio (di che?), scegliendo i minuti
della ricreazione, nella speranza che i professori stessero lontani per un po’. Così arrivammo
sottecchi al piano, il volume sotto il mio braccio, puntando con un certa
ufficialità verso la porta e entrammo nel corridoio. Poi dandoci un contegno
eccoci indirizzati alla classe di Letizia, superandone alcune ove era in atto
un modesto baccano, roba da suore, con alunne che vennero ad affacciarsi alla
porta per vedere noi temerari e ammirarci! Letizia mi guardò sgomenta per le
possibili conseguenze, comunque mi trattò con gentilezza (non era in divisa, non
si mise sull’attenti), prese il volume e mi confermò che l’aspettavano. Era
evidente pure per lei essere scusa pretestuosa. Fatta l’incombenza e scambiati
sguardi significativi, sbattemmo i tacchi, facemmo dietro - front e ci
allontanammo fieri del nostro ardire e del loro stupore. Accadde però che
nell’entrata opposta al corridoio apparve la vice - preside e ci vide. Noi
accelerammo verso l’uscita, quasi fuggendo, fra i gridolini delle alunne fuori
dalle aule. Quello più spilungone, riconosciuto e chiamato (mannaggia!), si
fermò, mentre noi scendemmo gli scalini quattro a quattro. Poco dopo ci fu il
processo in diretta per quel qualcosa che non era stato nulla di nulla e aveva
provocato solo un po’ di trambusto. In un batter
d’occhio ci trovammo dinanzi al preside cupo, c’era pure il comandante dei
balilla - prof di ginnastica con la solita faccia feroce, tanto per cambiare.
Ci venne imputata un’incursione provocatoria, vietata dalle regole scolastiche,
con l’aggravante d’essere in divisa, presente un caposquadra. Finita la
filippica del preside attaccò il comandante, che si disse indignato per l’atto.
Entrambi rifiutarono la scusa del libro. Poi egli chiese cinque giorni di
sospensione per tutti, nota di biasimo da far firmare al padre o chi per lui, e
il ripresentarsi accompagnati da un genitore. Allora il preside, ferme le pene
accessorie, ridusse a tre i giorni. Poi alla sovietica chiese se eravamo
coscienti del nostro agire e ritenessimo corretta la punizione. Io mi ero
accordato velocemente con gli altri. Faccio un passo avanti e: “sappiamo d’aver infranto un ordine
scolastico. Riteniamo giusta la decisione ma chiediamo di partecipare alle
lezioni. Per assolvere la punizione proponiamo di andare per tre pomeriggi ad
aiutare i militi delle postazioni antiaeree dietro la scuola. Così non saremo
danneggiati nello studio e risulteremo utili a qualcosa”… Il preside ci guardò
meno gelido: “bene, mi congratulo con voi, saluto al Duce”. Il comandante - prof
per poco non mi abbracciò, anche se mostrava il viso duro affermando che
potevamo ringraziare il cielo di aver avuto a che fare con quel babbione del
preside, che era pure un fascista all’acqua di rose. Fu così che ci
presentammo con un foglio della scuola al comando batterie, già preavvertito
dal Preside dell’Istituto e dalla GIL, e per tre pomeriggi svolgeremo servizi
minuti, quasi niente, guadagnandoci anche qualche mancetta. Non posso
dimenticare che il vero timore era mio padre, duro su queste cose, così misi la
firma sulla nota di biasimo. Mia madre invece, sapendo ciò e senza dirgli nulla
(che brava!), verrà lei a parlare con la vice - preside, combinandomi il guaio
di dirgli, presenti le altre mamme, che ero rispettoso, andavo in chiesa, ero
stato trascinato da compagni vassalli. Che figura! e la mia
dignità di balilla ammirato dalle ragazze? Ah le madri!
Consideratio
Recordatio
Vita parallela alla GIL, chiesa, preti, amici - 2 parte e finis ........ Sorge infine la nuova parrocchia, dedicata ai Santi Fabiano e Venanzio, a lato della villa Fiorelli, che frequento assieme a mio fratello, pur rimanendo legato all’altra della Madonna dell’Orto e ai suoi servizi. Qui fra parroco, viceparroci, sacerdoti, assistenti, di preti ce ne sono parecchi e i miei amici della G.I.L e palazzo mi sfottono, ripetendomi di essere guardingo alle loro attenzioni! Per la verità mai ho avuto di questi problemi, salvo un sacrestano, ex eremita, che si riteneva pure in odore di mezza santità, che si permise delle avance, forse omosessuali, dico forse in quanto quell’unica volta che tentò di provarci con un spintone l’ho stesi in terra ed egli non si azzarderà più a rivolgersi a me (vatti a fidare dei quasi santi!). Poco dopo si trasferirà come portinaio in un convento in via della Conciliazione ove mia madre, a volte, mi condurrà a trovarlo, non comprendendo il perché della mia freddezza nei suoi riguardi. Riguardo all’eremita mi chiedo se abbia provato con altri. Circa questi “rapporti particolari” sono infastidito da un paio di tentativi di combinare cosa non so anche da qualche persona da cui non l’avrei aspettato. Inizio così a essere cauto un po’ per tutti, anche amici o parenti. Evviva le femmine che questi problemi per ora non me li danno (li daranno, e come!). Nella GIL, parrocchia e in zona frequentiamo o conosciamo amici e persone che diverranno in seguito famosi nel teatro, nel cinema, nello spettacolo, come i fratelli Mastroianni, Silvana Mangano, Enzo Siciliano, poi presidente RAI, la famiglia Giuliani, da cui un sindaco di New York, Giorgio De Lullo, attore di prosa e altri. Fanno parte tutti dell’oratorio, del teatro, delle associazioni, dei gruppi e persone del quartiere. Con vari di loro, in particolare con Marcello e Ruggero Mastroianni, siamo rimasti per anni in rapporti d’amicizia, pur se progressivamente blandi per le diverse vie di vita (ho derogato sul non fare nomi, non potevo diversamente). A seguito poi di noiose sedute domenicali d’insegnamento religioso, da me accettate negli ultimi tempi con senso alquanto critico, iniziano a sorgermi dubbi sulla conciliabilità tra la formazione cattolica e quella G.I.L. Per fortuna non sono posto di fronte a problemi di scelta fra fascismo e principi cristiani, fosse accaduto non so come mi sarei comportato. Per me il binomio Dio-Duce è naturale, altre figure sono secondarie. Nelle lezioni catechistiche buona parte del tempo è dedicata ai soliti peccati solitari che noi, giovani maschi, dovremmo evitare pena la dannazione (mi piacerebbe sapere cosa dicono alle femmine, rigorosamente separate). Gli insegnanti ripetono che queste infrazioni, oltre a dispiacere al solito San Luigi (che balle!), provocano la cecità, fanno vivere poco, diventare idioti e chi più ne ha ne metta. Quest’argomento è una fissazione e sembra che null’altro possa esistere di male peggiore. Insistono poi sulla pericolosità di coltivare rapporti con le nostre coetanee che, se non impostati su una linea di purezza (e dai!) potrebbero condurci in oscure vie di perdizione; ma chi sono mai le ragazze, il demonio? Con il risultato di aver cercato di creare condizionamenti sessuali in me e tutti, e non è detto che per molti non ci siano riusciti. Il bello poi è, a proposito della gravità delle colpe, che la domenica il cine parrocchiale programma film Western alla Tom Mix ove frotte di indiani, che non sono dei cristiani, vengono massacrate dai bianchi, presumibilmente battezzati. Oltre i film si allestiscono poi commediole moralistiche tramite la filodrammatica di cui fa parte anche mio fratello. Per me ringrazio l’opportunità di frequentare ben di più i balilla, cosa che riequilibra imperfettamente le fesserie che cercano di propinarmi. Del sorgere delle mie perplessità devo ringraziare un giovane seminarista, allampanato e secco, che ripete di continuo: Attenti! Dio conosce passato, presente, futuro; può tutto; pure l’angelo cui siamo affidati vede ogni cosa, con l’intento solito di aborrire i soliti atti solitari innominabili. A osservazioni sul perché, stando così le cose, qualcuno, chiunque sia, non impedisca di peccare, risponde è presto affrontare argomenti che neppure Sant’Agostino seppe risolvere. A parte il santo di comodo ho il sospetto che non abbia saputo cosa dire, e pensare che, almeno io, volevo mettermi in evidenza e mostrare interesse per la lezione. Questo suo defilarsi, oltretutto ripetuto, mi spinge a pormi altri quesiti, forse per puntiglio, chiedendomi “e se di tutto quanto detto vero poco o niente?”. Ho così dubbi sull’opportunità di ricorrere alla confessione per liberarmi da peccati che oggi farebbero sorridere, e il bello è che, dopo un intendimento del non caderci più, li ripetiamo fino alla volta dopoe così via. Mi chiedo anche il perché per inezie gonfiate mostruosamente potrei finire nel cosiddetto inferno, posto che esista, da cui si salverebbero invece criminali incalliti solo perché, in extremis, qualcuno li abbia assolti (col risultato che una vittima potrebbe dannarsi e l’assassino salvarsi, molto educativo). Trovo inconcepibile poi la concessione d’indulgenze, specie plenarie, che a volte ci costringe a fare assurdi calcoli matematici. Per fortuna che oltre le divagazioni e le leggi umane dovrebbero essercene di quelle più autorevoli. Rinuncio infine a porre domande ai catechisti e mi rivolgo ai sacerdoti. Pure loro dicono di ricorrere alla solita fede o che, almeno per ora, io non sia in grado di capire; se poi c’è risposta è contorta al punto da farmi capire poco, salvo di che tipo siano le cosiddette risposte da preti. In particolare, solo come esempio, chiedo: come può Dio permettere che io mi danni, posto ciò avvenga, se Lui conosce di me passato, presente e futuro? E il libero arbitrio allora? Toccando altri campi, riferendomi alle esaltazioni che devo subirmi circa i martiri dei primi secoli, poiché la nostra chiesa è dedicata a due di essi, mi chiedo perché Roma perseguì solo i cristiani mentre rispettò ogni religione dell’Impero, ebraica compresa? Non ci fu qualcosa di non religioso (terrorismo) che ci sia stato taciuto? Poi se Dio è il tutto in assoluto, non potrebbe essere, oltre l’espressione del cosiddetto bene, anche quella dell’analogo male? Non posso sapere quanto sia vicino a Calvino, Lutero, Zwingly, Huss, Francesco d’Assisi, Giordano Bruno e altri riformatori del passato e recenti. Il mio torto è che affronto questi problemi con l’impeto dei giovani, i quali o li ignorano, o li prendono troppo sul serio. Comunque in seguito, con più senso critico, vedrò di chiarire, in parte, le perplessità odierne.
Probabiliter Casi che oggi, forse, non esistomo più
Firme dei padri. Problemi a scuola (parte 1 di 3)
Ebbene lo ammetto, anch’io in gioventù misi qualche firma falsa di mio padre. Per l’esattezza tre. E’ chiaro che mi viene ilarità al pensare quante ne abbiano messe poi i miei figli sui libretti della scuola o, per stare ad oggi, le nipoti. Però ai miei tempi esse erano sacre e escludevamo sotterfugi. Espongo il primo caso. E’ il
Consideratio
Negli anni 60 - 90 convivemmo con spese pubbliche da paura e una inflazione da paesi del centro-America, con prezzi, indici, tassi fuori controllo, che ci avrebbero portati allo sfascio se non fossimo stati aiutati da altri nell'evitare il baratro. Ricordo ancora oggi con dolore e vergogna la frustazione di quando la Germania di allora, a seguito di un intervento finanziario, pretese e ottenne il pignoramento di "tutto" l'oro della Banca d'Italia. Brutti segni che ci dovevano preoccupare ma in larga parte ciò non avvenne, visti i continui adeguamenti di paghe e stipendi che cercavano di sopperire a una inflazione già consolidata. Ci consolava Andreotti il quale affermava che dovevamo abituarci a conviveve con lo status inflattivo. Comunque il sequestro dell'oro della nostra riserva aurea, conservata nei cavaux della Banca d'Italia, per quanto riguarda me, non dico di altri, fu l'evento che mi scosse penosamente e mi spinse a andare più a fondo nel problema del debito pubblico, cosa che ripeterò, per il possibile, nei prossimi blog.
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4 comments:
Buongiorno Francesco. Roberto. Ariel, buon fine settimana a tutti!
L'omosessualita' è una piaga tra preti e superiori,la fiducia in essi oggi è a zero.
Le birichinate allora le hai commesse anche tu!
Buona giornata a tutti.
Ciao Francesco, Maristella, Ariel e tutti. Non sapevo del pignoramento delle riserve auree italiane da parte della Germania: accidenti, certo che nel corso del tempo, per un motivo o per l'altro, la presenza dei teutonici nella nostra vita nazionale è stata (e continua a essere, mannaggia allo spread!) piuttosto 'ingombrante'... Francesco, voglio ancora ringraziarti per la chiacchierata di ieri e per il tuo affetto, che è da me ricambiato in toto... Buon fine settimana a te e a tutti!
Mary'S sono stato anch'io un bambino, ragazzo, giovane come tutti, coi lati positivi e negativi che ne vengono, da collocare però me e altri nel quadro del tempo in cui vivemmo. ho seguito con apprensione le vicende del tempo sardo. Spero si sia un pò calmato. ciao
ciao Rob, sono le 22 e solo ora posso dedicarmi un pò al PC. Ci avevo prpvato il pomeriggio per Mary'S ma ho d0vuto interrompeere li. Il Pignoramento dell'oro della Banca d'Italia fu al tempo per me un colpo allo stomaco e mi spinse, come già ho detto, a aedere cos'era mai questo mostro di debito pubblico che saliva vertiginosamentesino a raggiungere il culmine e stabilizzarsi un pò dopo il 1992. Su questa nostra onta però hanno fatto calare il silenzio mediatico e editoriale, pre se io sfido chiunque a smentirmi. Se vuoi puoi chiedere qualche informazione proprio alla Treccani che, mi pare, deve aver impostata una storia della Lira fra le principali esistenti. Ho iniziato a dire del rapporto intercorrente fra le e il debito pubblico, e conseguente inflazione, così proseguirò Lunedì e oltre sino a smaltimento materia secondo il mio personale e limitato giudizio. ciao
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